Lettera / Ecco perché dico: siamo tutti Vannacci
di Fabio Battiston
Caro Aldo Maria,
condivido pienamente quanto hai scritto sul blog in merito al disgustoso massacro cui è sottoposto in questi giorni il Generale Vannacci. Neanche io ho letto il libro – al di là di alcuni stralci – ma mi è stato sufficiente dare uno sguardo attento al livore di note e commenti della stampa italiana (tutta, con la lodevole eccezione, a quanto mi consta, de La Verità), nonché prendere atto degli strali dei cattolici 2.0 contro questo valoroso soldato per comprendere come stanno le cose. Aggiungo che ho anche avuto modo di ascoltare un’intervista che le reti Fininvest hanno realizzato con l’alto ufficiale e, come ultima ciliegina, una nota dell’ineffabile Ministro Crosetto che – a mio avviso – non ha fatto che aggravare i suoi a dir poco discutibili commenti iniziali sulla vicenda. Ma andiamo con ordine.
Dicevo di condividere pienamente il tuo commento su Duc in altum, caro Aldo Maria, ma penso sia necessario, almeno dal mio punto di vista, andare oltre la tua sacrosanta indignazione.
Primo Argomento. Mi vergogno profondamente, come uomo da sempre schierato a destra, di questa fetida accozzaglia di politici che ci governa, capitanati dalla signora Draghina Melonsky. Essa non è più definibile con aggettivi che si rifanno alla nobiltà del conservatorismo italiano. Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò spalleggiato certamente da Prezzolini! Questo esecutivo è ormai guidato non solo dalla bussola del più orrido pensiero unico politically correct ma personifica come meglio non si potrebbe l’ideologia della persecuzione e della messa al rogo. Un rogo che punisce – per motivi di opinione e di pensiero – chi fieramente non intende sommergere cuore, coscienza, fede e pensiero nell’immenso letame disvaloriale e sottoculturale che imputridisce senza speranza il nostro pianeta. La vera tragedia eco-ambientale del mondo è questa e non altra. Accennavo prima al Ministro Crosetto. Criticare quest’uomo mi rattrista. Non l’ho mai conosciuto personalmente ma, avendo lavorato per vari decenni nell’industria della Difesa ho più volte avuto modo di apprezzarlo come imprenditore prima, poi come autorevole presidente di importanti associazioni di settore ed infine anche come politico di grande acume e saggezza. Non da oggi fatico a riconoscere, nel suo attuale ruolo di Ministro, la persona che ho sempre ammirato. Le sue prese di posizione così incredibilmente belliciste ed acriticamente ultra-filo statunitensi sul conflitto russo-ucraino sono state per me una vera ed amara sorpresa. Ma veniamo all’oggi; dopo essersi immediatamente scagliato contro Vannacci, rispondendo in tempo reale al transitorio di indignazione proveniente dalle sinistre, egli affonda nuovamente i colpi con una nota (che traggo da iltempo.it) sulla quale vorrei fare alcuni brevi commenti. Il Ministro, tra l’altro dichiara (mie le sottolineature):
«Il Generale Vannacci potrà, nelle sedi opportune, esprimere le sue ragioni. Solo alla fine delle opportune verifiche interne, che verranno condotte con serietà e scrupolo, e non sull’onda emotiva del momento e delle polemiche di questi giorni, ove venissero ravvisate delle serie e valide contestazioni, ai sensi del Codice dell’Ordinamento militare, verranno avviati i procedimenti disciplinari previsti in ordinamento».
«Voglio rassicurare tutti i miei critici, soprattutto quelli ’di destra’: io riesco a fare bene le due cose insieme, rispettare le leggi e la Costituzione e non essere ’appiattito’ su alcun ‘pensiero unico’. Ma, almeno per me, lo Stato e le Istituzioni vengono prima di ogni cosa».
