L’arcivescovo Chaput su “Fiducia supplicans”: “L’ambiguità persistente è un danno per le anime e la comunità”

Anche l’arcivescovo emerito di Filadelfia, Charles J. Chaput, si schiera [qui] contro la Fiducia supplicans. La dichiarazione, spiega, é caratterizzata da un’ambiguità deliberata che non può venire da Dio.

“Il documento è un esercizio ambivalente volto ad affermare e allo stesso tempo a indebolire l’insegnamento cattolico sulla natura delle benedizioni e sulla loro applicazione alle relazioni irregolari”, scrive l’arcivescovo emerito.

“L’insegnamento confuso non è mai scusabile”. L‘ambiguità persistente “si traduce inevitabilmente in un danno alle singole anime e alla nostra vita ecclesiale”.

Non a caso, rileva l’arcivescovo, non appena Fiducia supplicans è stata diffusa è stata subito interpretata come un cambiamento significativo nella pratica della Chiesa, e il gesuita pro Lgbtq padre James Martin e altri sostenitori cattolici delle relazioni omosessuali hanno avuto buon gioco nel salutare il documento come una vittoria, gettando molti altri cattolici nella costernazione. Ma il papa dovrebbe unire, non dividere.

Un “pastore amorevole” deve “correggere e accompagnare”. Papa Francesco invece “sembra spesso separare questi ruoli mentre Gesù li ha sempre incarnati entrambi nel suo ministero”

Ricordiamo le parole di Gesù alla donna adultera: da un lato “i tuoi peccati ti sono perdonati”, ma dall’altro “vai e non peccare più’”.

Definire le relazioni peccaminose semplicemente come “irregolari” conduce alla confusione “su ciò che possiamo e non possiamo chiamare peccato”.

La Chiesa non può cambiare il suo insegnamento, eppure la Fiducia supplicans tenta di farlo.

Chaput critica anche la dichiarazione di papa Francesco in risposta ai vescovi di tutto il mondo che hanno respinto il documento. Parlare, come fa Bergoglio, di “posizioni ideologiche rigide” è solo una formula predefinita gettata in faccia a ogni osservazione ragionata e onesta. Questo modo di procedere, oltre a “sminuire la dignità dell’ufficio petrino e dell’uomo che lo occupa”, è irrispettoso verso i fratelli vescovi e “non vengono da Dio”.

Francesco non deve lamentarsi della slealtà dei vescovi, perché dire la verità non è slealtà. “E la parola amore è solo un guscio vuoto senza la verità che lo riempie”.

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