Luisa Piccarreta e i “capi perversi”

Caro Valli,

sono un appassionato degli scritti di Luisa Piccarreta (1865 – 1947), la mistica italiana, appartenente al Terz’ordine di san Domenico e serva di Dio, che in un diario spirituale scrisse quanto ascoltava e vedeva.

Recentemente mi sono imbattuto in questo scritto del 7 aprile 1919, tratto dal libro 12, e desidero proporlo ai lettori di Duc in altum. Ho evidenziato alcune parole.

Poi Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, come tu facevi gli atti nel mio Volere, tanti soli si formavano tra il Cielo e la terra, ed Io guardo la terra attraverso questi soli; altrimenti, è tanto il ribrezzo che mi fa la terra, che non potrei guardarla. Ma essa poco riceve da questi soli, perché sono tante le tenebre che spandono le creature e che si fanno di fronte a questi soli, che queste non ricevono né tutta la luce né il calore”.

Dopo mi ha trasportata in mezzo alle creature, ma chi può dire ciò che facevano? Solo dirò che il mio Gesù, con accento doloroso, ha soggiunto: “Che disordine nel mondo! Però questo disordine è colpa dei capi, tanto civili quanto ecclesiastici. La loro vita interessata e corrotta non ha forza di correggere i sudditi; quindi hanno chiuso gli occhi sopra i mali delle membra, perché già rimproveravano i mali propri, e se lo hanno fatto, è stato tutto in modo superficiale, perché non avendo in loro la vita di quel bene, come potevano confonderlo negli altri? E quante volte questi capi perversi hanno anteposto i cattivi ai buoni? Tanto che i pochi buoni sono rimasti scossi da questo agire dei capi. Perciò farò colpire i capi in modo speciale”.

Ed io: “Risparmia i capi della Chiesa! Già sono pochi; se Tu li colpisci mancheranno i reggitori”. E Gesù: “Non ti ricordi che con dodici Apostoli fondai la mia Chiesa? Così, quei pochi che resteranno basteranno a riformare il mondo. Il nemico è già alle loro porte, le rivoluzioni sono già in campo, le nazioni nuoteranno nel sangue, i capi saranno dispersi. Prega, prega e soffri, affinché il nemico non abbia la libertà di mettere tutto in rovina”.

Credo che sia tutto molto attuale.

Fabio Nones

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