Una chiesa in vendita e qualche domanda
Leggo che in Inghilterra una piccola chiesa cattolica è stata venduta, nell’ambito di un processo di riduzione e fusione delle parrocchie.
Parliamo della Chiesa del Rosario, costruita nel 1958 nella diocesi di Nottingham. Progettata per ospitare circa duecentocinquanta fedeli, è stata messa in vendita al prezzo di seimila sterline. Quelli erano i tempi del boom demografico, ma ora tutto è cambiato. Scarseggiano i fedeli e anche i preti, e così ecco la decisione di vendere. Niente di strano: solo un caso fra i tanti.
Il parroco, padre John, spiega: “Sapevamo tutti che la Chiesa del Rosario doveva essere venduta. La parrocchia è stata consultata mediante la newsletter. Il vescovo Patrick [monsignor Patrick Joseph McKinney, vescovo di Nottingham, NdR] voleva che ci sentissimo coinvolti, anche se la decisione finale sarebbe stata presa dagli amministratori diocesani, guidati dalla legge della carità. È stato un lungo processo. Siamo tristi, ma abbiamo capito e accettato il nuovo modello di fusione delle parrocchie nella diocesi”.
Ma a chi è stata venduta la Chiesa del Rosario? All’Accademia al-Ma’rifah, un centro culturale islamico. Decisione a proposito della quale padre John ai affretta a spiegare: “Il vescovo Patrick ha la responsabilità delle relazioni interreligiose per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ed è lieto che la transizione sia stata gestita bene. Preghiamo con e per le nostre sorelle e fratelli musulmani: hanno un piccolo edificio bellissimo in cui iniziare la loro scuola”.
Non vogliamo certamente immischiarci negli affari della diocesi di Nottingham e del suo vescovo, ma era proprio necessario vendere la Chiesa del Rosario a un’istituzione islamica che ne farà una moschea?
Comunque, è il commento finale di padre John quello che desta più stupore. Eccolo: “È così che sono iniziate le nostre scuole cattoliche locali, in particolare per le famiglie cattoliche immigrate dall’Irlanda. E ora tocca a noi dire ‘benvenuti’!”.
Beh, caro padre John, capisco l’importanza delle relazioni interreligiose, del dialogo, dell’accoglienza eccetera, ma il paragone non regge. C’è infatti un piccolo dettaglio che non può essere ignorato: come lei stesso ricorda, le scuole locali a cui si diede inizio decenni fa erano scuole cattoliche. E anche gli immigrati irlandesi erano cattolici. Il che fa una certa differenza, o no? E poi: va bene chiedere di pregare per i fratelli islamici, ma non sarebbe forse il caso di spendere una preghierina anche per i fratelli cattolici che hanno perso una chiesa?
Ma forse queste considerazioni, nella “Chiesa in uscita”, non si possono fare.
Infine un breve commento in merito alla foto che ritrae padre John con il dottor Khawaja Gulraiz Rauf, direttore dell’al–Ma’rifah Academy. Il prete cattolico, ça va sans dire, è quello mascherato.
A.M.V.
blogducinaltum@gmail.com