Mostra blasfema di Carpi: indagati per vilipendio l’arcivescovo di Modena, il pittore e i curatori
di Radio Spada
La questione ovviamente non è riducibile alla materia strettamente giuridica e la prova sta anche nell’interminabile processione di riparazione che i fedeli – con l’organizzazione di diverse sigle, tra cui Radio Spada – hanno messo in campo nel maggio 2024. Quali saranno gli esiti dell’indagine e dell’eventuale processo in uno Stato come la Repubblica italiana sarà tutto da vedere.
Intanto però il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, Andrea Scarpa, ha comunicato di non aver accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica nel procedimento penale che coinvolge l’arcivescovo di Modena, monsignor Erio Castellucci, insieme al pittore Saltini e ai curatori della mostra, don Bellini e Cristina Muccioli. Tutti e quattro gli indagati, difesi d’ufficio dall’avvocato Flavia Zuddio, sono accusati di vilipendio ai sensi dell’art. 403 del Codice penale. L’udienza di discussione sulla richiesta di archiviazione è stata fissata davanti al Gip per il 20 gennaio 2025 alle ore 9.
L’avvocato Francesco Minutillo, legale rappresentante dei numerosi fedeli che hanno presentato l’esposto, ha espresso grande soddisfazione per la decisione: “Finalmente avremo un giudice davanti al quale far emergere la verità sui contenuti blasfemi della mostra tenutasi nella Chiesa di Carpi. La Procura ha condotto un’indagine che riteniamo insufficiente, per questo abbiamo richiesto numerosi approfondimenti e di acquisire gli atti relativi all’aggressione all’artista Saltini e al danneggiamento della tela, avvenuti il 28 marzo 2024, fatti che all’epoca suscitarono un ampio clamore mediatico. È necessario capire che fine abbia fatto quell’indagine, dato che non si hanno tracce dell’aggressore. È giunto il momento di fornire risposte chiare”.
Al centro della controversia vi è un’opera descritta dall’avvocato Minutillo come “un’immagine disgustosa di Cristo, collocata senza alcuna giustificazione plausibile all’interno di una chiesa ancora consacrata, proprio di fronte all’altare maggiore”. Il legale ha sottolineato che “non si tratta solo della singola opera, ma dell’insieme delle circostanze e delle condotte poste in essere non solo dall’artista, ma anche dagli esponenti della curia. Sarà fondamentale valutare tutti questi elementi per comprendere la fondatezza dell’ipotesi di reato che vede quattro persone indagate, tra cui l’arcivescovo Castellucci”.
L’udienza del 20 gennaio 2025 sarà un momento decisivo per chiarire il destino del procedimento e dare risposte alle molteplici domande sollevate dai fedeli e dai loro rappresentanti legali.