Il Leviatano draghesco e la battaglia decisiva: per restare liberi e umani
di Massimo Viglione
La giornata del 9 ottobre 2021 a Roma segna una nuova e ulteriore cesura nel meccanismo rivoluzionar-sanitario in atto dal marzo 2020. Questa giornata – e questo meccanismo – non possono non rinviare la mente alle celebri “giornate” della Rivoluzione Francese (14 luglio, 5-6 ottobre, 10 agosto, ecc.), nelle quali la spinta motrice compiva salti significativi nel processo totalitario e terroristico.
In questo giorno, gli italiani per bene – con tutti la immensa e incontenibile caterva di limiti e accecamenti mentali e morali che caratterizza questo popolo indottrinato e impecorito – hanno toccato con mano – o meglio: hanno appena iniziato a toccare con mano – cosa realmente siano la democrazia liberale e la repubblica italiana, la tolleranza dello Stato laico e, occorre dirlo, chi siano veramente i “paladini” dell’“ordine” quando il popolo non obbedisce più a chi comanda.
Draghi rimarrà nella storia colui che ha potuto annientare in via definitiva e completa il senso stesso dell’esistenza della destra-sinistra-centro, tanto a livello ideologico che partitico, come i fatti dimostrano incontrovertibilmente, visto che è sostenuto da tutti i partiti politici e tutti (compreso Fratelli d’Italia) lo desiderano al Quirinale, quel Quirinale dove tra pochi giorni sarà inaugurata la “Porta dell’Inferno”. E ciò è ancor più evidenziato dal fatto che è sostenuto perfino da alcuni intellettuali (e non mancano i sacerdoti) del mondo della Tradizione cattolica e del pensiero controrivoluzionario, ovvero di quel pensiero che per antonomasia dovrebbe capire, perfino fiutare in anticipo, chi sia al servizio della Rivoluzione gnostica e dove la Rivoluzione sta andando. Draghi, cioè, è la personificazione di quel Leviatano – non è lui, lo sappiamo bene, ma lo rappresenta e lo serve perfettamente – su cui si fonda la dissoluzione rivoluzionaria e gnostica dell’intera civiltà cristiana dei secoli passati.
Ebbene, il Leviatano draghesco (o il Drago leviatanesco, fate voi) ora è in difficoltà, perché una parte non del tutto relativa del popolo – che egli ha l’incarico di domare e dominare per i fini prestabiliti e avendo sotto il suo sgabello tutti i suoi adoranti complici politici ed ecclesiastici, giornalistici e culturali – si sta ribellando. E in questa parte di popolo, che il sistema totalitario e menzognero per essenza costitutiva definisce “no-vax”, si cominciano a trovare anche i vaccinati pentiti, ovvero coloro che hanno iniziato a capire la trappola mortale in cui sono caduti, una trappola senza fine, destinata a preparare il passaggio dal post-umanesimo odierno al trans-umanesimo tecnologico (e anche coloro che non arrivano a comprendere o ad accettare questi concetti, semplicemente non hanno più intenzione di continuare a farsi bucare e iniettare liquidi non precisati a rischio della propria salute o non certo raramente della vita).
Pertanto, diventa necessario, inevitabile, per il dragonesco Leviatano, controllare il dissenso che da verbale, mentale, informatico (sul web), diventa fisico con la discesa in piazza di decine di migliaia di persone non sparse insensatamente in tutta Italia, ma unite come popolo nella capitale.
Personalmente, sono mesi che dico che fare tante manifestazioni poco numerose in tutte le città non serve, mentre può divenire dirompente – Francia docet – che il popolo delle persone libere e sane si riunisca tutto a Roma, civilmente, pacificamente, ma in maniera determinata, a centinaia di migliaia, pure milioni se possibile. E si registrino video da far girare in tutto il mondo, perché quelli nessuno li può bloccare. E non è certo un caso che il giorno 9 più persone che semplicemente registravano quanto avveniva siano state aggredite fisicamente e impedite con la violenza a continuare a registrare il video. E certo non dai “facinorosi”.
