Lettera / Il giovedì santo e Jovanotti
di Fedele Qualsiasi
Caro Aldo Maria,
sono padre di sette figli di cui tre hanno meno di sei anni. La penultima, di tre anni e mezzo, è la più minuta di corporatura, ma è anche la più monella. Per noi portarla a messa è impossibile perché non riesce a stare ferma e zitta.
Il giovedì santo mia moglie ed io decidiamo comunque di portare tutti quanti in chiesa per la Missa in Coena Domini, con la speranza che la monella ci lasci tranquilli. E invece…
Per farla breve, prima dell’acclamazione del Vangelo devo correre via dalla chiesa e portare a casa la piccola teppista urlante, in modo da lasciar seguire la messa almeno a mia moglie e agli altri figli.
Quando tutti rientrano, decido di andare a fare qualche minuto di adorazione di fronte all’altare della Reposizione. E… sorpresa: l’adorazione è guidata (qualunque cosa significhi) dai giovani della parrocchia. I quali, non appena mi inginocchio, fanno partire le note di una canzone di Jovanotti, diffuse in tutta la chiesa attraverso gli altoparlanti.
Mentre il tradizionalista che c’è in me si tappa occhi e orecchi, e già medita di inviare una mail minatoria al parroco e al vescovo, inizio a pregare con le parole di Gesù: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Quei ragazzi mi fanno anche un po’ tenerezza, con quella fede scanzonata che ho avuto pure io alla loro età. In ogni caso, perché Jovanotti?
Le parole della canzone dicono: “Io non sono solo anche quando sono solo”. Potrebbero essere riferite al rapporto con Dio, dopo tutto. Però dicono anche “mi fondo con il cielo e con il fango” (il titolo è appunto Fango) e qui avverto un brivido di inquietudine. Quel fondersi mi ricorda il motto dell’alchimia: solve et coagula.
Dunque, caro Aldo Maria, che cosa c’entra questo Jovanotti dal sapore occultistico con la Chiesa e l’adorazione eucaristica?
Niente, evidentemente, se parliamo della Chiesa in cui crediamo. Molto, temo, se parliamo della Chiesa attuale governata da modernisti allineati con le élite dominanti. Una Chiesa nella quale può succedere che Jovanotti, con una canzone per lo meno ambigua, venga arruolato per “animare” l’adorazione.