Dibattito / Che cosa dobbiamo fare? E se incominciassimo a mettere qualche sassolino nei loro ingranaggi?
di Lorenzo Tardini
Caro Valli,
è la prima volta in vita mia che scrivo a un blog e lo faccio perché, ultraquarantenne con figli, la domanda “cosa dobbiamo fare?” è da tanto che mi ronza in testa. Oltre a lavorare come un pazzo per mantenere la famiglia e a spendermi insieme alla consorte per testimoniare ai figli la bellezza totalizzante del cristianesimo, mi pongo la domanda soprattutto immaginando cosa dirò loro (ai figli) quando mi chiederanno cosa ho fatto io in questi tempi bui e, una volta di là, cosa dirò a Lui.
Non mi basta né la “vigile attesa” stile Speranza contro il Covid (oltre ad attendere, anche in quel caso era utile agire!), né invocare che debbano sempre essere altri a muoversi (vescovi, cardinali, monsignor Viganò, i Dubia, eccetera). Forse è giunto il momento che sia il popolo di Dio a prendere in mano la situazione. In concreto, a prendere in mano carta e penna, o meglio pc e mail, per rivolgersi (settimanalmente?) al collegio cardinalizio (penso che ogni porporato abbia una mail), ma anche al Santo Padre in persona e alla corte di Santa Marta, così come ai vescovi e ai giornali (pseudo)cattolici.
Semplicemente dovremmo dire, senza farla lunga, che cosa non torna. L’errore e la menzogna sono sempre il tutto meno qualcosa. Un qualcosa che può essere anche infinitesimale, ma rimane una menzogna. Nello scrivere dovremmo essere concisi e puntuali. Un bombardamento di verità che certamente avrebbe effetti, come ci racconta la storia del giudice cattivo che alla fine si alzò e andò ad aprire anche solo per far smettere i lamenti della poveretta.
Siamo chiamati a essere granelli di sabbia che possano inceppare i grandi e costosi meccanismi del “progresso” cattolico verso l’autodistruzione e il protestantesimo. Perché il dia-ballo vuole proprio portare tutti dentro il protestantesimo: la classica inversione da invertito qual è. In altre parole, il solito trito e ritrito piano massonico.
Noi non aspiriamo a far tornare un papa da Avignone (qui in realtà si tratterebbe di farlo tornare cattolico). Ciò che desideriamo è presentarci davanti al Padre avendo provato a fare qualcosa anche di pubblico, attraverso una testimonianza.
Tanti granelli di sabbia dovrebbero ricordare a lorsignori in maniera precisa e puntuale che cosa manca e dunque smascherare la menzogna. Non abbiamo bisogno di grandi mezzi. La Valtorta nei suoi scritti fa dire a Gesù che con il Diavolo non si discute, si risponde facendo risuonare la Parola. E un altro scrittore più recente nel suo romanzo racconta come quattro amici riescano a sconfiggere l’Anticristo con la semplice recita della preghiera di esorcismo di san Michele Arcangelo.
Insomma, propongo gesti semplici, appunto granelli di sabbia, ma sparsi insieme, da popolo di Dio che si muove dalla parte della Verità. Perché dove due o tre si riuniscono nel mio none, magari anche sul web, lì Io sono.
È pur vero che ogni tanto qualche cardinale, vescovo o prete pone domande scomode alla corte, ma vediamo che in tali casi colui che ha osato viene velocemente curato, e debitamente allontanato, a colpi di Misericordina. Così noi restiamo sempre più soli, senza pastori abilitati. Il che ci impone di agire.
Spero di non averla annoiata. Qui un granello è disponibile. Se ce ne fossero altri potremmo iniziare, con l’aiuto prezioso di vescovi e preti amici, a inceppare qualche ingranaggio. E poi stiamo a vedere.
Grazie per quello che fa.
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