
A proposito di libertà / La vicenda di Antonio Pappalardo, colpito dalla psicopolizia dei nostri “democratici”
“Annunciata la morte di antipapa Francesco. Ora fondamentale un conclave pre-2013 per un vero Papa”.
Questa frase è stata scritta su Telegram, subito dopo la morte di Bergoglio, da Antonio Pappalardo, dirigente del ministero della Giustizia, direttore ad interim del Centro per la giustizia minorile dell’Emilia-Romagna e delle Marche.
Risultato? Pappalardo è stato rimosso dall’incarico.
Dopo la pubblicazione di quel commento, il capo del Dipartimento della giustizia minorile e di comunità, Antonio Sangermano, ha infatti immediatamente disposto “un’indagine conoscitiva circa le affermazioni ascritte al dirigente”, e dopo due giorni è arrivato il verdetto: rimozione del dirigente dal suo incarico.
A segnalare le parole di Pappalardo era stata la senatrice dem Sandra Zampa: “Leggo con profondo sconcerto delle affermazioni contro Papa Francesco che sarebbero state diffuse oggi via social (sul canale Telegram Logos e Libertas). Parole allucinanti e di gravità inaudita – aveva osservato la senatrice del Pd – con cui Pappalardo accusa il Santo Padre di essere un antipapa che si è impossessato della Chiesa. Parole che offendono la memoria di Francesco e tutta la Chiesa ma anche i cittadini italiani”.
Di qui la richiesta, avanzata dai consiglieri regionali e comunali di centrosinistra dell’Emilia Romagna, di una punizione esemplare nei confronti di Pappalardo perché “ci sembra chiaro che il destino di centinaia di ragazzi e ragazze negli istituti penali minorili e nelle comunità dove sono accolti i minori stranieri non accompagnati non può essere nelle sue mani”.
La vicenda si commenta da sola. Siamo alla psicopolizia immaginata da Orwell. Pensare con la propria testa e non adeguarsi al Pensiero Unico Autorizzato è un crimine, uno psicoreato, e va punito come tale. Il colpevole non merita di far parte del consesso civile.
Il dottor Pappalardo (che non conosciamo di persona) ha forse insultato Bergoglio? No, ha espresso una sua opinione, del resto condivisa da alcuni fedeli cattolici. Un’opinione che non coinvolge l’Amministrazione di cui Pappalardo fa parte e all’interno della quale ricopriva un ruolo dirigenziale. Semplicemente, ha esercitato il diritto, garantito dalla Costituzione, di manifestare il suo pensiero su una materia che in nessun modo riguarda lo Stato. Eppure, con inusuale rapidità, il ministero della Giustizia ha fatto calare la mannaia, come se il dirigente si fosse reso responsabile di chissà quali colpe meritevoli di essere punite con provvedimenti disciplinari estremi.
Ma ecco che la stampa di regime si premura di farci sapere che il dottor Pappalardo è pure “no-vax, contrario alle migrazioni, ai diritti Lgbtq+ e alle politiche dell’Ue”. Capito? Probabile dunque che le parole sul papa siano state utilizzate al volo per colpire un pericoloso individuo non allineato, uno che, date le idee che professa, certamente non può avere il diritto di parlare e lavorare.
I nostri “democratici” in servizio permanente saranno contenti: hanno messo a tacere un nemico.
Benvenuti nell’Italia che oggi celebra la liberazione e la libertà.
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Nella foto, il dottor Antonio Pappalardo