Lettera / “Santa Eucaristia sulla lingua: battaglia giusta, ma il modo non mi convince”
Caro Valli,
seguo spesso il suo blog Duc in altum e vi leggo molte lettere sugli abusi nei confronti della Santa Eucaristia.
Ho letto anche che sono nati dei gruppi per cercare di fermare questi abusi. Sono entrata in uno di essi, ma sono rimasta un po’ perplessa.
Provo a spiegarmi. Penso che la lotta sia giusta, nel senso che è giusto lottare per il rispetto della Santa Eucaristia, ma si sbaglia il modo di lottare e anche l’obiettivo. Per esempio, qualcuno nei gruppi sosteneva che non si deve proprio prendere la Santa Eucaristia se non viene consegnata sulla lingua, per non profanarla! Ma perché? Rifiutare la Santa Eucaristia e girarsi di spalle per andarsene è forse un modo per rispettarla?
Non credo che l’Eucaristia venga rispettata solamente tramite il modo in cui viene presa (in ginocchio? sulla lingua? in mano?). Il problema della modalità con cui viene presa (o meglio, con cui viene data) è soltanto il sintomo di una malattia molto più profonda: la fede!
Penso che la vera lotta debba essere su una e una sola domanda, da porre ai preti e ai vescovi: “Ma voi credete che in quel pezzo di pane c’è presente Gesù nel Suo Corpo, nel Suo Sangue, nella Sua Anima e nella Sua Divinità?”. È dalla risposta a questa unica domanda che può nascere il dialogo!
Se i nostri sacerdoti e i nostri vescovi non credono più a questa verità di fede è inutile anche discutere, non può esserci dialogo, né tanto meno compromesso.
Ma se – come penso – i nostri sacerdoti credono e sentono che in quel pezzo di pane consacrato vi è l’immensità di Dio, allora si può partire con le domande.
Domande, non rimproveri. Domande, non prediche!
A che serve mandare ai vescovi delle lettere in cui si racconta la storia dell’Eucaristia? Pensate forse che non abbiano studiato teologia?
Se i nostri pastori credono in Gesù presente nell’Eucaristia, allora si possono porre tutte le domande che vogliamo (e ascoltarne le risposte).
Alcune domande che porrei io, per esempio, sarebbero:
1- Se Gesù è presente nella Santa Eucaristia, come mai si è fatto credere ai fedeli che prendendo il nostro stesso Dio direttamente in bocca avremmo aumentato i contagi di Covid? Non è forse Dio, il Dio della vita, il Dio della salute, il Medico dei nostri corpi e delle nostre anime? Con Dio di fronte – e ancor più dentro di noi – non dovremmo temere alcun male, figuriamoci un contagio.
2- Ammesso che, nonostante la presenza inconfutabile di Dio stesso nella Santa Eucaristia, Egli avesse permesso un maggior numero di contagiati, come mai la Chiesa ha veicolato un messaggio di disobbedienza alla volontà di Dio? Dio, infatti, ha tutto il potere di impedire il contagio di una qualsiasi malattia che possa trasmettersi tramite la saliva; e ovviamente ha tutto il potere di permetterlo (benché possa impedirlo) se ritiene sia per il bene dell’anima nostra. Perché, allora, è stato mandato il messaggio di doverci sottrarre al volere di Dio?
Va da sé che in base alle risposte che se ne riceveranno, si potrà poi continuare il dialogo.
Non trovo frutto dello Spirito Santo mettersi apertamente in contrasto con i nostri pastori, mi sa tanto di ribellione eretica.
Tanto meno mi sembra rispettoso rifiutare il Nostro Gesù perché non ci viene dato come vogliamo noi! È sbagliato, da parte dei gruppi che vogliono proteggere la Santa Eucaristia, veicolare il messaggio che si può sostituire la Santa Eucaristia con la Comunione spirituale. Se fosse davvero così, Gesù non si sarebbe disturbato a farsi Pane e Vino… E forse non avrebbe nemmeno perso tempo a incarnarsi nella Vergine Maria, prendere un corpo con tutti i suoi limiti e bisogni e poi farsi picchiare, sputare addosso, frustare, inchiodare e uccidere. Penso che, se ha fatto tutto questo, abbia voluto mostrare l’importanza del Suo Corpo e non solo del Suo Spirito.
Inoltre trovo scorretto mettere i sacerdoti nella condizione di sgridare un fedele davanti all’Eucaristia e davanti all’assemblea, come ho letto in alcune lettere di persone che si sono fatte rimproverare e umiliare perché volevano ricevere la Santa Eucaristia in ginocchio e sulla lingua. È certamente sbagliato il comportamento del sacerdote, ma è anche sbagliato indurre il sacerdote a peccare ulteriormente con la collera e con gli insulti. Inoltre queste cose fanno malissimo ai fedeli che sono tiepidi, perché peccheranno anch’essi con il pensiero contro chi pretende di prendere la Santa Eucaristia in un certo modo e contro il sacerdote.
Non dobbiamo essere occasione di inciampo per nessuno dei nostri fratelli. Dobbiamo piuttosto essere operatori di pace, perché solo gli operatori di pace sono chiamati Figli di Dio.
Facciamo, dunque, riflettere i nostri pastori, certo! Ma in modo costruttivo, con la pietà filiale che dovremmo avere nei loro confronti, non solo per criticarli!
Mariana Timpone