Un lettore ringrazia “Duc in altum”
Caro Valli,
essendo stato particolarmente segnato da quel periodo, l’articolo “Cattolici e psico-pandemia” [qui] ha attirato la mia attenzione.
Che il mondo cattolico fosse ben prima del 2020 tutt’altro che un’entità monolitica e omogenea non è certo un mistero. Avrà tuttavia esultato il divisore per eccellenza nel constatare come in quel triennio si sia in qualche modo compiuto uno step ulteriore, un innalzamento dell’asticella, se mi passa la metafora sportiva. Si è infatti delineata una più evidente demarcazione tra chi (già propenso a un malinteso “dialogo”, ad “andare d’accordo” con un mondo che fatalmente non ragiona secondo Dio ma secondo tutt’altri criteri e tuttavia è abilissimo ad ammantarsi di buonismo e senso di responsabilità) si è conformato in maniera fideistica e fanatica a dettami che apparvero sin da subito bizzarri quando non demenziali, e chi invece provava a non cedere al panico e tentava di imbastire una ricostruzione più razionale e articolata.
Non le nascondo che provengo da un movimento ecclesiale che nell’amicizia tra fede e ragione ha sempre avuto un pilastro portante. E che ha sempre stigmatizzato le criticità del rapporto con il potere, la secolarizzazione galoppante, la rivoluzione come genesi dei mali della modernità, la piaga dello statalismo, i danni dell’ideologia, il pensiero unico dominante, “più società, meno stato”, “chi ha paura della libertà?”. Si leggevano Solzenicyn e Havel. Poi tutto spazzato via da un patogeno artificiale della letalità dello 0,7% attorno al quale è stato costruito un riverbero mediatico in cui nulla è stato lasciato al caso e che ci avrebbe accompagnato a lungo. In questi casi solitamente ci si domanda a che pro analizzare ogni dettaglio del pelo del leone quando poi non si è in grado di riconoscere l’animale tutto intero.
Forse occorrerà molto tempo per realizzare con precisione cosa è accaduto, ma certo quel che è successo ha avuto l’effetto di riconfigurare inevitabilmente i riferimenti per non poche persone. Mi creda, non si può sentire un sacerdote di provata fede annunciare compiaciuto che l’accesso ai locali dell’oratorio sarebbe stato regolamentato dal lasciapassare di regime. O una figura cattolica di spicco strillare che il problema da risolvere fosse quello indicato dalle “autorità” cui avremmo dovuto perciò sottometterci subito e senza fiatare. Per tacere di un evento culturale parrocchiale in cui la propaganda vaccinista aleggiava allegramente senza tralasciare gli insulti personali e il livore esplicito verso qualsivoglia pensiero critico. Gli esempi sono innumerevoli, e alcuni sacerdoti “non allineati” avrebbero molto da raccontare.
Si è perciò resa esplicita la fisionomia di un “mondo” in cui non mi riconosco, in cui mi è difficile rintracciare i criteri che mi permettano di stare di fronte al reale senza lasciarmi travolgere dallo spirito del mondo che risulta spesso manipolatorio e ingannevole. Inevitabilmente ho cominciato perciò a simpatizzare invece per quel mondo consapevole della gravità del momento presente, gravità che si situa dentro un’impostazione palesemente rivoluzionaria e verso la quale è imprescindibile opporre una resistenza, tendente al ripristino dell’ordine naturale, del Vangelo, della dimensione cristiana personale e, per quanto possibile, sociale. Senza la pretesa di cambiare il reale ma di cambiare anzitutto me stesso liberandomi dalle catene del pensiero unico, di cui i media sono parte essenziale causa il bombardamento continuo cui ci sottopongono. Pensare che tutto ciò sia inutile in quanto il mondo sta ormai da tutt’altra parte, implicherebbe per coerenza bollare come sciocchi i primi cristiani, i martiri della Vandea e i ragazzi della Rosa Bianca, solo per dire i primi esempi che mi vengono in mente.
Non posso perciò che concludere ringraziandola per il lavoro, a mio modo di vedere prezioso, che svolge attraverso il suo blog mettendoci sempre a disposizione spunti su cui riflettere. Prego perciò perché il buon Dio le conceda di potervisi dedicare ancora a lungo, e che il suo amore alla Verità non venga mai meno.
Claudio