Wedding Airlines
Il taxi inchiodò proprio davanti al Terminal Uno. L’uomo vestito da papa ne scese trafelato e si diresse verso i controlli di sicurezza. Lo lasciarono passare (tanto lui aveva solo la solita borsa) e così poté essere subito a bordo.
«Benarrivato, santità», gli disse l’assistente di volo con uno sghignazzo.
«Spiritoso!», replicò l’uomo vestito da papa.
«Oggi ne abbiamo sei», riprese l’assistente. «Due economy, tre business e uno business plus».
«Uhm…», si limitò a bofonchiare l’uomo vestito da papa. «Sono sempre di più. La faccenda incomincia a diventare impegnativa. E dove andiamo questa volta?».
«Amsterdam, sua santità. Dovremo sbrigarci. Un whisky?».
«Sì, grazie, mi ci vuole proprio».
In effetti, da quando la Wedding Airlines aveva dato il via al servizio, le richieste si erano moltiplicate. Moltissime le coppie che chiedevano di sposarsi in volo, con un finto papa come celebrante d’eccezione. Matrimoni volanti, così erano chiamati con un simpatico gioco di parole. E pazienza se non avevano valore né legale né religioso. L’importante era divertirsi e avere simpatiche foto ricordo.
«Mettete le ali al vostro matrimonio», diceva la pubblicità della Wedding. «Allacciate le cinture e preparate gli anelli!».
Lo slogan non aveva fatto piacere a quelli della Two Rings, la compagnia concorrente, che, non avendo a disposizione un finto papa, doveva accontentarsi di un finto cardinale. E pensare che erano stati proprio loro, quelli della Two Rings, i primi a usare la battuta sulle cinture e gli anelli. E se l’erano fatta soffiare.
Non appena l’aereo decollò con destinazione Amsterdam, fu già tempo di mettersi all’opera.
La prima coppia volante era composta da un uomo di cinquant’anni e una donna di quaranta, conviventi da venti, tre figli. Cerimonia economy, quindi in spazi un po’ ristretti, ma veloce.
Il «papa» sorrise, recitò la formula, fece le domande di rito e diede la sua benedizione. Poi bacio e foto. Finito.
Un po’ più complessa era la cerimonia business, che prevedeva anche un’omelia (breve) del «papa». La business plus, poi, oltre all’omelia comprendeva lo champagne e (su richiesta, con un piccolo extra) alcuni finti giornalisti che fingevano stupore.
Dopo due ore e trentacinque minuti, in perfetto orario, l’aereo della Wedding atterrò a Schiphol, e il «papa» poté finalmente rilassarsi. Avrebbe utilizzato il volo di ritorno per dormicchiare un po’. Da quando aveva accettato di recitare la parte del papa si sentiva stanco, sempre su e giù dagli aerei. A dire il vero gli dispiaceva aver abbandonato le telenovelas sudamericane, delle quali era fra i protagonisti nel ruolo del bel tenebroso. Ma la Wedding pagava bene.
«Tutto questo, come minimo, è blasfemo», scrissero due attempati cardinali (veri) su un giornale tradizionalista. Ma nessuno se ne curò.
Le cose filarono lisce fino al brutto giorno in cui (la Wedding quella volta stava volando da Roma a Tallinn) si presentò una coppia di portoricani, classe business plus.
Il «papa» si era già preparato la battuta («Vi dichiaro marito e moglie, ma attenzione alle turbolenze!») e la situazione sembrava tranquilla, ma lui, il quasi marito, al momento fatidico dei «sì» disse «no».
«Come?», chiese il finto papa con un mezzo sorriso.
«Come?», chiese la quasi moglie con sorriso tirato.
«No!», ripeté l’uomo.
Neppure il tempo di capire bene che cosa stesse succedendo, ed ecco che i novanta parenti portoricani di lei si scagliarono contro il mancato sposo, e subito gli ottanta parenti portoricani di lui attaccarono i novanta di lei.
Per un momento l’equipaggio pensò a una finta rissa, una variazione sul tema. Ma presto si resero conto che era vera.
Altro che turbolenze! Lo scontro fu tale che il volo Roma – Tallinn della Wedding Airlines rischiò seriamente di precipitare. E quella, su disposizione delle autorità aeree, fu la fine dei finti matrimoni celebrati in volo dal finto papa.
«Come volevasi dimostrare», scrissero i due cardinali. «Questa cosa non aveva senso». Al che il principale giornale progressista replicò che quegli anziani cardinali erano da compatire, perché non capivano le logiche della società dell’immagine.
E la Wedding Airlines? Fu riconvertita in compagnia aerea per divorzi.
Tre le possibilità: economy (veloce), business (velocissimo), business plus (istantaneo con champagne).
Aldo Maria Valli