Ricerca / In tutto il mondo molte persone stanno abbandonando le religioni della loro infanzia

L’indagine, condotta in trentasei Paesi, mostra che milioni di persone hanno abbandonato la religione della loro infanzia, soprattutto in Europa, nelle Americhe e nell’Asia orientale. Le fedi più colpite sono il cristianesimo e il buddismo. Al contrario, in paesi come India, Nigeria e Israele il cambiamento religioso è minimo.

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Una recente indagine internazionale evidenzia il crescente abbandono della religione in molti Paesi, soprattutto in Occidente. In Spagna, il 35% degli adulti afferma di essere stato cresciuto come cristiano, ma di non identificarsi più con questa fede. In Italia il dato è del 21 per cento.

La percentuale colloca la Spagna al primo posto tra i Paesi occidentali per il numero più elevato di persone che si sono allontanate dalla religione seguita durante l’infanzia.

Lo studio, pubblicato il 26 marzo dal Pew Research Center, analizza il panorama religioso in trentasei paesi, comprendendo diverse tradizioni spirituali. Mentre in regioni come l’India, Israele, la Nigeria o la Thailandia l’abbandono o il cambiamento di orientamento religioso è raro, in aree come l’Asia orientale, l’Europa occidentale, il Nord America e il Sud America il fenomeno dell’abbandono della fede è molto più comune.

Il Pew Research Center, think tank con sede a Washington noto per i suoi studi sulle tendenze globali, definisce il cambiamento religioso come la differenza tra l’affiliazione religiosa durante l’infanzia e l’identità religiosa dichiarata in età adulta.

“In tutto il mondo – sottolinea il rapporto – molte persone stanno abbandonando le religioni della loro infanzia”. L’indagine, a cui ha partecipato un campione di 80 mila persone, rivela che circa il 20% degli adulti in Asia orientale, Europa e Americhe ha abbandonato la religione in cui era cresciuto, e nella maggior parte dei casi dopo l’abbandono non viene abbracciata nessuna fede. Le religioni più colpite dall’abbandono sono il cristianesimo e il buddismo.

All’interno del continente europeo, oltre alla Spagna, anche paesi come Svezia, Germania e Paesi Bassi presentano tassi elevati di disaffiliazione religiosa, così come Canada e Regno Unito (26%). In Italia, come detto, il fenomeno è meno marcato. Negli Stati Uniti la percentuale di adulti che hanno abbandonato la religione dell’infanzia risulta del 19%.

Il rapporto evidenzia che in molti Paesi a maggioranza cristiana la fedeltà alla propria fede originaria resta forte. In Paesi come le Filippine, l’Ungheria e la Nigeria, ad esempio, la stragrande maggioranza di coloro che sono cresciuti nel cristianesimo rimane nella fede fino all’età adulta.

D’altro canto, il cambiamento religioso è minimo in paesi come la Tunisia e il Bangladesh, dove meno dell’1% della popolazione ha abbandonato la propria appartenenza religiosa. Anche Indonesia e Israele mostrano una notevole stabilità religiosa, seguiti da India e Thailandia, entrambe con solo il 2% di persone che hanno abbandonato la propria fede di origine. È interessante notare che, secondo i dati dello studio, il fenomeno dell’abbandono religioso colpisce in modo simile sia i giovani sia gli anziani.

La causa principale individuata dietro questa tendenza, soprattutto nel mondo occidentale, è la secolarizzazione. Nonostante ciò, il rapporto rileva che la fede cristiana mantiene una presenza significativa in tutto il mondo: “Il cristianesimo, la religione più grande e geograficamente diffusa al mondo, secondo le stime del Pew Research Center è attualmente la fede maggioritaria, storicamente predominante in venticinque dei paesi esaminati”.

I ricercatori avvertono: “Sebbene queste cifre riflettano le tendenze religiose nei trentasei paesi inclusi nell’indagine, non sono necessariamente rappresentative dell’intera popolazione mondiale”.

Fonte: pewresearch.org

 

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