I cento euro di multa? Non sottovalutateli. Sono una porta spalancata sull’abisso

Necessità della corretta interpretazione di quanto sta accadendo per una giusta resistenza e reazione

di Massimo Viglione

Rabbia e sconcerto, unitamente a una crescente volontà di resistenza e reazione, di non cedimento, aleggiano sempre più nelle anime e nelle parole di milioni di italiani, posti dinanzi alla ufficializzazione dell’obbligo vaccinale controfirmato dall’uscente presidente della Repubblica, come ultimo atto di un settennato di cui porterà per sempre il peso. In realtà, costoro sono ben più di quei due milioni (fonte Televideo) di ultracinquantenni ufficialmente indicati come non vaccinati; perché anche i più giovani iniziano a capire che è solo un caso – o forse una precisa volontà punitiva verso la categoria umana più restia a farsi iniettare un siero sconosciuto nelle vene per un numero indeterminato di volte – se a loro, per ora, non tocca lo stesso obbligo. Cominciano a capire che la vessazione che oggi spetta a una precisa categoria per un determinato motivo, domani, per altri aspetti, potrà toccare a tutti gli altri, e magari con pretese ben più amare e sistemi punitivi ben più gravi degli attuali.

Si stanno insomma radicando sempre più nella popolazione (compresi molti già sierizzati) due consapevolezze ben precise, con la seconda che è conseguenza logica della prima: 1) il siero non solo non serve a tutelare la salute, ma in realtà può rovinarla, fino a essere causa di morte precoce; 2) dinanzi a questa ormai comprovata realtà, chi governa anziché fermare la sierizzazione di massa ricorrendo alle cure alternative che ben funzionano la avalla con il sopruso sanitario (“tachipirina e vigile attesa”), legale e fiscale. Non solo: la vuole ripetere ad libitum e ricorre a sistemi legislativi inusitati (come l’obbligo vaccinale e la relativa multa una tantum) che aprono la porta verso un abisso oscuro.

Quest’ultimo aspetto è, a nostra opinione, il vero punto che ancora sfugge a moltissimi e sul quale vogliamo soffermarci.

Le due consapevolezze sopra citate sono condizione necessaria ma non sufficiente per la comprensione di quanto accade e la propria salvezza personale. Molti, pur arrabbiati e intenzionati a resistere, credono che possano cavarsela pagando cento euro, non pagando affatto o, se sono impossibilitati al lavoro, perdendo quattro mesi di stipendio (e qui già la situazione si fa molto più ardua per chi benestante non è).

In realtà, è assolutamente necessario iniziare a prendere coscienza di un terzo punto fondamentale della tragedia in atto: quello riguardante i princìpi.

Al di là delle delimitazioni d’età, del moderato – per ora – sistema punitivo e quindi dei cento euro, al di là pure della sospensione o della perdita del lavoro, occorre capire che questo governo, creato ed eterodiretto dai poteri nuovomondialisti della finanza sinarchica, ha aperto la porta dell’abisso che condurrà alla velocissima realizzazione dei loro piani, la cui superfice (solo questa) è stata chiaramente espressa nell’agenda 2030 e ancor più chiaramente in tanti discorsi e scritti – sempre più apertamente sbandierati – dei loro esponenti di punta.

Andiamo al sodo, avanzando esempi di azione concreta magari esagerati ma non per questo non possibili (anzi).

Se un governo si arroga il presunto diritto di imporre la somministrazione di un siero genico sperimentale nel corpo dei cittadini, senza un reale pericolo che possa giustificare tale rimedio e, per di più, sapendo di effettuare un’operazione che non solo travalica i confini della propria Costituzione ma è rischiosa per la salute e la vita delle persone, e per di più in presenza di valide alternative non invasive che vengono sistematicamente combattute senza reale motivazione né medica né umana, vuol dire che si è sorpassata la soglia di ogni confine morale, naturale e giuridico di oggettività del bene e del vero.

Stando così le cose, perché questo governo, che oggi impone cento euro di multa una tantum, domani non potrebbe imporre 15 mila euro? E perché dopodomani non potrebbe confiscare la casa ai dissidenti? O, magari, bloccare il loro conto in banca, con la stessa modalità fiscale con cui oggi pretende i cento euro? Una volta accettato il principio, le modalità di applicazione sono del tutto soggettive e temporanee.

Lo stesso concetto di multa una tantum è in sé del tutto inventato ex novo e del tutto illegittimo giuridicamente.

