C’era una volta il giugno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, ma ora è il mese dell’orgoglio omosessuale. Con la partecipazione della Chiesa cattolica
di Davide Lovat
Si avvicina il mese di giugno, che per i cattolici è dedicato al Sacro Cuore di Gesù, ma per i globalisti è il mese della propaganda arcobaleno e dei gay pride. E quest’anno sarà un’offensiva senza precedenti.
Hanno già cominciato in maggio con l’immancabile Giornata mondiale dell’Onu dedicata stavolta al contrasto all’omobitransfobia (ma che parola è?), con tanto di convinta partecipazione delle diocesi della Chiesa cattolica, dove molti sacerdoti e qualche vescovo hanno ben pensato di indire, un po’ ovunque, addirittura veglie di preghiera contro qualcosa che esiste solo nella loro mente offuscata dalla propaganda gender: la fobia (paura patologica che può degenerare odio aggressivo) verso le persone auto etichettate come LGBTQI+ (dove il + indica qualsiasi altra lettera o categoria: pare ce ne siano al momento cinquantasei).
Se così è stato in maggio, figuriamoci che cosa accadrà in giugno, mese tradizionalmente dedicato al cosiddetto orgoglio omosessuale, ormai parte integrante di quella liturgia che la religione del totalitarismo globalista sta imponendo con ogni mezzo. E di certo a tale liturgia non rinunceranno numerosi preti, con tanto di stola arcobaleno, impegnati a benedire in modo blasfemo queste manifestazioni, quasi a certificare il compimento dell’apostasia di buona parte del clero della Chiesa cattolica.
Per adesso è ancora possibile esprimere dissenso, grazie al fatto che il famigerato Ddl Zan non fu approvato nella scorsa legislatura e il diverso pensare rispetto al dogmatismo della religione globalista non è al momento un reato, come sarebbe stato se fosse passata quella norma infame. Ma la libertà di parola è sempre più a rischio, mentre cresce l’aggressività dei mass media al soldo dei poteri globalisti per tacitare chi ancora osa reclamare il diritto di possedere un sistema di valori aderente al diritto naturale e contrario all’edonismo consumista e relativista che vuole imporre – tra l’altro – l’ideologia gender.
Ci aspetta pertanto un mese di giugno a base di personaggi come Vladimiro Guadagno (in arte Wladimir Luxuria) e Alessandro Cecchi Paone, in televisione da un canale all’altro, di gay parades in tante città, di un profluvio di articoli che richiederanno il cosiddetto “matrimonio egalitario”, nonché l’adozione e la legalizzazione della gravidanza per altri (GPA), senza tralasciare il consueto attacco alla famiglia naturale e ai valori tradizionali, condito da episodi di blasfemia.
A tal proposito, due anni fa ho sporto querela per atti blasfemi e vilipendio al sentimento religioso, e l’anno scorso la stessa iniziativa è stata presa da tanti che hanno seguito il mio esempio. Ebbene, credo sia il caso di riproporla ancora una volta, per far sapere che c’è chi resiste a questa offensiva totalitaria, e ideologicamente violenta, appoggiata perfino da uomini di Chiesa che dovrebbero pensare a servire il Sacro Cuore di Gesù, cui il mese di giugno è liturgicamente dedicato, anziché sostenere quelle sozzure che santa Caterina da Siena, nientemeno che patrona d’Europa, non esitò a descrivere come il peccato che fa vomitare perfino i diavoli dell’inferno.
Perché l’inferno esiste, e uno dei modi sicuri per finirci è commettere peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Peccati che sono di quattro tipi, tra i quali il peccato carnale contro natura. Lo ricordino quei quei preti con stola arcobaleno.
Foto da saintpaul.cdlex.org