Esoterismo, magia e tarocchi nel collegio Rosmini. E l’esorcista prende nota

Mentre a Vocogno e nella cappella dell’ospedale San Biagio di Domodossola si impedisce a due sacerdoti, don Alberto e don Stefano, di celebrare le messe in rito antico, e non si dà risposta ai fedeli che chiedono un ripensamento, nella stessa Domodossola si consente che nel collegio Mellerio Rosmini si tenga una mostra dai contenuti esoterici e magici, con conseguente presa di posizione dell’esorcista del luogo.

La mostra in questione è Setzinger Alchemica, sull’opera di Elisa Seitzinger, “un mondo inconfondibile e affascinante”, si legge nella presentazione, “scaturito da suggestioni composite e molteplici”. E ancora: “La Seitzinger è folgorata e folgorante, attinge e dialoga con l’arte medievale sacra e cortese, rivisita bestiari, modella mosaici bizantini e icone ortodosse, ci introduce nel mondo dei tarocchi, guarda all’iconografia esoterica e a quella classica, si ispira agli ex-voto e alla pittura primitiva”.

Apprendiamo inoltre che la mostra, visitabile fino al 5 febbraio 2023, è “un percorso immersivo tra sacro e profano che si snoda all’interno delle imponenti e solenni atmosfere dello storico Collegio Mellerio Rosmini, istituto dedicato ad Antonio Rosmini Serbati (1797-1855), sacerdote, autore di scritti di ascetica, teologia, filosofia, pedagogia, uno dei maggiori pensatori italiani dell’Ottocento”.

E il punto è proprio questo: che c’entra il beato Antonio Rosmini con l’alchimia, l’esoterismo e i tarocchi? Domanda da girare ovviamente al vescovo di Novara.

In proposito l’esorcista don Gianni Remogna, venuto a conoscenza della mostra e dei suoi contenuti, ha messo nero su bianco una dichiarazione: “Con la presente mi sento di affermare con certezza che i quadri della mostra Seitzinger Alchemica attualmente sita presso il collegio Mellerio Rosmini a Domodossola contengono simboli esoterici-magici estranei alla religione e alla cultura della Chiesa cattolica”.

Dunque, anche se la mostra, come dicono gli organizzatori, “dialoga con gli ambienti storici del collegio” (?), non ha nulla a che fare con la fede e con la Chiesa.

Che ne direbbe il beato Rosmini? Non è difficile immaginare che probabilmente inserirebbe il caso della mostra tra le cinque piaghe della Santa Chiesa al centro del suo celebre saggio. In particolare là dove si occupa dei vescovi e della loro disunione dal popolo di Dio.

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Nella foto, un’opera di Elisa Seitzinger

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