Lettera / Loreto. Lavori accanto alla basilica. Di domenica. E il terzo comandamento?
Caro Valli,
domenica 6 agosto mia moglie ed io ci siamo recati a Loreto per partecipare alla messa delle 8:30. Siamo stati fortunati, perché abbiamo potuto parcheggiare nell’unico posto disponibile dell’unico parcheggio non a pagamento e non riservato, a distanza notevole dalla basilica. Ma camminare fa bene e poi si sale ed è un ottimo esercizio di penitenza.
Arrivati sotto alla piazza, sul lato Sud, siamo stati accolti dai rumori dei lavori di ristrutturazione del Palazzo Illirico, una grande struttura sul lato destro della basilica, denominata anche Casa del Pellegrino, di proprietà della Delegazione Pontificia di Loreto, come si evince dal verbale della prima seduta pubblica telematica della commissione giudicatrice, scaricabile da internet.
Dal cartello dei lavori, non si deduce in modo così esplicito chi sia il proprietario e perché il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti risulti il committente e la stazione appaltante dei lavori. Non voglio addentrarmi in questo labirinto ingarbugliato, tipico dei percorsi in cui vengono incanalati quelli che, in definitiva, sono i nostri soldi in questo sventurato paese, ma sarebbe interessante da approfondire, perché vi si troverebbe certamente la causa prima di quanto sto per dire.
Arrivati di fronte alla basilica e davanti alla facciata del palazzo, i rumori di un martello pneumatico, provenienti dall’interno dell’edificio in ristrutturazione, sono fortissimi. Nulla di male, ovviamente. Se non fosse che stiamo parlando di un a domenica mattina, per cui viene spontaneo pensare al terzo comandamento.
Dopo la messa mi sono recato dal frate responsabile della basilica per chiedere spiegazioni e lui mi ha detto che avrei dovuto parlare con il vescovo. No, non sono andato a parlare con il vescovo monsignor Fabio Dal Cin, primo perché non sarebbe stato facile, secondo perché ho pensato: ma chi sono io per potermi permettere l’impudenza di ricordare al vescovo di Loreto i comandamenti di Dio?
Ma non dicevano, quelli del cosiddetto Risorgimento, “libera Chiesa in libero Stato”?
Claudio Gazzoli