La terza Giornata mondiale contro l’aborto e la sua risonanza in Italia e all’estero

di Massimo Viglione*

Chi ha voluto e potuto partecipare, sabato 7 settembre 2024, alla terza Giornata mondiale contro l’aborto, organizzata dalla Confederazione dei Triarii e tenutasi a Spiazzi (Verona), può testimoniare la bellezza e l’importanza di questo evento che, giunto appunto al terzo appuntamento, inizia a prendere forma e consistenza a livello internazionale.

La giornata è pensata e vissuta in senso spirituale (in qualche modo penitenziale) e come apostolato di denuncia della politica abortiva a livello mondiale e difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Pertanto non è una ripetizione in piccolo delle precedenti “marce per la vita”, che hanno svolto un ruolo importante per molti anni e venivano vissute soprattutto (anche se non solo) come momento di festa e di unione di migliaia di persone del mondo pro-life.

In questo caso si è scelto, fin dall’inizio, l’aspetto combattivo e reattivo al totalitarismo abortista che sempre più si sta imponendo in tanti paesi e, anzitutto, in quelli “occidentali”: per questo la giornata non è intitolata “per la vita”, ma in maniera più determinante “contro l’aborto”.

Ciò forse non facilita, per ragioni che non possono sfuggire a chi è intelligente e libero, una partecipazione massiva da parte di decine di migliaia di persone. Ma non è questa la scelta della Confederazione dei Triarii, che non ha voluto ripetere in piccolo quanto fatto da altri, ma ha voluto creare una nuova forma di resistenza all’abominio abortista, senza curarsi troppo, e tanto meno spasmodicamente, delle presenze in senso quantitativo.

Non saremo quindi noi a fornire, come di prassi nel passato, numeri fantasmagorici di partecipanti, che non abbiamo cercato. Eravamo centocinquanta circa, e abbiamo vissuto in un bel contesto, e con un bel sole che però non provocava afa, una giornata indimenticabile.

È cominciata alle 10 del mattino con la celebrazione della Santa Messa in rito romano antico, nella gremitissima chiesa della parrocchia di Sant’Antonio.

Poi ci si è portati dinanzi all’Hotel Stella Alpina per la processione al santuario della Madonna della Corona, accompagnati dalla recita del Santo Rosario condotta da due sacerdoti.

Terzo momento, la preghiera comunitaria che abbiamo rivolto alla Madre di Dio nel suo santuario.

Dopo il pranzo, vi è stato il convegno, partecipatissimo. Basti dire che, pur essendo durato più di tre ore senza alcuna interruzione, quasi tutti i presenti sono rimasti fino alla fine per ascoltare ogni intervento, partecipando come un pubblico attento e chiaramente consapevole di quanto si denunciava.

Il convegno

Il titolo era: L’aborto: ovvero, il non-diritto per antonomasia. Chiaro il riferimento al serissimo pericolo che l’Unione Europea e gli Stati possano – come hanno annunciato di voler fare – dichiarare l’aborto un diritto costituzionale, cosa che ci toglierebbe ogni libertà d’azione e reazione in materia.

Le adesioni al convegno sono state tante e a livello intercontinentale. E ringraziamo sinceramente tutti coloro che hanno voluto accettare il nostro invito a presenziare come relatori o a inviare un messaggio o intervento video.

Abbiamo iniziato con un messaggio video introduttivo gentilmente inviatoci da sua eminenza il cardinale Juan Sandoval Iñiguez, arcivescovo emerito di Guadalajara in Messico; e con il graditissimo saluto video del celebre e seguitissimo tradizionalista attivista per la vita Taylor Marshall dagli Usa.

Sempre dal Messico sono giunti altri due interventi video:

della dottoressa Pilar Calva Mercado (Cumulo di cellule o embrione?), genetista di fama internazionale, allieva del professor Lejeune, e

dell’attivista per la vita Brenda del Rio (Pericoli e conseguenze del totalitarismo abortista).

