Cina / La Passione del vescovo Pietro Shao Zhumin, di nuovo arrestato

di Pierre-Alain Depauw

I funzionari del Partito comunista cinese hanno arrestato un vescovo della chiesa clandestina per impedirgli di celebrare le funzioni della Settimana Santa.

Si tratta del vescovo Pietro Shao Zhumin, arrestato il 10 aprile insieme al suo assistente, padre Jiang Xu Nian. Sono stati portati via dagli agenti dell’Ufficio per la sicurezza nazionale e non si sa dove si trovino.

Il vescovo Pietro Shao Zhumin è stato arrestato più volte su ordine delle autorità del Partito comunista cinese, arresti che avvengono sempre alla vigilia di periodi importanti per la vita delle comunità cattoliche: Natale, Pasqua, Assunzione e Ognissanti.

Il precedente arresto del vescovo Peter Shao Zhumin risale al 7 marzo. La polizia cinese lo aveva fermato e trattenuto per una settimana per aver celebrato una messa “illegale” in pubblico. Gli fu inoltre inflitta una multa di 200 mila yuan cinesi (27.500 dollari) per aver celebrato una messa pubblica il 27 dicembre, giorno dell’apertura dell’anno giubilare 2025.

Il vescovo Peter Shao Zhumin guida la diocesi di Wenzhou come vescovo clandestino, il che significa che lui e i suoi fedeli rimangono fedeli a Roma e alla Santa Sede anziché professare lealtà agli ideali del Partito comunista promossi dalla chiesa statale cinese, nota come Associazione patriottica cattolica cinese.

Nel 2011 è stato nominato vescovo coadiutore, con mandato papale. Nel 2016, in seguito alla morte del vescovo Vincent Zhu Wei-Fang, è stato nominato vescovo della diocesi. A causa del suo status di vescovo sotterraneo, le autorità cinesi non riconoscono il vescovo Peter Shao Zhumin e hanno pertanto nominato padre Ma Xianshi, della chiesa statale riconosciuta, a capo della diocesi di Wenzhou.

Il primo arresto del vescovo Peter Shao Zhumin da parte della polizia cinese risale al 2016, quando gli fu impedito di partecipare al funerale del suo predecessore.

Nel 2017 Shao venne nuovamente arrestato per ordine delle autorità del Partito comunista cinese e rilasciato solo sette mesi dopo, in seguito a una campagna di preghiera e digiuno tra i cattolici cinesi e all’intervento dell’ambasciatore tedesco in Cina.

Dalla firma dell’accordo sino-vaticano, rinnovato per un periodo di quattro anni lo scorso autunno, la persecuzione religiosa è aumentata in modo esponenziale. I cattolici clandestini penano che ormai il Vaticano li abbia abbandonati.

In qualità di cardinale emerito di Hong Kong, monsignor Joseph Zen ha sottolineato che questo accordo costituisce un “tradimento” dei cattolici cinesi che, rimasti fedeli a Roma, si oppongono alle richieste di Pechino di unirsi alla Chiesa sotto il comunismo di Stato.

Nell’ottobre 2024 l’Hudson Institute ha pubblicato un rapporto che descrive dettagliatamente la persecuzione in corso contro dieci vescovi cattolici in Cina, una persecuzione che si è “intensificata dall’accordo Cina-Vaticano del 2018 sulla nomina dei vescovi”.

“Il Vaticano vuole che ci dimentichiamo dei dieci vescovi che rifiutano il diritto del Pcc di ordinare loro cosa credere, pensare o dire”, ha commentato Lord David Alton a proposito dello studio.

Qualche settimana fa, la Cina ha promulgato nuove leggi che regolano la pratica religiosa. Entreranno in vigore il 1° maggio e prendono di mira in particolare la pratica religiosa degli stranieri in Cina, in quello che sembra un tentativo di limitare qualsiasi influenza esterna e garantire la promozione della “sinizzazione”, ovvero l’inculturazione della religione imposta dallo Stato secondo gli ideali comunisti.

Fonte: medias-presse.info

_____________________________________

Nella foto (asianews), monsignor Peter Shao Zhumin

 

I miei ultimi libri

Sei un lettore di Duc in altum? Ti piace questo blog? Pensi che sia utile? Se vuoi sostenerlo, puoi fare una donazione utilizzando questo IBAN:

IT64Z0200820500000400192457
BIC/SWIFT: UNCRITM1D09
Beneficiario: Aldo Maria Valli
Causale: donazione volontaria per blog Duc in altum

Grazie!