Si può profanare una chiesa. Lo ha stabilito la Corte europea

Qualche giorno fa Josep Borrell, capo della diplomazia europea, ha dipinto l’Europa come “un giardino” abitato da “persone privilegiate” ma circondato dalla “giungla”, cioè il resto del mondo, dalla quale occorre difendersi. Molto bene. Ecco un assaggio di quanto avviene in questo bel giardino.

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osservatoriocristianofobia.it

Un giornale italiano, Il Messaggero, ha così riassunto quanto è successo: “In Francia, profanare una chiesa per protestare è legittimo. Lo ha stabilito la Corte europea”.

I fatti

Correva l’anno 2013, quando una donna di nome Eloise Bouton, militante delle cosiddette Femen è entrata nella centralissima Chiesa della Maddalena a Parigi. (Le Femen sono quel movimento femminista radicale di protesta, diventato famoso per la pratica di manifestare, anche in chiese, mostrando i seni).

Semi-nuda, con un velo azzurro sulla testa e le braccia aperte come sulla croce, questa militante radicale non soltanto ha mimato la Madonna che abortiva Gesù, lasciando brandelli di fegato di vitello sanguinolenti ai piedi dell’altare – simbolo di Gesù abortito – ma ha anche urinato sui gradini dello stesso.

A questo sacrilegio erano presenti una decina di giornalisti, preventivamente avvertiti dall’attivista radicale delle Femen.

Eloise Bouton è stata, in seguito al suo atto blasfemo, denunciata e condannata dai tribunali francesi, in tutti i gradi di appello, a un mese di carcere, con la condizionale, e un’ammenda di duemila euro per “un’esibizione sessuale all’interno della chiesa parigina della Madeleine”.

“Un’inezia, in confronto ai fatti”, ha commenta giustamente il sito della Nuova Bussola Quotidiana.

Secondo il giornale francese Le Figaro, l’attivista voleva denunciare l’insegnamento della Chiesa in materia di aborto. Il suo avvocato aveva allora gridato allo scandalo perché nella decisione dei giudici “ha pesato il carattere cultuale del luogo dove è stato commesso la presunta infrazione”.

Condannata in Francia, la Femen Bouton ha deciso di far appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu).

E ha vinto!!!

Con una decisione pubblicata questo 13 ottobre – Bouton v France – i sette giudici della Cedu hanno stabilito, all’unanimità, che un’attivista a seno nudo che sull’altare di una chiesa simula di abortire Gesù, che urina sull’altare, che avvilisce la Fede Cristiana, che insulta i cristiani, “ha semplicemente esercitato la sua libertà di espressione”.

Questa Corte europea ha deciso che il gesto della attivista della Femen “ha avuto come unico obiettivo quello di contribuire, attraverso una performance volutamente provocatoria, al dibattito pubblico sui diritti delle donne, in particolare sul diritto all’aborto”.

Adesso, oltre al danno viene la beffa: la Corte europea ha condannato lo Stato francese – dunque i suoi contribuenti – a risarcire con 9.800 euro questa attivista delle Femen.

Il commento su Tempo.it va diritto al punto: “Adesso i cittadini europei sono liberi di profanare i luoghi di culto cristiani, di offendere il sentimento religioso dei credenti e di compiere atti osceni all’interno di una chiesa”.

Cosa fare?

L’European Centre for Law and Justice (ECLJ) – l’influente organizzazione internazionale dedita alla promozione e alla protezione dei diritti umani – ha già fatto un primo intervenuto presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, il Parlamento europeo e il Consiglio per i diritti umani, per la difesa dei diritti dei cristiani di praticare e vivere la propria Fede.

Perché, come denuncia l’ECLJ, i cristiani in Europa sono diventati la categoria di persone più perseguitata a causa della Fede:

– ogni giorno in Europa le chiese vengono profanate, bruciate; statue spezzate; l’incomprensione e l’odio verso Cristo e i cristiani si diffondono nella società;

– persone di origine musulmana che si convertono al cristianesimo sono spesso perseguitate, costrette a vivere la loro Fede nella clandestinità;

– le manifestazioni pubbliche cristiane sono sempre più censurate e anche le basilari dichiarazioni di fede nei discorsi pubblici vengono censurate e perseguite.

Malgrado il fatto che la Corte europea dei diritti dell’uomo non sia un organo dell’Unione europea, le sue sentenze hanno comunque una efficacia esecutiva “indiretta, nel senso che obbligano gli Stati membri, come è il caso della Francia e anche dell’Italia, ad adeguarsi.

Da parte sua, anche l’Osservatorio sulla cristianofobia interverrà presso la Commissione europea e il Parlamento europeo, chiedendo che misure concrete siano prese perché la Fede cristiana, i diritti e i sentimenti dei cristiani vengano non soltanto rispettati ma garantiti all’interno della Comunità europea.

Uniti insieme ad altre realtà, possiamo ottenere risultati concreti per la difesa dei diritti dei cristiani all’interno dell’Europa.

Fonte: osservatoriocristianofobia.it

Foto: Ansa

 

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