L’incredibile risposta alle osservazioni critiche su “Fiducia supplicans”
Il comunicato [qui] con cui il Dicastero per la dottrina della fede risponde alle osservazioni critiche sulla dichiarazione Fiducia supplicans lascia senza parole. Il prefetto Víctor Manuel Fernández e il segretario per la sezione dottrinale, monsignor Armando Matteo, affermano che le benedizioni “non ritualizzate” per le coppie irregolari e omosessuali sono soltanto “pastorali” e quindi ben diverse da quelle “liturgiche”, tanto è vero che hanno una durata breve, di “dieci o quindici secondi”. Ovvero: il problema non è che si sta benedicendo un peccato, ma solo che lo si sta benedicendo molto rapidamente.
Di fronte a risposte di questo tipo verrebbe semplicemente da ridere. Ma qui ci si sta prendendo gioco di Dio, e sappiamo che Deus non irridetur.
Sull’incredibile nota firmata da Fernández e Matteo il Giovane Prete ci ha inviato una breve riflessione.
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del Giovane Prete
Caro Aldo Maria,
permettimi un commento sul nuovo comunicato circa la recezione di Fiducia supplicans.
Mi concentro sulla “vera novità del documento”.
La cosa che salta subito agli occhi è la sensazione che il papa e il suo prefetto pretendano di creare cose che non esistono se non nella loro testa. È il grande inganno in cui è caduto il mondo occidentale: credere che ciò che sta nella nostra testa sia per forza la realtà. Sono un uomo e mi sento una donna? Allora sono una donna. Voglio benedire le coppie omosessuali o extraconiugali ma non posso? Allora mi invento un tipo nuovo di benedizione.
Queste persone giocano a fare Dio? Pensano di poter creare ex novo grazie che non esistono? Ma stanno scherzando? Siamo al ridicolo. Qui non c’è alcuno sviluppo del tema “benedizioni” come conosciuto dalla Chiesa nei secoli. C’è solo un giochetto da parte di un gruppo di persone che sta prendendo tutti in giro.
Caro Aldo Maria, siamo al tempo di Caligola in cui si vuole nominare console un cavallo per irridere i senatori. Ma Caligola fu un dittatore e, passato a peggior vita, su di lui scese la damnatio memoriae…
Qui habet aures audiendi, audiat,