
I panegirici per Bergoglio e l’ombra dell’Anticristo. Rileggendo Benson e Solov’ev
In tutti questi giorni di lodi sperticate a Bergoglio, di lutto a reti unificate, di panegirici reiterati, di laudatores che fanno a gara nell’apparire addolorati e orfani, mi ha colpito un fatto: il soprannaturale è sparito. Mai un riferimento all’aldilà, al giudizio divino, a Nostro Signore Gesù Cristo. Il papa è ricordato come si potrebbe ricordare un capo di Stato o di governo di un paese ateo. Si parla di pace, umanità, fratellanza, ecologia, immigrazione. Nulla di nulla a proposito di anima e cose ultime. I bilanci sulla sua azione e la sua eredità sono tutti orizzontali.
Di fronte al plauso e all’encomio ininterrotto, spesso portato ben oltre la soglia del ridicolo, mi viene soprattutto in mente la figura di Giuliano Felsemburgh, il personaggio che nel romanzo di Robert Hugh Benson Il padrone del mondo si rivela poi essere l’Anticristo. Non un cattivone, non un despota prepotente, ma l’immagine stessa del pacificatore umanitario, paladino dei pluralismi e degli irenismi ecumenici. Non un assalitore esterno, bensì, come ebbe e a dire Vittorio Messori, uno in grado di svuotare il cristianesimo dall’interno.
È proprio così, mostrandosi buono, dialogante e accogliente, annullando le diversità fra le religioni, promuovendo pace e tolleranza mediante un vago umanitarismo, che Felsemburgh inganna. Naturalmente in mezzo agli applausi del mondo.
Felsemburgh, l’Anticristo, porta il nome di Giuliano, come l’apostata, perché condizione e risultato del suo trionfo è l’apostasia, il generale rinnegamento della fede. Che non deve avvenire mediante atti eclatanti ma, semplicemente, con la caduta nell’indifferenza e nell’indifferentismo.
Qualche anno prima di Benson, un avvertimento simile era arrivato da Oriente, dal russo ortodosso Vladimir Solov’ev, che con il suo Il racconto dell’Anticristo aveva a sua volta delineato la figura di un imperatore apparentemente benevolo, ma in realtà diabolico, di fronte al quale solo lo starets Giovanni, capo spirituale del piccolo gregge rimasto fedele, ha il coraggio di pronunciare parole definitive: «Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui e tutto ciò che viene da Lui, perché sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità».
Sia Benson sia Solov’ev immaginano che l’Anticristo sia un politico. Noi abbiamo invece vissuto la realtà sconvolgente di dover riconoscere i tratti dello spiritualismo umanitario in un papa. Non a caso idolatrato dai nemici della Chiesa, che oggi lo omaggiano per il contributo dato al grande obiettivo: svuotare il cristianesimo dall’interno trasformandolo nella Nuova Religione Universale e ridurre la Chiesa a organizzazione umanitaria ed ecologista.