Cardinale Burke / Quel legame stretto tra Avvento e Apocalisse
Dopo la malattia, il cardinale Burke prosegue nella riabilitazione e scrive agli amici sia per aggiornarli sulla sua salute sia per proporre una meditazione sull’Avvento.
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di Raymond Leo cardinal Burke
Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
mi fa molto piacere informarvi che presto celebrerò la mia prima Messa pubblica dopo il mio ricovero in ospedale, il 10 agosto di quest’anno. Sebbene la riabilitazione sia ancora in corso, la salute è migliorata abbastanza da poter tornare al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a La Crosse, nel Wisconsin.
Il prossimo 11 dicembre, alle ore 11, offrirò una Messa solenne pontificia, secondo l’uso più antico del rito romano – quella che viene spesso chiamata la forma straordinaria del rito romano -, che sarà in streaming su Risposte cattoliche. Se non potete assistere di persona alla Santa Messa, siete invitati a vedere il live-stream.
Il giorno successivo, il 12 dicembre, tradizionale festa della Madonna di Guadalupe, quest’anno cade nella terza domenica di Avvento o domenica di Gaudete. Poiché, secondo l’uso più recente del Rito Romano – quella che spesso viene chiamata la forma ordinaria del rito romano –, una solennità – quale è la festa patronale al santuario – non può sostituire una domenica di Avvento, la celebrazione della solennità di Nostra Signora di Guadalupe, secondo l’uso più recente, è spostata, quest’anno, al giorno successivo, 13 dicembre. Pertanto, offrirò la Messa domenicale Gaudete il 12 dicembre alle ore 13, e la Messa del 13 dicembre per la festa di Nostra Signora di Guadalupe alle 12:15, entrambe secondo l’uso più recente. Nessuna di queste Messe sarà trasmessa in streaming.
Per quanto io desideri che queste liturgie pubbliche segnino il mio ritorno alle consuete attività pastorali, la riabilitazione deve ancora procedere. Continuerò a tenervi aggiornati sui miei progressi.
Per coloro che desiderano ricevere le mie lettere, ricordo che il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe le pubblicherà nella Newsletter mensile, Salve, a partire da gennaio 2022.
Ora, come nelle mie precedenti lettere, vorrei passare, come vostro padre spirituale, a un messaggio pertinente per l’anno liturgico. Pertanto, offro una breve riflessione su come il messaggio della lettera del mese scorso sui Novissimi – Morte, Giudizio, Paradiso e Inferno – sia collegato al tempo di Avvento e alla preparazione alla festa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo che si è incarnato nel seno della Beata Vergine Maria nell’Annunciazione, il Primo dei Misteri Gaudiosi del Rosario, che celebriamo il 25 marzo di ogni anno. A ogni Santa Messa della domenica e delle altre feste, professiamo la nostra fede nell’Incarnazione redentrice con queste parole del Simbolo Niceno-costantinopolitano: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». Mentre pronunciamo queste parole ci inchiniamo (forma ordinaria) o ci inginocchiamo (forma straordinaria) perché esse esprimono il mistero centrale della Fede.
Il tempo di Avvento è ricco di grazia per la nostra vita cristiana. In modo particolare, l’Avvento è per noi un invito ad avvicinarci al mistero dell’Incarnazione redentrice, mistero incomparabile per il quale Dio Figlio ha preso la nostra natura umana per salvarci dal peccato e dalla morte mediante la sua passione, morte, risurrezione e ascensione, rimanendo sempre con noi nella Chiesa. Il tempo di Avvento non solo ci invita a una maggiore intimità con Cristo – Dio Figlio incarnato – nella nostra vita quotidiana. Ci dà la grazia di raggiungere quella maggiore intimità per il bene della nostra felicità in questa vita e la pienezza della nostra felicità nella vita che verrà. Cristo Incarnato, assiso nella gloria alla destra di Dio Padre, agisce in mezzo a noi attraverso i Sacramenti della Penitenza e della Santa Eucaristia per attirare i nostri cuori sempre più pienamente al Suo Sacratissimo Cuore.