Ancora dagli Stati Uniti l’intervento del professor John Rao (La lotta al non-diritto dell’aborto prevede anche la lotta al pluralismo e all’americanismo).

Infine, dalla Polonia ci ha inviato un importante intervento l’attivista per la vita Kaja Godek (Rapporto dal fronte polacco).

In presenza, dopo il saluto del cardinale, hanno aperto il convegno due sacerdoti presenti: don Pierpaolo Petrucci, priore del Priorato di San Marco della Fraternità sacerdotale San Pio X (Aborto e diritto: una contraddizione nei termini), e don Leonardo Maria Pompei, parroco di Santa Maria Assunta in Cielo a Sermoneta (La vera crisi dei nostri tempi: l’oblio della ragione).

Sono poi intervenuti: il vaticanista Aldo Maria Valli (I falsi pastori e il loro linguaggio. Il dovere di smascherare la menzogna); il professor Daniele Trabucco (L’interruzione volontaria della gravidanza: da delitto a diritto. Il trionfo della liquidità della Costituzione); l’ostetrica Rachele Sagramoso (La manipolazione dietro l’interruzione volontaria di gravidanza); il direttore della Triarii Tv Antonio Bianco (L’aborto come aggressione al logos); e ha chiuso il professor Guido Vignelli (L’antiabortismo cattolico: dall’arretramento alla riscossa).

Vi è stato anche un breve saluto di Vito Comencini. Per un problema dell’ultimo istante, non ha potuto presenziare il dottor Roberto Pecchioli.

Chi scrive ha diretto i lavori.

In autunno saranno editi gli Atti, mentre a giorni sarà a disposizione il video dell’intero convegno.

Le adesioni

Desidero ringraziare, a nome della Confederazione dei Triarii, anzitutto sua eccellenza monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, che non ha potuto presenziare al nostro evento, ma ha lasciato la sua benedizione all’iniziativa.

Ringrazio a seguire le testate cattoliche che hanno scelto di pubblicizzare l’evento, e in particolare: Duc in altum di Aldo Maria Valli, Stilum curiae di Marco Tosatti,   l’Osservatorio cardinale van Thuân, Informazione cattolica, il professor Matteo D’Amico sul proprio canale.

Adesioni alla celebrazione della Santa Messa o alla recita del Rosario sono giunte da vari presìdi della Confederazione dei Triarii: Torino, Novara, Riviera di Ponente, Brescia, Vicenza e Padova, Emilia orientale e Romagna, Arezzo, Siena, Roma, Puglia/Bari, Puglia/Salento, Reggio Calabria, Agrigento.

Inoltre, sante Messe o recite del Rosario si sono avute in Irlanda (recita del Santo Rosario da parte della FSSPX alla St. John Church, Waterford City), a Malta (La Valletta, Chiesa dei gesuiti in Merchant Street), in Burundi e in Australia.

Un ringraziamento infine va a tutti i sacerdoti che hanno accettato, in forma privata, il nostro invito alla celebrazione della Santa Messa in rito romano antico.

È chiaro che chiunque volesse può celebrare o far celebrare una Santa Messa secondo le intenzioni della giornata contro l’aborto.

Si è trattato quindi di un importante evento con risonanza intercontinentale. Possiamo solo auspicare e sperare che questa forma di reazione al totalitarismo abortista divenga sempre più sentita, partecipata e forte, ovunque e in primis in Italia e ovviamente nella Chiesa.

La Giornata mondiale contro l’aborto ha lo scopo di salvare la vita di un numero incalcolabile di bambini, di fermare il totalitarismo anti-umano della politica della morte e, soprattutto, di restaurare nei cuori delle madri – e anche dei padri, dei medici, dei sanitari e di tutti coloro che hanno responsabilità diretta o indiretta – l’amore per l’ordine naturale e per il prossimo, specie per il più debole in assoluto.

Questa è una lotta per la civiltà e la salvezza dell’umanità.

*presidente della Confederazione dei Triarii

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Nella foto, Massimo Viglione (a destra) e Aldo Maria Valli un momento del convegno

 

 

 

 

 

 

 

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