Breve manuale di comportamento contro l’Unione europea, la sua politica e le sue pretese
di Fabio Battiston
Nel mio precedente contributo sulle prossime elezioni europee [qui] ho cercato di motivare, spero con chiarezza, la decisione di astenermi dal voto. Essa si basa sulla convinzione che il sistema politico europeo, che da anni decide il destino dei cittadini italiani molto più (e molto peggio) dei governi nazionali, sia irriformabile e immodificabile, rendendo vana ogni possibilità di cambiamento. Al di là dei partiti di centro-sinistra, sinistra e liberal democratici che hanno finora sostenuto questa struttura politica sovranazionale che si avvia a divenire uno strumento di potere realmente totalitario, nessuna forza politica a essi alternativa ritiene infatti necessario proporre soluzioni in grado di rompere una gabbia che imprigiona da anni decine di nazioni e centinaia di milioni di cittadini. All’orizzonte non si vedono proposte politiche, in grado non dico di sostenere una “exit” – sul modello di quella inglese – ma nemmeno di orientare a creare quei necessari stravolgimenti per mettere fine a uno scenario nel quale un padre-padrone straniero (nella fattispecie il cane da guardia franco-tedesco col contorno dei macabri “paesi frugali”) è ormai entrato in ogni ambito della nostra quotidianità. La rappresentazione plastica di quanto affermo è data proprio dal governo italiano di destra-centro che, in due anni, ha cancellato le parole d’ordine con le quali aveva ottenuto la fiducia di molti cittadini: sovranità, identità, patria e, soprattutto, Europa delle nazioni. Esse sono state magicamente sostituite da una politica estera grazie alla quale, oggi, Draghina Melonsky si avvia a poter divenire (lo sostengono molti autorevoli opinionisti politici internazionali) la nuova leader di una fintamente nuova Europa politica. È l’Europa che ben conosciamo: quella dei disvalori Lgbtq, dei diritti soggettivi (aborto, eutanasia, eugenetica eccetera); quella dell’ambientalismo talebano e della transizione ecologica; l’Europa tecno-scientista e poliziesca che ha fatto e farà dell’Intelligenza artificiale e della dittatura sanitaria le armi con le quali potenziare sempre più il gigantesco e famigerato controllo sociale, individuale e di massa, avviato già da alcuni anni. E infine, ma non ultima, l’Europa aggressiva e imperialista che da oltre vent’anni, attraverso l’apparato militare Usa-Nato, sta espandendo i suoi tentacoli verso Est. Obiettivo: la Russia ortodossa.
Ci troviamo quindi di fronte a un mostro che non può essere domato e sconfitto dalla politica, dal dialogo o dal compromesso. La storia ci ha insegnato che dittature, regimi più o meno totalitari e governi autoritari non sono quasi mai caduti per tramite di processi “democratici” basati su libere elezioni. No! L’Unione, la Commissione e il Parlamento europei, con la loro fetida costellazione di apparati tecno-economico-burocratici, rientrano a pieno titolo nel novero di queste organizzazioni canaglia che, specialmente negli ultimi centocinquant’anni, hanno avvelenato i popoli con le loro politiche infami, sovente mascherate dalla foglia di fico di una posticcia “partecipazione democratica”. Quando non è stata una guerra a determinarne la fine, è stato solo grazie alla giusta reazione degli oppressi e alla volontà delle genti di riappropriarsi del loro destino che se ne è ottenuto il crollo definitivo. Una vera contro-rivoluzione, quindi, per usare un termine caro a Plinio Corrêa de Oliveira. Il mio auspicio è che le “Bastiglie” di Bruxelles e Strasburgo debbano prima o poi fare questa fine.
Di fronte a tale realtà, ho immaginato un’alternativa non più basata su un’apparente e farsesca arma elettorale, cioè su un meccanismo di delega che oggi appare ridicolmente insensato. Occorre invece un’indispensabile presa di coscienza, prima di tutto individuale, che poi sia in grado di dilatarsi in ambiti sociali via via più vasti e pervasivi. Non è uno scenario facile né rapido da costruire, tuttavia deve poter essere avviato. Ma come tradurre tutto ciò in fatti concreti?