Nello stesso tempo, l’Avvento ci prepara soprattutto all’Ultimo Giorno, il giorno in cui Cristo, vivo per noi nella Chiesa, tornerà nella gloria per compiere la sua opera salvifica, per inaugurare «nuovi cieli e nuova terra in cui abita la giustizia» (2 Pt 3, 13). In altre parole, il Natale del Signore prepara la via alla «cena delle nozze dell’Agnello» (Ap 19,9), alla quale siamo stati chiamati sin dal momento del nostro battesimo. Quando l’angelo del Signore apparve nei campi di Betlemme, annunciando ai pastori: «Non abbiate paura; poiché ecco, vi annunzio una grande gioia che verrà a tutto il popolo; poiché oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11), preparava il cuore dell’uomo a ricevere l’invito del «re che fece festa di nozze per suo figlio» e ordinava ai suoi servi di «invitare alla festa nuziale quanti ne troverete» (Mt 22,2.9). La parabola di Nostro Signore sulla festa del matrimonio troverà il suo compimento ultimo nell’ultimo giorno.
Sebbene collegare il tempo dell’Avvento all’ultima venuta o all’Apocalisse possa sembrare uno smorzare la natura celebrativa della nostra preparazione alla festa della Natività di Nostro Signore, è di vitale importanza per noi che la prima venuta del Salvatore sia essenzialmente collegata alla Sua Seconda Venuta. Questa intima connessione non è per noi fonte di paura o tristezza, ma di fiducia e gioia. La parola “apocalisse” è usata non solo come parola di apertura del Libro della Rivelazione (precedentemente noto come Libro dell’Apocalisse), ma è anche usata poco dopo la Natività, nel racconto della Presentazione del Signore. Quando la Vergine Madre di Dio e San Giuseppe, padre adottivo del Salvatore e vero sposo di Maria, presentarono Nostro Signore, poco dopo la Sua nascita, nel Tempio, il profeta Simeone prese in braccio il Bambino Salvatore, dichiarandoLo “luce per la rivelazione [apocalisse] alle genti e gloria al tuo popolo Israele” (Lc 2, 32).
La parola apocalisse nella lingua greca comunemente parlata all’epoca (koinè) significa “svelare” o “scoprire”: ad esempio, una coppia che scopre il volto del loro bambino appena nato per la presentazione pubblica o uno sposo che svela il volto della sua sposa alla loro cerimonia di nozze. In modo simile, il nostro Salvatore, manifestando il mistero profondo del Divino Amore, iniziò la sua Rivelazione, la sua Apocalisse, sotto la luce della Stella che invitava e guidava i Magi «dall’Oriente» (Mt 2,1; cfr. Is 49, 12). Quando i Magi videro la luce della stella che «si posò sul luogo dove era il bambino… gioirono grandemente. Ed entrati in casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,9-11). Chiaramente e meravigliosamente, la luce miracolosa della Stella ha rivelato, svelato, la presenza di Dio – Dio Figlio Incarnato – per la vera gioia dell’uomo e il giusto culto di Dio. Gesù Cristo è la «luce vera, che illumina tutti» (Gv 1,9), come aveva profetizzato Simeone, e come Nostro Signore ha rivelato più pienamente nel Libro dell’Apocalisse: «Io sono la radice e la progenie di Davide , la luminosa stella del mattino» (Ap 22, 16).
La Luce del Signore illumini la vostra vita con la sua gloriosa verità e il suo amore durante tutto il tempo di Avvento, definito dal Papa san Giovanni Paolo II «un periodo di intensa formazione che ci orienta decisamente verso Colui che è già venuto, che verrà e che viene continuamente” (udienza generale, 18 dicembre 2002). Trascorriamo quindi questo tempo di forte grazia nel calendario liturgico della Chiesa, preparandoci a celebrare la nascita di Dio Figlio incarnato, il Redentore, e mantenendo nel cuore la gioia che è nostra nell’anticipare la sua seconda venuta nell’ultimo giorno. Possa la nostra osservanza dell’Avvento tenere davanti ai nostri cuori l’esortazione e la promessa di Nostro Signore ai suoi fedeli amministratori: «Si cingano i vostri lombi e le vostre lampade siano accese, e siate come uomini che aspettano che il loro padrone torni a casa dalla festa nuziale, affinché gli aprano subito quando viene e bussa. Beati quei servi che il padrone trova svegli quando viene; in verità vi dico: si cingerà e li farà sedere a tavola, e verrà a servirli» (Lc 12,35-37).
Implorando Nostro Signore, per intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, di benedire voi, le vostre case, le vostre famiglie e tutte le vostre fatiche durante questo tempo di Avvento, rimango
Vostro nel Sacro Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, e nel Purissimo Cuore di San Giuseppe
Fonte: cardinalburke.com