Il “best interest”? Morire. Così i figli del diavolo imperversano e il gregge, privo di pastore, è smarrito

di Marco Radaelli

Caro Valli,

dunque Indi Gregory, infine, è stata uccisa. Esiste un mondo – ma non è il mio –  per cui il “miglior interesse” di una persona sarebbe quello di non esistere affatto. Un mondo, cioè, per cui il “miglior interesse” di una vita sarebbe quello di morire, trasformandosi così nella sua negazione. È la rivoltante concezione secondo la quale se non sei utile non hai valore. Nel regno dell’autodeterminazione su tutto, la libertà ce l’hai solamente se la usi come vogliono loro. Se decidi di morire sei liberissimo. Anzi, ti ci accompagnano pure a favore di telecamera, sbandierando compassione verso i sofferenti e amore incondizionato per la libertà individuale. Una compassione per i sofferenti che prevede la loro eliminazione e una passione per la libertà individuale che si traduce nella soppressione dell’individuo. Ma se per caso qualcuno dovesse ostinarsi a essere vivo anche quando dovrebbe morire, allora no, l’autodeterminazione smette di essere un bene da difendere. La libertà è sacra fintanto che la usi come voglio io. Insomma: sei libero di pensarla come vuoi, finché la pensi come me. Altrimenti, parafrasando un vecchio motto femminista, la tua libertà è mia e la gestisco io. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul fatto che viviamo in una società totalitaria travestita da democrazia, quello che è accaduto in Inghilterra dovrebbe avere tolto ogni residuo di illusione C’è davvero del diabolico in tutto questo. Perché il demonio esiste, anche se nessuno ne parla più. E agisce più indisturbato che mai, proprio perché nessuno mette più in guardia le anime dalla sua presenza. Nei fatti accaduti nei giorni scorsi sono chiaramente risuonate le parole di Gesù: “Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna” (Gv 8, 44). Chi può infatti negare che quanto avvenuto sia opera del diavolo e dei figli del diavolo che operano compiendo i suoi desideri? Ho sentito chiamare “miglior interesse” di una vita la sua morte; ho visto giudici che giocano a fare Dio – senza esserlo – ergendosi a proprietari della vita e della morte (degli altri); ho visto medici che con Ippocrate giurano “di perseguire la difesa della vita” e poi si fanno portatori di morte; ho visto genitori venire esautorati di una patria potestà che nessuno però ha mai ufficialmente tolto loro; ho visto perfino l’assurdo scientifico di un ospedale che rifiuta l’offerta a un altro ospedale, eccellenza pediatrica mondiale, di potersi fare carico delle cure di Indi secondo il volere della sua famiglia.

Gesù chiama il diavolo “omicida e menzognero”. Non è quello che è accaduto? Uomini accecati dal desiderio di morte, tanto da ostinarsi a opporsi a qualsiasi ricorso, appello, richiesta di aiuto. Uomini pronti a chiamare “bene” il male, a dichiarare il “miglior interesse” di una vita la morte, a mentire sotto giuramento per poi agire in maniera contraria, facendo morire soffocate vite innocenti. Non sono forse omicidi e menzogneri? Non è forse il segno della reale presenza del diavolo, il quale “come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1Pt 5, 8)?

Pietro prosegue invitando tutti a “resistergli, saldi nella fede” (1Pt 5, 9), e io, con lui, credo che sia esattamente questo il punto: il progressivo allontanamento dalla fede da parte del mondo occidentale. Così si è progressivamente perso il reale valore delle cose: della vita come della morte, della sofferenza come della malattia e della salute. Tutto è diventato uguale e indifferente. Le cose non hanno un valore in sé in quanto volute e create da Dio, ma una cosa può essere più o meno buona, può avere più o meno valore, a seconda del momento in cui la si giudica. La vita stessa oggi può avere valore, domani no. Il criterio non è più Dio, ma l’utile per la società. E allora oggi può andarti bene se sei sano e in forze, ma domani potrai essere messo a morte se disgraziatamente dovessi perdere la salute e con questa la tua utilità. Il beato vescovo Clemens von Galen ci aveva avvertiti già nel 1941: se accettiamo il criterio che una vita può essere soppressa se improduttiva, chi di noi può ritenersi al sicuro? E chi potrà avere fiducia in un medico, se questi ha il potere di dichiarare una persona improduttiva e dunque di condannarla a morte? E chi, aggiungo io, avrà il coraggio di appellarsi a un giudice, se questi potrà dichiarare la morte come “best interest”?

È la disgregazione completa della società. E il “diavolo” non è forse “colui che divide”? Omicida, menzognero, disgregatore. Ce n’è davvero abbastanza per accorgersi che il demonio è in azione, e che i “figli del diavolo” stanno imperversando come fiere cercando chi divorare. Mi chiedo: perché nessuno ne parla, chiamando le cose con il proprio nome? Tacendo non si fa il gioco del diavolo, che può così muoversi indisturbato?

“Le porte degli inferi non prevarranno” ha assicurato Gesù a Pietro. Ma Pietro dov’è? Dove sono quelli che dovrebbe mettermi in guardia dal pericolo? Pietro non dovrebbe custodire il gregge, preservandolo dai lupi? Ho il timore (direi certezza) che, nel clima ecologista che impera di questi tempi, se invece di sopprimere una vita innocente i giudici inglesi avessero stabilito di radere al suolo una foresta, si sarebbero levate voci di protesta ben maggiori.

Non lo so, Valli. Sono molto preoccupato. Non tanto per il mondo intero quanto piuttosto per la mia persona, la mia vita e la salvezza della mia anima. Sinceramente mi sentirei un po’ più tranquillo se fossi difeso e guidato da chi dovrebbe farlo. E invece devo continuamente affidarmi alle mie forze, alla mia intraprendenza, alla mia piccola volontà e alla mia debole fede. Per fortuna, però, mi accorgo che non sono davvero solo, che un piccolo gregge è ancora in piedi, a fare da sentinella. E questo mi mostra che Dio non ci lascia soli. Che in mezzo a tutto il male che imperversa il bene c’è e resiste, e non viene mai completamente oscurato. E questo impedisce che il male trionfi nella storia.

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