Dibattito / Che cosa dobbiamo fare? Unirsi e manifestare pubblicamente
di Andrea Colonna
Caro Valli,
il grado di eresia e apostasia che coinvolge ormai la quasi totalità della gerarchia ecclesiastica non ci consente illusioni. Nessun cardinale tradizionalista interverrà, né ci penserà il buon Dio. Nel primo caso perché un cardinale che intervenisse sarebbe subito bollato come indietrista, perderebbe tutti i privilegi e magari sarebbe pure sospeso. Dunque, nel migliore dei casi ci si limita a qualche timida nota di dissenso nascosta in dotte pubblicazioni lette solo dagli addetti ai lavori. Nel secondo caso, è probabile che Dio non voglia intervenire perché, come dice il catechismo e le numerose profezie confermano, la Chiesa dovrà subire la sua passione, pochi rimarranno fedeli e molti saranno accecati dall’anticristo. Non sappiamo se è questa l’ora della prova, ma certamente almeno per noi laici è giunto il tempo di marcare la differenza e proclamare a gran voce la nostra fedeltà all’immutabile dottrina e al nostro unico Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo. Del resto, non facciamo forse parte della milizia cristiana da quando ci siamo cresimati?
Secondo me, noi che siamo fedeli alla Tradizione dobbiamo in primis superare le differenze che ci dividono e unirci contro i comuni nemici, ovvero tutti coloro che dal papa in giù diffondono errori se non eresie. Una volta uniti, si tratterà di manifestare pubblicamente il nostro dissenso. Se qualche piccolo gruppo protesta nessuno se ne accorge, ma se migliaia e migliaia scendessero in piazza, magari sotto la finestra del papa per l’Angelus domenicale, ricordando i dogmi di fede ed esibendo striscioni, difficilmente passerebbero inosservati e forse qualche eminenza si deciderebbe a intervenire. Non passeremmo inosservati anche perché saremmo certamente la maggioranza, in una piazza San Pietro sempre più deserta ad eccezione delle solite truppe cammellate e di qualche turista. Ricordo che ha fatto più notizia un solo striscione che ha sorvolato il litorale laziale che numerosi articoli scritti. Forse il papa, che parla sempre del popolo, vedendo tanti manifestanti sarebbe toccato. Comunque sia, se ne parlerebbe. Ricordate quando il dittatore Ceausescu in Romania fu contestato dalla folla la prima volta? Stupore. La realtà era ben diversa da quella creduta. Se scendessimo in piazza ricorderemmo che c’è un’altra realtà, ben diversa da quella narrata dai mass media mainstream, e soprattutto che non è il papa il nostro salvatore, perché di Salvatore ne esiste uno solo e nessuno, nemmeno il papa, può contraddirlo.
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