E ancora:
In questa vicenda, prosegue il ministro, «parliamo di un militare che è soggetto a regole chiare, come mantenere stretto riserbo su ciò fa in servizio. Altro concetto che mi permetto di definire ’l’istituzionalmente corretto’ e che nulla ha a che fare con le idee e le convinzioni delle persone, militari o meno».
È incredibile ciò che viene detto in questa nota. Nel primo capoverso Crosetto non fa una piega che è una al fatto che un cittadino, prima che un soldato, possa essere sottoposto ad una inchiesta – cui potrebbero seguire contestazioni e provvedimenti disciplinari – per il solo fatto di aver scritto un libro! Un testo nel quale non sono minimamente trattati argomenti militari, strategici o che, in qualunque modo e maniera possano mettere a repentaglio la sicurezza nazionale ed i rapporti all’interno degli organismi sovranazionali di sicurezza. Un testo per la cui elaborazione e diffusione l’autore non doveva chiedere alcuna autorizzazione preventiva ai suoi superiori. Insomma, parliamo di un’indagine per un libro su argomenti d’opinione, capite? È mostruoso! Ma per il Ministro la cosa è assolutamente normale.
Secondo capoverso. Se per Crosetto lo Stato e le Istituzioni vengono prima di tutto, dovrebbe anche ben sapere che la Costituzione, che ne stabilisce e custodisce i valori fondamentali, tutela massimamente la liberta di espressione, di pensiero ed opinione sia essa verbale, scritta o pubblicamente manifestata. Questo principio, caro Ministro, è ancora valido o deve subiredrastici emendamenti se i temi criticati riguardano, nell’ordine: pederastia, LGBTQIAXYZ, emergenza climatica, eco-ambientalismo, dittatura sanitaria, diritti incivili, pedofilia, aborto, eutanasia, eugenetica e nuova chiesa universale sincretistica?
Il terzo capoverso non merita quasi commento tanto è tragicomico e nebuloso rispetto a quanto ho appena scritto. Crosetto sta parlando del nulla.
Ed eccoci ora al secondo argomento della mia indignazione. In questa vicenda non poteva mancare il sostegno della sempre più malefica chiesa cattolica temporale la quale, dalle colonne del Sol satanico dell’Avvenire si associa ai benpensanti – rincarando la dose – nella condanna alle fiamme eterne di colui che ha osato dire cose che da millenni sono scritte nella Bibbia e nei Vangeli. La velina della Cei è ormai da mesi in prima linea nella difesa ad oltranza del mondo omo-bi-tri sessuale e derivazioni varie. L’attacco a Vannacci è pienamente coerente con una linea editoriale di questo quotidiano le cui direttive, ad esempio, hanno consentito all’edizione on-line di mantenere in home page per ben cinque giorni consecutivi una serie di ossequiosi resoconti, al limite dell’agiografico, sulla morte della signora Murgia. Aspettiamoci quindi, a breve, l’allestimento in Piazza San Pietro di un fuoco “purificatore” stile Opernplatz berlinese del 10 maggio 1933. Addetto alla pira dei libri immondi – primo fra tutti la Sacra Bibbia, notoriamente omofoba – sarà naturalmente il pio Jorge da Buenos Aires circondato dai suoi servizievoli fratelli tutti, pedofili compresi. Chissà se Ray Bradbury, nel suo distopico Fahrenheit 451, immaginava una realizzazione così a lui vicina di quel mondo mostruoso. È uno scenario al quale purtroppo ci stiamo avvicinando a grandi passi.
Come nella politica così anche nella fede mi vergogno profondamente di essere definito cattolico se tale aggettivo può far pensare ad una mia qualsiasi vicinanza con il vespasiano chiamato Chiesa universale 2.0. Io, ormai, ne sono fuori DEFINITIVAMENTE! Questa ignobile chiesa del terzo millennio merita di essere insultata, attaccata, combattuta e, diciamolo finalmente senza timore, odiata.
