Cronache dalla grotta / Attenti agli angeli!

di Rita Bettaglio

Sempre più frequentemente, quando fortuitamente incontro una persona, salta su una specie di Grillo Parlante che, impertinente, mi domanda: “E se te lo mandasse Dio in persona?”.

Noi vediamo un uomo male in arnese, una donna in là negli anni, ormai sfiorita, un giovane ignaro che sembra essere stato lanciato come un dado sul tavolo da gioco. Non vediamo, invece, i loro angeli custodi, che sempre riferiscono ogni cosa a Dio. Non vediamo il loro cuore, il profondo della loro anima.

E, soprattutto, non conosciamo il pensiero di Dio, che di niente e di nessuno ha bisogno, ma si può servire di tutti.

In questo periodo ho fatto qualche capatina fuori della mia grotta. Il cielo ci ha riservato pioggia, pioggia e ancora pioggia, a ricordarci che di Dio è l’universo e quanto contiene. L’uomo, pur fatto poco meno degli angeli, di fronte alla natura può solo, umilmente, usare della ragione che il Creatore gli ha fornito e diligentemente curare quanto gli è stato affidato.

Ho avuto la grazia di incontrare persone che, in modi differenti, hanno scelto il Signore: osservarle, ascoltarle, interrogarle è stato un dono grande.

In particolare monache. Sì, monache: donne di una specie che parrebbe in via d’estinzione, ma che hanno ancora olio per le loro lampade. E ne avranno ancora, fino alla consumazione dei secoli, Deo adjuvante.

Cos’hanno di speciale queste “libere donne di Dio”, secondo la felice definizione della professoressa Mariella Carpinello, grande esperta di monachesimo femminile e allieva di un gigante come padre Adalbert De Voguè?

Marcella, Asella, Paola e la figlia Eustochio, così come Macrina, Olimpia e le Amma del deserto: siamo nei primi secoli del cristianesimo e queste donne di Dio hanno molto da insegnarci. Il sangue dei martiri era stato sparso abbondantemente, le vergini avevano dato generosamente la propria testimonianza di fede eroica. Ora veniva il tempo di un altro martirio, quello bianco della vita monastica: un combattimento che chiedeva e chiede coraggio e determinazione quanto l’effusione del sangue.

A leggere di loro, della loro libertà interiore ed esteriore, viene da pensare: dov’è finito il loro spirito, la loro inventiva, la loro cristiana fortezza? Noi ci crediamo intelligenti, potenti perché con un clic c’illudiamo di raggiungere tutto il mondo. Ma queste donne lo raggiunsero veramente, coi poveri mezzi d’allora, senza aerei, macchine, treni.

Santa Paola Romana, nobile matrona romana, e la figlia Eustochio seguirono san Girolamo in Oriente: a Betlemme la santa vedova fece costruire tre edifici, un monastero femminile, uno per san Girolamo e un ospizio per i pellegrini.

Santa Marcella, nella sua casa sul colle Aventino, dopo aver conosciuto sant’Atanasio e aver ascoltato i suoi racconti sul monachesimo egiziano, diede vita a una comunità femminile dedita alla preghiera, alla penitenza e allo studio della Sacra Scrittura. La sua competenza negli studi biblici era tale da gareggiare con san Girolamo, come apprendiamo dalle lettere dello stesso santo.

Certo, allora nella Chiesa c’era più libertà, non c’era il Codice di diritto canonico e queste sante vedove erano nobili e ricche. Ma soprattutto avevano la fede che muove le montagne e la fortezza, dono della Spirito Santo.

Ci sono ancora donne così? Mutatis mutandis, direi di sì. Non proprio come quelle di allora, ma la semenza non si è persa. Generazioni di monache hanno, parafrasando Guareschi, “salvato il seme” e ardentemente preghiamo perché germogli nuovamente. Quando accadrà questo? Deus scit.

A noi corre l’obbligo di fare la nostra parte e stare in campana. In questi tempi bisogna stare molto attenti (quando mai è accaduto il contrario?). Il Signore ci visita più spesso di quanto pensiamo, ci guarda attentamente, legge ogni nostro pensiero. Bisogna vedere Lui in ogni persona che incontriamo, perché c’è veramente.

Cosa ci chiede? Ogni anima, per parte sua, lo sa. E i santi angeli lo riferiscono continuamente a Dio. Sobri estote et vigilate, quindi. O, come diceva mia nonna, chi ha tempo non aspetti tempo.

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