Draghi e tutto il corteo adorante dei politici ai suoi piedi sono ora dinanzi a un bivio decisivo: la protesta crescerà, perché sempre più vaccinati staranno male o – speriamo di no, ma purtroppo il pericolo esiste – perderanno la vita, e il tutto senza alcun reale e cogente rischio sanitario collettivo; e quindi sempre più persone passeranno dalla parte del popolo libero e sano (usiamo i concetti di libertà e sanità perché questi sono esattamente il nemico essenziale del totalitarismo sanitario, o meglio, anti-sanitario).
Ed ecco quindi, come sempre, da sempre, specie nella Repubblica italiana – come Cossiga ben spiegava già negli anni Novanta – i provocatori fascisti che assaltano gli zombi della Cgil (qualcuno per caso ricordava la sua esistenza?), per l’occasione aperti di sabato pomeriggio (a nessuno viene alcun dubbio in mente su questa alquanto insolita e “provvidenziale” apertura?). Ed ecco le strausuali e immancabili violenze di piazza. Ed ecco il popolo dei rimbecilliti dal Grande Fratello e dai talk-show di regime credere alle ormai stravecchie e straconsumate panzane sul pericolo fascista.
Eppure, a nostra opinione, questo meccanismo comincia a fare acqua. Vogliamo sperare che, se non proprio tutti, veramente molti abbiano capito che in piazza c’erano uomini “normali”, donne, bambini, persone come tutti, sui quali, stando alle testimonianze che si trovano sul web, è stata sparata l’acqua degli idranti (pure sui bambini) e il fumo dei lacrimogeni, ai quali sono state date manganellate per il solo fatto di essere lì.
E non sono certo stati i facinorosi fascisti a farlo.
I facinorosi non mancano mai, sono i più utili al sistema. Ma questa volta, in piazza, c’erano le persone per bene, la cui unica colpa è quella di dissentire dal Drago leviatanesco e anche, ormai, dai suoi camerieri politici, specie da quelli del defunto centro-destra, defunto anzitutto nella logica intrinseca della sua stessa esistenza, al di là poi dei voti che potrebbe ancora ottenere a causa del livello intellettivo degli italiani. In cosa si differenzia oggi, con Draghi al governo, la Lega dal Pd? Cosa fa di diverso? Quale opposizione, se sta al governo con il Pd ed è complice di tutti i provvedimenti di ogni genere e tipo di questo governo, a partire magari dall’aumento stratosferico della benzina e della elettricità (ovvero, la famosa “transizione ecologica” che comincia ad attuarsi)? Ecco, solo per porre qualche banalissima domanda, ma senza reale speranza che i ciechi mentali inizino ad aprire gli occhi.
Draghi sa che se cede e torna indietro fa una brutta fine. Non è stato certamente messo lì per questo. Ma se non cede avrà problemi con il popolo, e sempre crescenti. Quindi, per ora, si prova a sedare gli animi e riportarli alla tacita obbedienza con i soliti metodi “democratici” di piazza tramite la collaborazione di coloro che dovrebbero essere i difensori dei cittadini onesti, pacifici, che manifestano democraticamente come previsto dalla Costituzione liberale.
Il volto profondo delle Forze del “Dis-ordine”. Potremmo chiamarlo… il “Deep Ordine”.
Ma se questo, come appare piuttosto possibile, non dovesse bastare, il Drago leviatanesco dovrà trovare altre soluzioni. Chissà, magari quelle tanto annunciate nuove pandemie perfettamente funzionali a richiudere tutti dentro casa. E allora gli italiani dovranno decidere se ricadere nella trappola come nel 2020, oppure – come accade oggi – pensare a come salvare la propria libertà, i propri beni, la propria, perfino, stessa umanità, antropologicamente parlando.
