Don Camillo
Don Camillo: – Gesù, avete visto?
Gesù: – Che cosa, don Camillo?
Don Camillo: – Per il giubileo il Vaticano ha commissionato a un disegnatore una mascotte.
Gesù: – Don Camillo, credo di non capire.
Don Camillo: – Una mascotte, Gesù. Un pupazzetto, un personaggio.
Gesù: – E a che cosa serve?
Don Camillo: – È un po’ un simbolo. Ma anche un gadget.
Gesù: – Don Camillo, spiegati meglio.
Don Camillo: – Una mascotte racchiude in un’immagine il significato di un evento. Un gadget è un oggetto che promuove l’evento.
Gesù: – Ma scusa, don Camillo, non bastava la croce? O magari un’immagine di Pietro?
Don Camillo: – È quello che dico anch’io, Gesù.
Gesù: – E com’è questa mascotte?
Don Camillo: – Una ragazzina. Con soprabito e cappuccio giallo, bastone, stivali infangati. Vuole rappresentare una pellegrina.
Gesù: – Fammi vedere… Uhm… Mi sembra… come si chiama… Cappuccetto Rosso, quella del lupo. Solo che è gialla.
Don Camillo: – A me non piace.
Gesù: – Porta pazienza, don Camillo.
Don Camillo: – Ma Gesù, con tutto il rispetto, che c’entra questa immagine col giubileo?
Gesù: – Don Camillo, vedila così. In Vaticano è pieno di lupi travestiti da agnelli. E magari Cappuccetto Giallo, con quel bastone, può essere utile…