Ma andiamo avanti. Se oggi questo governo nuovomondialista adopera tali illegittime e amorali modalità politiche per il siero genico, perché non potrebbe adoperarle anche per altre motivazioni sociali? Chi impedisce – una volta che è passata nella prassi politica di uno Stato l’idea onnipotenziale del governo di turno “sotto eccezione” (vera, presunta o inventata del tutto che sia questa “eccezione”) – di imporre l’eutanasia ai malati, o a quelli che loro giudicano essere “malati” (magari tramite valutazione da remoto per mezzo di microchip aut similia)? Chi impedisce di togliere i figli minori, magari anche piccolissimi, a quei genitori renitenti all’onnipotenza dello Stato sotto la maschera della “patria in pericolo” di robespierriana memoria, ovvero lo “Stato di eccezione”?

Potremmo continuare a lungo con gli esempi di fantasia, ma non serve: oggi, chiunque sia dotato di un minimo di libero raziocinio e di dignità morale sa perfettamente che questi esempi di fantasia non hanno proprio nulla di fantastico, ma sono ormai obiettivi perfettamente realizzabili e già programmati.

In tal senso, fare le battute – che pur comprendiamo come necessaria valvola di sfogo personale – sull’esiguità dei cento euro, o fare gli ottimisti sul breve futuro di questo governo, non ha nessun senso né utilità pratica. Caduto un governo se ne fa un altro, finché il sistema mondiale che regge il tutto non precipita negli inferi dai quali è salito. E i cento euro di oggi sono la porta di ingresso per l’imposizione dell’eutanasia, o del blocco della carta di credito, o direttamente del contante o del prelievo fisico dei propri figli, di domani.

Chi avalla tutto questo è complice del più mostruoso Leviatano che la storia abbia mai prodotto. Anzi, purtroppo sta solo cominciando a produrre, gettando, per l’appunto, con questi ancora gestibili mezzucci, le basi della follia demoniaca che ci attende e che non sarà più gestibile. Denunciammo tutto questo fin dalla primavera del 2020, fummo accusati di essere “complottisti”, perfino “liberali” e “modernisti”, poi “no-vax”, in futuro magari saremo accusati di essere “no-eutanax” o “no-elettronix” (moneta elettronica) o chissà cos’altro, secondo un meccanismo rivoluzionario sovversivo iniziato nella Germania di Lutero con il termine “papisti” e nella Francia di Robespierre con il termine “contro-rivoluzionari” e poi proseguito ovunque in tante maniere fino a oggi. E a domani. E chi avalla questo sistema è parte integrante di questo sistema e come tale va giudicato.

Dobbiamo anche prendere la dolorosa consapevolezza che in realtà anche tutti noi che teniamo duro e non cediamo abbiamo già ceduto. Magari con una responsabilità crescente di passo in passo, o di persona in persona.

Abbiamo ceduto quando abbiamo accettato di essere reclusi per tre mesi in casa con regole e modalità assurde e totalitarie, che hanno causato la rovina economica di un numero enorme di attività esercenti e famiglie (più notevoli danni psicologici individuali e di massa).

Abbiamo ceduto quando abbiamo accettato di non abbracciarci, di non uscire e mangiare più insieme, di “distanziarci socialmente”, che poi voleva dire umanamente.

Abbiamo ceduto quando abbiamo accettato di farci imporre una mascherina sulla bocca, che ci nasconde il sorriso, ci infetta l’aria che respiriamo e, soprattutto, ci – simbolicamente – impedisce di parlare, ovvero di esercitare la seconda prerogativa dell’uomo come Dio lo ha creato, essere parlante, conseguenza inevitabile della prima, quella di essere un essere pensante, giudicante e amante.

Abbiamo ceduto quando abbiamo accettato di essere divisi in regioni colorate secondo arbitrio e umori di governanti e medici indegni e, con ogni probabilità, non “neutrali” nei loro interessi personali, svendendo così la nostra stessa libertà di movimento e la struttura geopolitica stessa del nostro Stato.

Abbiamo ceduto quando, in base a questi colori tanto totalitari che arbitrari, abbiamo accettato di chiudere negozi e attività commerciali, fino alla rovina e fino alla morte della libertà personale dei cittadini.

Abbiamo ceduto quando siamo ricorsi (e ricorriamo) ai tamponi per avere qualche mese di libertà personale, dimenticando che – al di là magari dell’aspetto specificamente medico (nessuno può negare che occorre avere senso di responsabilità verso il prossimo quando si è vittime del virus; in tal senso, mascherine e tamponi hanno una loro innegabile utilità medica, che pur non toglie però quanto stiamo affermando – questi tamponi ci fanno comunque entrare nel meccanismo di controllo delle nostre persone, che comunque avviene anche con ben altri usuali sistemi (internet e cellulari in primis).

Cederemo oggi se andremo a pagare i cento euro, porta d’ingresso di ben altri pagamenti futuri (che non saranno di cento euro) in ogni settore della nostra vita personale e sociale.