C’è ancora un ultimo argomento che vorrei trattare su questa vicenda e riguarda l’uomo Vannacci. Una qualsivoglia (ed eventuale) appartenenza dell’autore a realtà distanti dalla mia fede cattolica, non modificherebbe di una virgola i miei giudizi su di lui e sulla sua opera. Non mi sono minimamente posto il problema dell’appartenenza socio-politica, ideologica o religiosa del Generale Vannacci. Anche se le affermazioni del suo libro fossero il parto del più ateo, positivista o veterocomunista cervello di questo mondo, l’essenza del problema non cambierebbe. Oggi nel mondo, in Italia e, purtroppo, nella chiesa cattolica temporale, vi è una dittatura ideologica, sottoculturale e disvaloriale che sta imponendo un nuovo e terrificante stile di vita, nuovi modi di parlare e pensare. Sta costruendo, come giustamente recita il titolo del libro di Vannacci, “Un mondo al contrario”. Quante volte molti affezionati di Duc in altum hanno espresso questo concetto nei loro preziosi contributi? A tali mostruosità questa dittatura affianca l’insulto, l’isolamento, la condanna e, forse presto, la galera verso tutti coloro che osano pensarla diversamente dichiarando e scrivendo apertamente le loro opinioni. Io credo che chiunque resista, lotti e combatta contro questo orrore debba essere considerato un nostro alleato o, se si preferisce, una vittima come lo siamo noi di un sistema perverso, paranazista e satanico. Finita questa guerra, semmai la vinceremo, tale temporanea alleanza terminerà ed ognuno resterà saldamente ancorato alla propria fede soprannaturale o alle sue fedi politiche.
Quanti tra i credenti avrebbero oggi – al lavoro, in casa, con amici e parenti o pubblicamente – la forza per dichiarare il loro pieno accordo con i giudizi trattati nel libro? Spesso non lo fanno per ignavia, viltà, convenienza o becero conformismo. E allora ben vengano coloro che ci offrono salutari lezioni di coraggio. Lezionidestinate soprattutto a tutti coloro i quali, nella chiesa 2.0, preferiscono l’acquiescenza e la cieca obbedienza ai falsi profeti piuttosto che limpidi comportamenti di lotta e contrapposizione al male che essa ci propina.
D’altra parte lezioni di questo tipo, che ci vengono ad esempio da non credenti, non sarebbero poi così nuove. Ricordo a tutti l’iniziativa politica di Giuliano Ferrara che, nel 2008, promosse la lista Aborto? No, grazie! Durante la campagna elettorale egli subì aggressioni di ogni tipo: verbali, scritte e fisiche, ma non indietreggiò d’un passo. Oggi abbiamo invece Monsignor Paglia che giudica la 194 una conquista della società civile. Così va il mondo, caro Aldo Maria: AL CONTRARIO!
Mi si permetta, infine, un’ultima notazione personale. Un qualcosa che mi lega emotivamente a ciò che ha fatto il Generale Vannacci. Circa due anni fa scrissi anche io un libro, una specie di zibaldone. Lo feci stampare in una ventina di copie solo per alcune persone di strettissima fiducia. Il titolo, piuttosto eloquente: Sassi nello stagno. Ancora più chiaro il sottotitolo: Opinioni brutte, sporche e cattive contro la dittatura del pensiero unico modernista. Lo scrissi per me stesso, per fare definitiva chiarezza nei miei pensieri ed opinioni su una serie di tematiche tra le quali vi erano quelle trattate dal testo del Generale. Lo spirito dei due libri è il medesimo, l’analisi e la critica di un mondo putrefatto la stessa. Che importa quanto siano ideologicamente ereligiosamente distanti o vicini i due autori?
Grande vicinanza, quindi, sostegno ed affetto al Generale Vannacci ed a tutti coloro che la pensano come lui. Nessuno riuscirà a bruciare le nostre menti; men che mai le nostre anime. Manifesterò questa mia solidarietà ovunque se ne presenti l’occasione e non mi fermerò. Stavolta si è proprio scatenata quella parte di Julius Evola che è in me. Antinomie…antinomie; Pavel Florenskij aveva proprio ragione.