“Così io, cattolico scozzese, ho composto la musica per il funerale della regina”

Quando, per i funerali della regina Elisabetta, è stato eseguito per la prima volta un braco musicale appositamente commissionato, tra i milioni di spettatori televisivi ce n’è stato uno particolarmente interessato: il suo compositore, che non l’aveva mai sentito cantare prima.

Parliamo di Sir James MacMillan, compositore e direttore d’orchestra scozzese di fama internazionale, la cui fede cattolica lo ha portato a diventare punto di riferimento nel campo della musica sacra contemporanea. Ha composto, tra l’altro, vari brani per la visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna, nel 2010.

Nei giorni dell’addio alla regina Elisabetta la moglie di MacMillan si ruppe un piede, e così il compositore, pur essendo stato invitato all’Abbazia di Westminster per il funerale, decise di rimanere a casa, in Scozia, per aiutarla.

Sir James prima di allora non aveva nemmeno ascoltato una prova del pezzo, scritto di nascosto per espressa richiesta delle autorità britanniche. Quindi la prima volta che ha potuto verificare il risultato del suo lavoro è stato quando lo ha sentito cantare davanti alla famiglia reale e ai leader mondiali stipati nell’abbazia.

“Ho visto i funerali in televisione con mia moglie”, racconta MacMillan. “Non potevo crederci. Sono rimasto stupefatto, orgoglioso di essere entrato a far parte di un momento così storico. Non ero sicuro che la mia composizione sarebbe stata eseguita”.

Racconta ancora MacMillan: “Fui avvicinato per la prima volta nel 2011. Fu allora che mi chiesero una composizione per la cerimonia funebre della regina, ma in totale segretezza. Richiesta tassativa: tacere, non parlarne con nessuno”.

“La richiesta fu di comporre sul testo ‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo?’, dalla Lettera ai Romani, uno dei passi preferiti – mi venne spiegato – dalla regina”.

Pur consapevole dell’enorme responsabilità, MacMillan scrisse il pezzo corale abbastanza velocemente, poi non ne seppe più niente. Lo spartito, inviato all’Abbazia di Westminster, venne conservato in un luogo segreto.

“Quando la regina è morta – dice Sir James – ovviamente ho pensato alla mia composizione. Così, dopo più di dieci anni, l’ho tirata fuori ed esaminata. Ma una cosa è suonarla al pianoforte, un’altra è sentirla cantata da un coro. Dovetti cercare di immaginare come sarebbe stata”.

La conferma che il suo lavoro sarebbe stato eseguito arrivò solo alle ore 22 della sera prima della cerimonia.

“Non so dire quanto la regina sia stata personalmente coinvolta nella scelta della musica per il suo funerale. L’ho incontrata diverse volte e nel 2015 sono stato nominato cavaliere, ma non ne abbiamo mai parlato. Immagino comunque che alla regina sia piaciuta, visto che poi è stata eseguita”.

“In quelle parole delle Scritture c’è un senso di speranza per il futuro. Un passo che indica la profonda fede della regina”.

Poiché il brano contiene le parole “chi ci separerà…” qualcuno è arrivato a immaginare un messaggio in codice da parte di MacMillan, cattolico scozzese. Ma lui respinge decisamente ogni illazione: “Nella Lettera di san Paolo ai Romani non c’è molto che riguardi la riforma costituzionale scozzese”.

Fonte: bbc.com

 

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