“Soluzione finale” per la messa tradizionale? Ipotesi e prospettive. Con un occhio alla Francia

di The Wanderer

Ancora una volta sono emerse voci sicuramente fondate – riportate da Rorate Coeli— del fatto che nel Dicastero per il culto, da parte del cardinale Roche, dell’arcivescovo Viola e di tutta la loro congrega, è stato redatto un documento destinato a far scomparire definitivamente la messa tradizionale: la soluzione finale per i fastidiosi tradizionalisti.

Molto interessante l’intervista fatta da Messa in latino ad Andrea Grillo a sostegno della veridicità della voce.

Alcune considerazioni al riguardo.

  1. Non c’è dubbio, credo, che esista questo documento, probabilmente una copia di quello già presentato poco più di due anni fa e mai firmato da Francesco, di cui abbiamo parlato qui.
  2. Il fatto che il testo esista al Dicastero per il culto non significa che Bergoglio lo firmi. È noto che egli non ha la minima simpatia per il cardinale Roche, al quale non dà mai udienza. Pertanto, non ne consegue affatto che l’esistenza di tale documento comporti la sua effettiva accettazione da parte del pontefice. Possono anche portarglielo rilegato in pelle di vitello e con i bordi dorati, ma a lui non dispiacerà buttarlo nella pattumiera se non considera che sia una buona politica. E non so fino a che punto possa essere nel suo interesse aprire un nuovo fronte di conflitto.
  3. Secondo la mia opinione, che ho espresso più volte in questo blog, Bergoglio non è affatto interessato alla liturgia; non la capisce e lo annoia. Tanto che, secondo molte fonti, il papa non celebra mai la Messa, né in privato nel suo appartamento né in pubblico, a cui partecipa sempre senza i paramenti appropriati.

Sed contra

  1. Con Bergoglio non si sa mai cosa potrebbe accadere e cosa potrebbe fare. O meglio, farà ciò che nessuno si aspetta e ciò che dimostra come lui abbia il potere. Così come ha commesso l’assurdità di nominare Tucho prefetto della Dottrina della fede e di dichiarare di voler battezzare un extraterrestre, così può firmare, o non firmare, il documento di Roche.

Ma c’è un ulteriore fatto preoccupante, reso noto nelle ultime ore dagli amici francesi, che complicherebbe ulteriormente la situazione.

Secondo le fonti francesi, possiamo confermare che una carica di alta rappresentanza come quella del nunzio apostolico in Francia sta facendo di tutto per ottenere la massima applicazione di Traditionis custodes. Monsignor Celestino Migliore non fa altro che alimentare l’ardore liturgico antitradizionale dei vescovi di Francia, insistendo affinché la messa tradizionale sia tollerata il meno possibile e gli altri sacramenti, in particolare battesimi, matrimoni e cresime, non siano mai amministrati in modo tradizionale.

Il nunzio apostolico è per missione un braccio della Segreteria di Stato. Ciò confermerebbe che il cardinale Pietro Parolin, figlio spirituale del cardinale Silvestrini, per decenni leader della Roma liberale, è un puro “progressista”, ammiratore dell’Ostpolitik del cardinale Casaroli, da lui imitato e addirittura superato nei suoi accordi con la Cina. Progressista che si nasconde sotto le spoglie di uomo sensibile (si è preoccupato solo in parte di approvare Fiducia supplicans per consentire la benedizione delle coppie omosessuali), oggi il suo nome compare costantemente tra i papabili, come un uomo della stirpe di Bergoglio, ma serio, riflessivo, esperto di dossier.

Senza avere un gabinetto ombra, questo Segretario di Stato – candidato papa ha uomini su cui contare quando sarà il momento, se mai sarà il momento. E uno di questi uomini è il nunzio Migliore, che fa parte della scuderia del cardinale Becciu ed è una delle personalità più importanti del corpo diplomatico della Santa Sede. È stato inviato in Francia nel 2020 per bergoglizzare l’episcopato francese, e in questo senso l’uscita di scena dell’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit, seguita dalla nomina a quella sede di Laurent Ulrich, costituisce uno dei suoi successi più brillanti.

Si vocifera che sia stata fatta una tacita promessa all’efficiente Celestino Migliore: diventare Segretario di Stato di papa Parolin, ma a condizione che riesca a sradicare il tradizionalismo in Francia. Da qui il suo impegno sproporzionato con la Conferenza episcopale francese e con i vescovi, che eviterebbe a Parolin, divenuto papa, di dover gestire questa spinosa questione.

È questo zelo del tutto carrieristico che genera grande costernazione tra i vescovi di Francia, anche tra coloro che, pur convinti dei meriti di Traditionis custodes, si rendono tuttavia conto che un’impresa del genere è impossibile in Francia, a meno che non si imbarchino in una crociata molto estranea ai tempi in cui viviamo, e quindi il cui successo sarebbe molto incerto in questi tempi di dialogo e di Chiesa sinodale.

Ma nel frattempo il nunzio Migliore continua a insistere, anche a porte chiuse, affinché i fedeli tradizionali non vengano presi sul serio.

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Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com

Titolo originale: ¿La solución final para los molestos tradicionalistas?

Traduzione di Valentina Lazzari

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