di Antonina Sicari
Caro Valli,
la Chiesa sinodale: ma che razza di Chiesa è?
Dai tempi del mio catechismo (diciamo più o meno dalle guerre puniche…) ho imparato che di per sé la parola Chiesa, poiché incarna le cose di Dio, evoca qualcosa di sacro e assolutamente meritevole di rispetto. Sono le cose che ha insegnato il Signore Gesù, affidate a sua volta al suo vicario e a tutti i vescovi e ai consacrati del mondo. A loro il compito di evangelizzare tutti i popoli fino agli estremi confini della terra, indicando la strada giusta per conquistare il paradiso.
Ho imparato in fondo un concetto semplice, così semplice che anche i bambini possono capirlo, grandioso però nella sua portata. Crescendo, sono stata educata e formata spiritualmente in modo indelebile e direi inscalfibile, per cui ora, a un’età non più verde, mi sento fuori, completamente fuori, da tutta la confusione e da tutte le stramberie che regnano nella Chiesa attuale.
In quanto all’accettazione dei tanto auspicati cambiamenti e adeguamenti alla mentalità corrente, senza ombra di dubbio posso dire di essere un caso disperato. Non cambierò mai, così come ad esempio non cambierò mai e poi mai la formula del Padre nostro.
Sono un osso duro, ma così duro che tale ostinatamente rimango. Per me la ridicola e insignificante Chiesa sinodale potrà pure andare a farsi benedire. Da chi, però, ancora non mi è chiaro.
_______________________________
Se anche tu sei un osso duro, scrivi a: blogducinaltum301@gmail.com