Retroscena / Il papa raccomanda a CL l’unità dopo che Carròn gli ha chiesto di poter fondare un nuovo movimento
di Francesco Balducci
Un invito a “custodire l’unità” e ad “andare oltre interpretazioni personalistiche del carisma, purtroppo ancora presenti”. Parole di papa Francesco, rivolte ai vertici di Comunione e Liberazione e dei Memores Domini [qui]. Lo scorso 15 gennaio, il presidente della Fraternità di CL, il professor Davide Prosperi, e il commissario dei Memores, monsignor Alessandro Santoro, sono stati ricevuti in udienza dal pontefice. Il 30 gennaio il papa ha scritto una lettera a Prosperi in cui ringrazia il Movimento per come “ha accolto in modo serio e disponibile le parole che vi ho rivolto durante l’udienza del 15 ottobre 2022, nonché quelle del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Vi incoraggio a proseguire su questa strada, e vi confermo nel lavoro che avete svolto in questo periodo”.
“In occasione delle celebrazioni per la nascita al cielo del Servo di Dio monsignor Luigi Giussani e della ricorrenza dei settant’anni dalla nascita del movimento – scrive poi papa Francesco – ho particolarmente a cuore di raccomandare a Lei e a tutti gli aderenti di avere cura dell’unità tra voi: essa sola, infatti, nella sequela ai pastori della Chiesa potrà essere nel tempo custode della fecondità del carisma che lo Spirito Santo ha donato a don Giussani”. Subito dopo, un passaggio che viene letto come un chiaro richiamo al predecessore di Prosperi, don Julián Carrón, e a tutta quell’area che in CL segue ancora il sacerdote spagnolo: “Per custodire l’unità e far sì che il carisma sappia interpretare sempre più adeguatamente i tempi in cui siete chiamati a testimoniare la nostra fede in Gesù Cristo, occorre andare oltre interpretazioni personalistiche, purtroppo ancora presenti, che rischiano di sottendere una visione unilaterale del carisma stesso. La incoraggio, perciò, insieme ai Suoi collaboratori, a continuare il lavoro intrapreso che mira a preservarne una visione integrale. Il cammino educativo proposto da Lei e da coloro che La aiutano nella guida del movimento sta anche contribuendo a correggere alcuni fraintendimenti e a proseguire la vostra missione nella fedeltà al carisma donato alla Chiesa per il tramite di don Giussani”.
Il richiamo all’unità di papa Francesco a CL non è casuale o estemporaneo, ma ha le sue radici in un episodio specifico che Duc in altum è in grado di raccontare. L’11 dicembre 2023, infatti, a essere ricevuto a Santa Marta è stato proprio don Carrón. Il sacerdote spagnolo fu costretto alle dimissioni nel novembre 2021, dopo che il cardinal Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, scrisse una lettera durissima in cui accusava (pur senza nominarlo) chi aveva guidato sino ad allora Comunione e Liberazione di aver “insegnato dottrine contrarie a quelle insegnate dalla Chiesa sulla trasmissione del carisma”, di “manipolazione delle coscienze” e di “inviti alla disobbedienza all’autorità ecclesiastica”.
Per farla breve: l’11 dicembre scorso don Carrón ha chiesto a papa Francesco di poter fondare un nuovo movimento ecclesiale, di staccarsi in sostanza da CL. E il pontefice ha respinto fermamente questa richiesta, invitando Carrón e i suoi all’unità. Invito poi ribadito anche a Prosperi e a monsignor Santoro quattro settimane dopo. La richiesta di Carrón non è un colpo di testa estemporaneo, ma il frutto di una lunga riflessione elaborata nel mondo carroniano negli ultimi due anni, da quando cioè il prete spagnolo è stato estromesso dalla guida di CL, con la Chiesa che ha di fatto operato una sorta di “commissariamento ad intra“, nominando presidente della Fraternità di CL il professor Prosperi fino al 26 novembre 2026. Di fatto, un commissariamento quinquennale, anche se Prosperi non ha poteri commissariali.
In questi due anni, i carroniani non sono rimasti con le mani in mano, e hanno dato vita a centinaia di incontri in tutta la Penisola, tenendo raduni e conferenze “alternative” a quelle ufficiali di CL. I candidati carroniani hanno vinto di larghissima misura tutte le elezioni che si sono svolte in decine di città italiane per eleggere i responsabili diocesani della Fraternità di CL, e carroniani sono pure i visitor usciti dalle elezioni (i visitor sono i responsabili di più regioni nell’organigramma di CL). Non è un mistero che stanno con Carròn i quattro quinti dei Memores Domini, e migliaia di aderenti a CL. Il “carronismo” è un modo particolare di intendere e vivere il carisma di don Giussani: modernista a livello teologico, intimista con forti accenti di introspezione psicologica, progressista a livello sociale e politico. Non è un caso, quindi, che quel mondo desideri in qualche modo staccarsi, e proseguire un suo cammino. L’unità a cui invita il papa, ormai, in CL appare sempre di più come un’unità di facciata, un’uniformità che non potrà reggere a lungo.
Francesco Balducci