Testimonianza / Così, nella Siria dei “liberatori” islamici, regna il terrore. E ai cristiani non resta che fuggire

La situazione in Siria si sta aggravando. La minoranza alawita, alla quale appartiene l’ex dittatore Assad, è sistematicamente perseguitata attraverso orribili pogrom. Gli osservatori locali parlano di almeno quattromila civili assassinati. Le “forze di sicurezza” del nuovo regime islamico sunnita di Damasco non risparmiano nemmeno donne, bambini e anziani.

Un drammatico grido di aiuto arriva dall’organizzazione Christian Solidarity International (Csi): “I corpi delle persone che giacciono per strada sono di alawiti, nostri fratelli” dice don Peter Fuchs, direttore esecutivo della sezione tedesca di Christian Solidarity International. “Anche molti cristiani sono stati uccisi. Le donne vengono giustiziate di fronte ai loro figli”.

Si parla di gravi crimini contro l’umanità da parte dei combattenti comandati dai nuovi governanti di Damasco, alleati con la Turchia e l’Arabia Saudita.

Csi chiede un’azione rapida per fermare lo spargimento di sangue: “La comunità internazionale deve immediatamente fare pressione sul regime di Damasco affinché cessi subito ogni ostilità contro tutte le fasce del popolo siriano”.

In un’intervista a LifeSiteNews don Fuchs rivela che i cristiani in Siria sono costretti ad adottare pratiche islamiche se non vogliono andare incontro a punizioni.

Fuchs, che ha visitato la Siria molte volte e ha buone conoscenze all’interno del paese, afferma che i cristiani sono “terrorizzati a causa degli attacchi genocidi contro gli alawiti. Molti cristiani dicono che ciò che stiamo vedendo ora con gli alawiti potrebbe accadere a loro. Tutti i cristiani in Siria ricordano il grido di battaglia del Fronte Al-Nusra, fondato da Al-Sharaa nel 2012: i cristiani a Beirut, gli alawiti nella tomba”.

Il 29 gennaio scorso Ahmed al-Sharaa ha ufficialmente assunto la carica di presidente della Siria dopo che il governo del sovrano Bashar al-Assad è stato rovesciato nel dicembre 2024. Al-Sharaa, noto con il nome di battaglia Abu Mohammad al-Joulani, ha fondato il Fronte jihadista Al-Nusra nel 2012 in opposizione al governo di Assad. Nel 2017, ha unito Al-Nusra ad altri gruppi per formare l’organizzazione paramilitare islamista Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) e ne è stato il leader fino al 29 gennaio 2025. “Le famiglie cristiane hanno aperto le loro case agli alawiti” spiega don Fuchs. “Ma lì tutti sono poveri, compresi i cristiani, e non possono provvedere ai loro vicini alawiti come vorrebbero. Dobbiamo pensare che molte persone in Siria hanno un solo pasto al giorno, se va bene.”

Don Fuchs sottolinea che “al momento ci sono molti tipi di discriminazione contro i cristiani, soprattutto nelle zone rurali”. Paese sostanzialmente laico sotto Assad, la Siria del nuovo regime islamico sta diffondendo la legge della Sharia in tutta la nazione. “Alle ragazze cristiane a scuola viene detto che devono indossare l’hijab islamico, e quando le giovani rispondono che non l’hanno mai fatto gli insegnanti dicono: potete essere cristiane a casa, ma qui a scuola indossate l’hijab”.

Nelle scuole i bambini, compresi i cristiani, devono recitare i versetti del Corano, e se le famiglie si oppongono scatta la minaccia dell’espulsione.

“Poi sentiamo anche cose ancora più drammatiche”, continua Fuchs. “Ci sono posti di blocco in tutto il paese e ci dicono che i cristiani, quando vengono fermati, per poter passare devono recitare preghiere islamiche”.

Il numero dei cristiani in Siria è in costante calo da due decenni. Vent’anni fa erano probabilmente più di due milioni, ma oggi si stima che siano tra i 300 e i 500 mila. Tutti i cristiani che vivono ancora lì vedono il loro futuro fuori dal Paese.

La minoranza cristiana in Siria è composta principalmente da greco-ortodossi, siro-ortodossi, greco-cattolici melchiti e siro-cattolici.

Ricorda don Fuchs: “I cristiani del Medio Oriente, e in particolare i cristiani di Siria, dove i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani per la prima volta, ad Antiochia (oggi in Turchia ma che è sempre stata culturalmente siriana), preservano anche la nostra eredità”.

In molte moschee del Paese è stata dichiarata la jihad (guerra santa islamica) contro gli alawiti. “Non solo l’HTS, ma anche altri gruppi jihadisti sono arrivati ​​in questa zona costiera e hanno ucciso indiscriminatamente civili alawiti. Amici sul campo riferiscono di almeno quattromila morti. Altri parlano di diecimila. Per nascondere i crimini i gruppi islamici gettano i corpi in fosse comuni”.

“Quando Al-Joulani, o Al-Sharaa, come si fa chiamare ora, dice che questa situazione è fuori dal suo controllo, dice una sciocchezza assoluta perché possiamo vedere abbastanza chiaramente che l’attuale governo jihadista della Siria ha dato il via libera a questa pulizia etnica, a questo vero e proprio genocidio. E gli uiguri, i ceceni che ora combattono a fianco del regime jihadista di Damasco, saranno ricompensati e si insedieranno in queste zone alawite”.

Conclude don Fuchs: “I cristiani, soprattutto nella valle tra Homs e il Mediterraneo, temono che prima o poi toccherà a loro essere cacciati per lasciare posto ai combattenti jihadisti”.

Nella foto, don Peter Fuchs

Fonti:

lifesitenews

bonifatius.tv

 

 

 

Aldo Maria Valli:
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