
Lettera aperta al professor Andrea Riccardi
di Lorenzo Gnavi Bertea
Chiarissimo professor Andrea Riccardi,
martedì 22 aprile, nel corso della trasmissione Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber, Ella ha espresso il seguente giudizio: “Questa destra non è una destra tradizionale cattolica, è una destra a-religiosa e a-cattolica”
Mi permetta di farLe notare che “destra” e “sinistra” sono concetti astratti dietro i quali si celano degli uomini e delle donne in carne ed ossa, con i loro difetti e con i loro pregi; ne consegue che è come se Ella avesse giudicato ognuno di loro personalmente, definendoli a-religiosi e a-cattolici.
In ogni caso questo Suo giudizio, comunque lo si declini, è profondamente inopportuno:
– lo è in primo luogo perché non si addice ad un cattolico; infatti, a Lei è senz’altro noto il monito del Divin Maestro: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati” (Matteo 7, 1-2). Ora si risponda in coscienza: ritiene di aver ottemperato a questo insegnamento?
– in secondo luogo, perché Ella fa di tutte le erbe un fascio: se già è sbagliato in virtù della citazione evangelica sopra addotta giudicare il singolo, figuriamoci se ha senso emettere una sentenza di gruppo…: questo è tipico dei regimi autoritari dove al gabbio o al patibolo venivano indistintamente spediti tutti quegli individui sospettati di un reato, quando magari il responsabile era uno solo.
Detto questo, sono ben consapevole che a destra vi siano delle persone a-religiose e a-cattoliche (se non addirittura anti-religiose e anti-cattoliche) che utilizzano la Fede come strumento per perseguire degli scopi personali o di partito, non necessariamente nobili.
Ma è anche vero – e Lei lo sa bene! – che la situazione non è certo migliore nel recinto avverso!
Io sono uno di quei tanti che oggi, obtorto collo, vota per il centrodestra sull’onda dell’insegnamento di Indro Montanelli il quale invitava a “votare Democrazia cristiana turandosi il naso”. Ebbene: pur schierandomi tra quelli che Ella ha giudicato negativamente, io non mi reputo né a-religioso né a-cattolico, anzi sono profondamente cristiano e convintamente cattolico e, pur con tutte le mie debolezze e le mie cadute, tento di vivere l’insegnamento evangelico nella mia quotidianità; motivo per cui il Suo crudo giudizio mi ha decisamente urtato, anche in ragione del fatto che non sono pochi gli amici e i conoscenti che come me credono e vivono i valori del Cristianesimo e che, loro malgrado, votano a destra.
L’unica tessera di partito che presi fu quella della Dc nel 1986 e ringrazio di averlo fatto perché quell’esperienza mi consentì di vedere il marcio che c’era non solo in quel partito che ipocritamente si richiamava ai valori del Cristianesimo, ma in tutto il sistema, soprattutto all’interno di quei movimenti di matrice atea dove la mancanza di una visione trascendente della vita non li aiutava certo a optare per un comportamento cristianamente esemplare…
Ella sa meglio di me che oggi un cattolico praticante che vuole esporsi politicamente (o semplicemente che vuole votare) non deve chiedersi chi siano i “buoni” e chi siano i “cattivi”, ma piuttosto chi produce meno danni a scapito degli insegnamenti del Vangelo.
Da una parte abbiamo la “destra becera” che osteggia la migrazione selvaggia e ostenta i rosari; dall’altra abbiamo la “sinistra progressista” che eleva a “diritto” l’aborto e tace il fatto che da quando nel 1978 è entrata in vigore la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, i bambini soppressi in Italia nel grembo delle proprie madri sono stati circa sei milioni, quasi uno per ogni ebreo sterminato durante l’Olocausto!
Chi è allora, secondo Lei, più anti-religioso e anti-cattolico? La destra becera o la sinistra progressista?
Dovendosi turare il naso, a chi darebbe Lei il voto? Al pagliaccio del Papetee o ai figli e figliastri della principale teorica di questo sterminio occulto, la quale ha addirittura recentemente ricevuto la visita del Santo Padre a casa propria?
E a proposito di questa visita che Francesco ha reso a colei che fatto assurgere a “diritto” la soppressione della vita altrui, non pensa, chiarissimo Professore, che così come il Pontefice non si è permesso di emettere alcun giudizio su questa persona (che verosimilmente è a-religiosa e a-cattolica), allo stesso modo Ella avrebbe potuto evitare di offendere i tanti che, turandosi il naso, preferiscono camminare nel fango della destra piuttosto che macchiarsi del sangue innocente di milioni di bambini uccisi dall’ideologia progressista della sinistra?
Una Sua parola di scuse, non al sottoscritto ma ai tanti italiani credenti e praticanti che Ella ha ingiustamente giudicato, sarebbe gradita.
Distinti saluti
Lorenzo Gnavi Bertea