Dibattito sul Governo Meloni
Caro Valli,
le scrivo in relazione all’articolo del professor Massimo Viglione Così Draghi docet et regnat. Con la Draghi-destra.
Le considerazioni sostanzialmente realistiche di Viglione, anche tenendo conto della collocazione del nostro Paese nel contesto geopolitico occidentale, ci riportano amaramente ma doverosamente con i piedi per terra. Beninteso, credo sia perfino superfluo precisare che un esecutivo a trazione Pd avrebbe costituito uno scenario quanto mai nefasto: immigrazionismo spinto, priorità per la legge Zan, enfasi ecologista, al primo starnuto tutti chiusi in casa con il pennuto fuori dall’uscio siringa in mano. Per come la vedo io, il nuovo assetto dovrà almeno momentaneamente rappresentare un segnale in controtendenza, tuttavia entro argini ben delimitati. È infatti impensabile che si possa governare un paese a sovranità limitata come il nostro se non entro confini ben circoscritti e questo spiega il cerchiobottismo che già sembra palesarsi dalle parole della nuova premier e dall’assegnazione di alcuni ministeri.
Personalmente un aspetto che mi ha reso assai perplesso è la promessa di costituire una commissione d’inchiesta sulla gestione Covid ponendo però l’accento su una presunta gestione fraudolenta che avrebbe generato vantaggi affaristici ad alcuni, ignorando invece il vero cuore della questione: il violento attacco ai diritti basilari dei cittadini operato per il tramite di una minaccia sanitaria costruita in vitro e utilizzata per imprimere una torsione fortemente autoritaria all’intero sistema socio politico. Siccome mi risulta difficile pensare che Meloni non abbia presente tutto ciò, è evidente che più di tanto non può esporsi. Come la cerimonia del passaggio di consegne con la patetica “campanella” sembra evidenziare, riportandoci alle parole di nonno banchiere alla kermesse riminese. Quindi discontinuità forse, ma fino a un certo punto.
Grazie per la sua attenzione e per il lavoro svolto con Duc in altum.
Lettera firmata
*
Gentile Valli,
sono già intervenuto a proposito del bel dibattito “voto o astensione”, e mi piace rifarlo ora sulla questione “Meloni”.
Purtroppo penso che la Meloni sarà, quantomeno nelle scelte fondamentali, una fotocopia “rosa” del predecessore. Infatti le “grandi questioni” su cui sarebbe necessario almeno aprire un dibattito (permanenza nell’Ue, ridiscussione del ruolo della Nato e nella Nato, politica energetica, senza contare il tema dei cosiddetti “diritti”, che poi tanto diritti non sono) non potranno nemmeno essere messe in discussione, visto il carattere ormai dogmatico di cui sono rivestite. E questo perché non abbiamo margini di manovra di alcun tipo, essendo esposti come paese a possibilità di ricatto multiformi da parte di tutti i soggetti, nazionali o sovranazionali, che contano nel mondo. Quindi ci accontenteremo forse di avere una riforma della costituzione in senso presidenziale (ma ne dubito, visto il chiasso che scatenerà il Pd coi suoi organi di informazione), magari di avere qualche sbarco ong in meno, e almeno di liberarci del green pass (la cui abolizione, ora che siamo alla fine di questa emergenza, avrebbe potuto proporla perfino Draghi).
Grazie dello spazio che dedica a queste discussioni.
Fabrizio
*
Caro Aldo Maria Valli,
inizialmente non pensavo di scrivere, o almeno non pensavo che fosse urgente, poi leggendo quanto ha scritto il lettore “meloniano” (No, il governo Meloni non è la continuazione di quello Draghi), ho cambiato idea. Mi spiego meglio: non ho votato Centrodestra e non mi aspetto niente da questa politica che, a ben vedere, è diventata la parodia di se stessa, però ritengo giusto aspettare la “prova dei fatti” per giudicare. Vorrei riflettere sugli inviti di Cristo ad essere prudente e, nel contempo, a parlare per “si” e per “no”, cioè a dire parole di verità, anche sopportandone il peso. Ritengo però urgente replicare alla seguente affermazione: “Con i voli pindarici non si va da nessuna parte”. Questa frase mi ha sicuramente sbigottito. Ma come, ho pensato, la guerra, per adesso solo economica, con la Russia è un volo pindarico? E inoltre: la libertà di scegliere, anzi dovrei dire la libertà di pensiero e di espressione, vista la cacciata dal servizio pubblico di opinionisti considerati troppo vicini a Putin, è un “volo pindarico”? E poi perché, con forme e motivazioni diverse, l’Ungheria di Orban e la Turchia di Erdogan, pur appartenendo alla Nato, hanno preso una posizione distinta, più attenta al loro interesse nazionale? Evidentemente pretendere che l’Italia assuma una posizione autonoma è un “volo pindarico”, forse perché da anni l’Italia si trova in condizioni simili. Ecco: più di tutto mi preoccupa l’incapacità di scandalizzarsi, quasi l’indifferenza, che credo sia figlia dell’incapacità di vedere il baratro a cui stiamo avvicinandoci.
Infine mi permetta di dire che vorrei giudicare un politico non sulle dichiarazioni di principio ma soprattutto sulla base dei fatti, o, per meglio dire sulla base della coerenza, ideale e concreta, al programma che ha presentato.
Davide Scarano
___________________
blogducinaltum@gmail.com