È una sfida mortale. La si può vincere solo in proporzione alla capacità di comprensione della realtà presente per quella che realmente è. E questa capacità è inversamente proporzionale all’attaccamento – tanto intellettivo, che opportunistico che emotivo-sentimentale – ai politici di riferimento, alle attuali gerarchie ecclesiastiche, alla tv e ai giornali.
Ovvero: per rimanere liberi e umani, occorre tornare liberi e umani.
La piazza del 9 ottobre 2021 a Roma è un momento decisivo in senso palindromo: tanto per Draghi e complici, stretti dalla morsa delle pretese dei loro veri capi e del popolo libero, quanto per gli italiani liberi e ancora umani.
Costoro, devono aprire gli occhi: non solo su Draghi e sui suoi camerieri idolatranti, ma su tutto il sistema liberal-democratico e repubblicano. I nodi sono tutti al pettine. La persona intelligente e libera si emancipa dai miti – tanto ideologici, che psicologici che umani – e affronta la realtà per quella che è. Di questa realtà abbiamo avuto un assaggio iniziale nel centro di Roma il 9 ottobre 2021.
Dove erano, e dove sono, i partiti che dovrebbero rappresentare il popolo in piazza? Sono con colui e coloro che opprimono il popolo in piazza, facendolo passare per violento e “fascista”. E tutti insieme lo propongono come presidente della Repubblica.
Quel popolo, pacifico e normale, è oggi senza rappresentanza politica. L’Italia, anche e proprio volendosi basare sulle categorie ideologiche e politiche del sistema liberal-democratico, non è pertanto più una democrazia.
Ma se non è più una democrazia che cosa è?
Questo è il vero nodo da sciogliere per gli italiani ancora liberi e umani: il capire tutto questo e il decidere cosa fare e come per restare nella libertà e nell’umanità dell’ordine del creato.
E la prima cosa da fare è la progressiva unione – almeno a livello operativo, almeno per spegnere il fuoco sulla nave che affonda – di coloro che hanno capito e vogliono reagire, però in comunione – per quanto possibile – di ideali, intenti e prospettive. Coloro che stanno emergendo come le possibili guide di questo popolo devono trovare il coraggio di vincere i personalismi ma, al contempo, devono saper valutare le persone qualificate – che molto spesso non sono affatto quelle che più si mettono in mostra; anzi, le loro impunite invettive appaiono alla lunga alquanto sospette – in ogni settore per ricostruire una società umana, libera e sana. Per quanto ci riguarda (nel nostro piccolo, ma non così piccolo quanto comunemente si crede), pure cattolica e tradizionale.
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Virus e Leviatano
Durante la “pandemia”, acanto alla crisi economica e sociale abbiamo assistito alla sospensione delle abituali procedure costituzionali. L’Italia ha smesso di essere una Repubblica parlamentare e le funzioni di governo sono state esercitate attraverso le decretazioni del presidente del Consiglio, editti statali che hanno assunto valore quasi religioso, in cui la Salute è stata assolutizzata.
Abbiamo vissuto una forma di dispotismo terapeutico condiviso che, pur accettato in maniera passiva dalla maggioranza dei cittadini e, colpevolmente, anche dalla Chiesa, ha generato prevaricazioni che non possono e non devono essere dimenticate, poiché “costituiscono un precedente pericoloso e preoccupante per tutti coloro che hanno a cuore la qualità della democrazia liberale”.
Decisivo il ruolo dell’informazione, che ha contribuito ad alimentare la paura anziché a razionalizzarla. E chi può assicurarci, si chiede e ci chiede Valli, che ciò non si ripeterà e che lo Stato d’emergenza, sostituito allo Stato di diritto, non possa essere istituzionalizzato?
Aldo Maria Valli, Virus e Leviatano, Liberilibri 2020, 108 pagine, 11 euro. Disponibile qui, qui, qui e su tutte le principali piattaforme per la vendita di libri.