Sul Manifesto di Ventotene e l’intoccabile pantheon antifascista

di Mario Grifone

Caro Valli,

eccoli qua, tutti a strapparsi le vesti per le dichiarazioni del premier sul Manifesto di Ventotene. Delitto di lesa maestà nei confronti de padri nobili dell’antifascismo militante.

Abbiamo assistito a un’ignobile gazzarra di parlamentari che con urla, strepiti e persino pianti hanno dato addosso alla premier, la cui unica colpa è stata quella di leggere quanto scritto da Spinelli, Rossi e Colorni, fondatori a loro dire dell’Europa unita.

Peccato che l’Europa fu fondata in realtà da quattro cattolici senza se e senza ma i cui nomi, ricordiamolo, sono Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Jean Monnet e Robert Schumann, due francesi, un tedesco e un italiano che erano stati su fronti avversi durante la guerra e si ritrovarono per creare le basi di una pace che ancora perdura, anche se non si sa per quanto.

Naturalmente questi quattro giganti della politica europea si guardarono bene dal mettere in pratica il manifesto dei prodi antifascisti, i quali, vorrei ricordare, erano confinati a Ventotene la cui temperatura media dell’anno è sui venti gradi , mentre i loro omologhi oppositori di regimi dittatoriali in Russia stavano nei gulag a quaranta sotto zero e quelli in Germania nei campi di concentramento i cui tristi nomi ricordiamo ancora oggi. Loro avevano a disposizione carta e penna per scrivere il manifesto, gli altri la carta, se la trovavano, la usavano per ripararsi dal freddo.

In effetti ci fu chi applicò il manifesto dei nostri eroi e fu Tito nella Jugoslavia dello “strappo” dall’Unione Sovietica, il quale, dopo aver infoibato i cattivi italiani, realizzò una sorta di Europa in miniatura unendo popoli di diverse etnie in una splendida democrazia controllata. Anche lì i dissidenti venivano confinati in un’isola della Croazia che non era propriamente una perla dell’Adriatico. Si chiama Goli Otok, meglio conosciuta come Isola Calva, i cui detenuti venivano accolti facendoli sfilare fra due lunghe file di aguzzini che li massacravano di bastonate e quelli che sopravvivevano sapevano che sarebbero potuti uscire da quell’inferno in due soli modi, in posizione orizzontale o attraversando a nuoto l’Adriatico fino a Trieste.

Ma si sa, Tito è intoccabile, e le guerre che hanno dilaniato il suo paradiso non sono imputabili alla sua feroce dittatura, ma ai cattivi serbi fascisti.

Chissà perché quando si osa criticare uno scritto di un esponente del pantheon antifascista obiettivamente discutibile, si deve “contestualizzare”, e se non lo fai trovi subito un Bertinotti che ti tira libri in faccia o un Prodi che strappa i capelli a una giornalista

Ventotene insieme a Rearm Europe è l’ultima password per entrare nel meraviglioso mondo della gauche au caviar, dopo emergenza climatica, russi cattivi e vaccinazione obbligatoria. Come tutte le password che si rispettano deve essere modificata ogni sei mesi: attendiamo con ansia quella nuova!

Non praevalebunt!

 

 

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