In occasione del 510° anniversario della nascita di santa Teresa d’Avila (1515 – 1582), dottore della Chiesa e una delle figure più emblematiche della spiritualità cristiana, è stato presentato al mondo il suo volto, ricostruito per la prima volta con tecniche scientifiche.
L’evento si è svolto contemporaneamente ad Alba de Tormes, dove santa Teresa morì, Roma e in Australia.
Promosso da un team interdisciplinare di ricercatori guidato dal professor Ruggero D’Anastasio dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, e realizzato dalla scultrice forense australiana Jennifer Mann, il progetto ha portato alla realizzazione di un busto in terracotta che raffigura il viso di Teresa di Gesù all’età di cinquant’anni: un volto sereno, armonioso e dolce, con vivaci occhi scuri, naso dritto, sopracciglia arcuate e zigomi marcati.
Per ottenere questa immagine, gli specialisti hanno combinato studi antropometrici, descrizioni storiche (in particolare quelle di Madre Maria di San Giuseppe, contemporanea della santa) e moderne tecniche forensi, tra cui l’analisi delle reliquie e la ricostruzione digitale del volto. Il risultato è stato descritto dagli organizzatori come “una porta verso l’umanità” di una donna che, nel corso dei secoli, continua a ispirare credenti e ricercatori spirituali in tutto il mondo.
Da una prospettiva socio-religiosa, questa iniziativa vuole non solo a dare un volto a una figura storica, ma anche rivitalizzare la sua presenza nell’immaginario contemporaneo. La ricostruzione fisica di santa Teresa consente di avvicinarla alle nuove generazioni, restituendo umanità a una persona spesso rappresentata in modo idealizzato o simbolico.
Come affermano i promotori del progetto, “vedere Teresa è un invito a riscoprire il suo messaggio, il suo coraggio e la sua immensa eredità spirituale”.
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