Ho pensato a un processo che parta da ciascuno di noi, da una quotidianità nella quale, goccia dopo goccia, parola dopo parola, azione dopo azione, divenga naturale non solo essere “controrivoluzionari antieuropei” ma anche rendere chiaramente percepibile agli altri questo atteggiamento, questo modo di essere, di fare e di pensare. Ecco allora che è maturata l’idea di scrivere qualche piccola regola, qualche suggerimento che possa essere messo in pratica da chiunque. Ne è venuta fuori una sorta di decalogo (in realtà di regole ce ne sono un po’ di più) che qui vi propongo. Tra queste azioni alcune potranno forse apparire ingenue, altre velleitarie o persino puerili. Non mi importa dei giudizi, anche ironici o sarcastici, che potrebbero far scaturire. Per quanto mi riguarda cercherò di applicarle ogniqualvolta possibile (alcune già fanno parte da tempo dei miei comportamenti). Di fronte a questa Europa, che ci minaccia in modo sempre più intollerabile, abbiamo il dovere di essere scorretti, disubbidienti, cattivi e, soprattutto, “diversi”. È necessario farlo per combattere ciò che da tempo è il nostro più grande nemico: il pensiero unico.
Regole per dire no a questo mostro che si chiama Unione europea
- Boicottaggio di tutti gli alimenti e le bevande che riportano la dicitura “prodotto nei territori della Comunità europea”.
- Boicottaggio di qualsiasi manufatto, nazionale o estero, indicante la dicitura “ecosostenibile”.
- Opposizione totale, nelle assemblee condominiali, alla realizzazione dei lavori green imposti da direttive e/o normative dell’Unione europea.
- Avvio di una motivata e continua propaganda antieuropea (sul posto di lavoro, nei rapporti familiari, sociali, amicali e nella Chiesa) centrata sui disvalori dell’Unione concernenti, in particolare: aborto, eutanasia, eugenetica, transgender, Lgbtq e negazione delle radici greco-giudaico-cristiane.
- Realizzazione di una medesima azione di contrasto su specifici scenari Ue riguardanti: controllo sociale mediante tecno-scientismo informatico (IA e web); dittatura sanitaria; politiche climatiche e ambientali basate sulla menzogna dell’origine antropica del riscaldamento globale; sostegno militare all’Ucraina.
- Promozione dell’astensionismo elettorale di fronte alla farsa delle elezioni europee.
- Interruzione di qualsiasi rapporto con esponenti del clero cattolico e delle organizzazioni laiche della Chiesa che manifestino approvazione e sostegno verso le politiche dell’Unione europea.
- Boicottaggio di tutte le testate informative filoeuropee (cartacee, radiotelevisive e web).
- Cancellazione della bandierina europea dalla targa della propria automobile (è sufficiente oscurare le dodici stelle).
- Sostegno, anche materiale, a qualsiasi organizzazione sociopolitica antieuropea (indipendentemente dalla sua vicinanza o meno alle istanze cattoliche).
- Eliminazione di ogni aiuto economico (donazioni, cinque per mille, beneficenza eccetera) a organizzazioni appartenenti all’Unione europea, a essa collaterali, vicine o anche solo simpatizzanti.
- Collaborazione alla massima diffusione di libri, saggi, articoli, interviste, film, documentari di attacco, critica e denuncia delle iniziative/leggi prese da organismi europei in ogni settore della vita sociale.
- Sostegno morale e materiale verso chiunque sia sottoposto ad attacchi mediatici, indagini, arresti, processi e condanne a motivo di azioni antieuropee.
- Disobbedienza civile e resistenza passiva nei confronti di decisioni e leggi del governo nazionale e degli enti locali laddove esse siano direttamente riconducibili a indirizzi stabiliti in sede comunitaria.
- Redazione e diffusione, sui canali informativi disponibili, di propri contributi a carattere antieuropeo (lettere, testi, articoli, saggi).
Ogni altro suggerimento per ulteriori azioni di controrivoluzione antieuropea è certamente benvenuto.
Forse qualche amico di Duc in altum, esaminando questo elenco, avrà pensato che manca l’indicazione più importante. Non me ne sono certo dimenticato ma, appunto perché è la più indispensabile, necessaria e significativa, l’ho volutamente lasciata al di fuori dalla lista, costituita da comportamenti esclusivamente “terreni”. Preghiamo dunque ogni giorno Nostro Signore affinché ci sostenga in questa lotta e guidi ogni nostra azione e parola. Credo che ricordare qui alcuni versi del Salmo 3 sia il modo migliore per invocare l’aiuto di Dio in questa temperie.
…Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata.
Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!
Tu hai colpito alla mascella tutti i miei nemici,
hai spezzato i denti dei malvagi.
La salvezza viene dal Signore:
sul tuo popolo la tua benedizione.