Che fare? / Uniti, affrontiamo le prove con fede, speranza e carità

di Vincenzo Rizza

Caro Valli,

travolti dalla confusione che regna in questi tempi bui, per fortuna ci sono ancora santi sacerdoti (e sono tanti) che non condividono le evoluzioni della nuova dottrina ma ci ricordano la necessità di restare uniti nella Chiesa; Chiesa che non è degli uomini, ma di Cristo.

Investigatore Biblico [qui e qui] ci ricorda che è necessario andare a Messa, restando fedeli alla Parola di Dio e al magistero bimillenario della Chiesa, per restare con Maria e Giovanni, ai piedi della Croce.

Recentemente ho ascoltato un’omelia di un altro sacerdote, che invitava i fedeli a non scoraggiarsi e a non dividersi, ma ad affidarsi alle virtù teologali che, come insegna il catechismo, “rendono le facoltà dell’uomo idonee alla partecipazione alla natura divina”, disponendo i cristiani a “vivere in relazione con la Santissima Trinità”.

Fede, speranza e carità sono le virtù che devono guidarci anche in quest’epoca in cui tutto sembra perduto:

  • un cammino di fede, credere in Dio, nella Rivelazione e nella Verità, è il primo passo per cercare di conoscere e fare la volontà di Dio. La fede implica anche la sua professione: «Devono tutti essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini, e a seguirlo sulla via della croce attraverso le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa»;
  • la fede deve incoraggiarci nella speranza, nel desiderio dell’incontro con Cristo che ci deve sostenere in tutti i momenti di scoraggiamento e di abbandono;
  • la carità, infine, è il vertice delle virtù teologali, l’amore che, come dice san Paolo, «Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta». Amore che, come ricordava san Giovanni Paolo II, «accolto e fatto crescere, compone in un unico corpo la Chiesa, come ci indica ancora Paolo: ‘Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità’ (Ef 4,15-16)».

Restiamo uniti, allora, non disperdiamoci, e affrontiamo le difficoltà e le prove che il Padre ci sottopone senza cadere nella tentazione di abbandonare tutto dando decisiva importanza agli errori umani e dimenticando che le virtù teologali (che in quanto battezzati ci sono state donate) ci impongono di credere che Dio non ci ha abbandonato e non ci abbandonerà.

 

 

Vincenzo

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