Hanno ceduto tutti coloro che si sono fatti iniettare un siero genico – e sorvoliamo su quello che contiene veramente e sulle sue conseguenze nel presente e in quelle facilmente intuibili nel futuro – per “stare bene” o “potersi muovere” o “guadagnare”: perché si sono già proiettati pienamente nel controllo da remoto prossimo venturo della loro persona, dei loro beni, in parte delle loro anime, tramite “microchip adveniente”, di cui il siero genico, ripetuto ad libitum, è precondizione tecnologica.

Certo, occorre anche tenere presente che siamo in guerra, e quando si è in guerra all’audacia e alla forza occorre alternare, secondo giustizia e buon consiglio, anche l’astuzia, la prudenza, la ritirata, entro certi accettabili confini morali, il compromesso. Altrimenti non saremmo in guerra. Ma non dobbiamo mai perdere di vista né la realtà presente per quella che realmente è (ci fanno guerra) né gli obbiettivi veri da raggiungere o difendere.

Decine di milioni di italiani hanno ceduto (e cederanno) su tutto, moltissimi su molto (e ora cominciano a capire), pochi hanno tenuto e tengono duro, resistono, e un gruppo di questi è anche pronto a reagire. Eppure, non esiste nessuno, ma proprio nessuno, che non abbia ceduto almeno su uno o due punti di questo infernale sistema, perché la trappola sanitaria è la più perfetta, geniale (e in quanto tale) ultima di tutte le trappole della storia della Rivoluzione gnostica. In costoro risiede oggi la speranza della salvezza di un piccolo resto, più o meno come avviene nella Chiesa Cattolica (e spesso vi è coincidenza di persone nei due settori).

Ci attendono giorni in cui dovremo costantemente decidere la nostra strategia e la nostra tattica per rimanere uomini veri e liberi. Ogni giorno, e non è detto che, in certi specifici casi, i criteri siano sempre identici per tutti.

Stiamo vivendo, nell’ora più buia della storia, i giorni del primato della coscienza individuale, la quale, però, per un cristiano e per un uomo vero e libero, non può mai travalicare i confini estremi dell’oggettività delle leggi divine e naturali. E, al contempo, il Rubicone della propria stessa natura antropologica. Il più infernale dei mali oggi ipotizzabili, secondo solo all’adorazione fisica della Bestia e, in qualche modo propedeutico a questa, è l’apertura al post-umanesimo ecologista e al trans-umanesimo cibernetico, il cui cammino è in entrambi i casi, a nostra e non solo nostra opinione, preparato da un siero ripetutamente iniettato nei corpi degli esseri umani. Non per niente, è ciò a cui i nostri nemici più tengono e da cui intendono far dipendere la sopravvivenza delle persone. Il vero Moloch del nostro tempo.  E questo è davvero un confine invalicabile, per chi ha capito.

In conclusione, il nostro invito è rivolto a questo piccolo resto – oggi composto da persone delle più svariate provenienze ideologiche, come d’altronde accade anche nel campo avverso – e consiste nel non cadere nella trappola della “porta d’ingresso”, ovvero del facile entusiasmo per una per ora ancora gestibile reazione di resistenza al tiranno: ciò che oggi è gestibile è, appunto, solo la porta d’ingresso di ciò che domano sarà l’inferno in terra.

Occorre invece cercare immediatamente la porta d’uscita, ovvero tornare a pensare, anche proprio ai fini di una vera, incisiva e corretta reazione di popolo, sul piano dei grandi princìpi, e non su quello dei mezzucci (“io speriamo che me la cavo”) hic et nunc; sebbene occorra ammettere che anche questo aspetto ha una sua ragione d’essere immediata, legata alla necessaria sopravvivenza quotidiana e alla libertà personale di agire. Ma solo una legittima resistenza e reazione basata sui grandi princìpi filosofici, morali, naturali, giuridici può poi permettere una reale resistenza e reazione anche sul piano quotidiano pratico, indicandoci appunto strategia e tattiche da seguire caso per caso.

Dobbiamo resistere su tutto, palmo a palmo, ovunque possibile e con ogni mezzo legittimo possibile, perché qui non è in gioco il nostro stipendio, e nemmeno solo l’immenso valore della nostra libertà naturale, ma la stessa nostra natura umana. Non perdiamo di vista il loro scopo ultimo, per poter essere veramente all’altezza del nostro compito.

E, come sempre, il primo livello di questi grandi princìpi rimane quello religioso-teologico: ovvero, quello a cui quasi nessuno pensa, anche a causa del totale tradimento di coloro che ne dovrebbero essere i primi artefici.

Ma “quando i grandi cadono, tocca ai piccoli guidare” (J.R.R. Tolkien). Secondo coscienza individuale, nel quadro della Verità oggettiva e della Legge naturale.

 

 

 

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