Cambiare il papato e il cattolicesimo stesso. La missione targata Bergoglio

di Raymond Kowalski

Era il maggio del 2019 quando scrivevo che il modo migliore per distruggere la Chiesa cattolica istituzionale sarebbe stato quello di usare contro sé stessa le armi di cui la Chiesa dispone, in particolare il potere e il primato del papa.

Ebbene, sebbene la Chiesa cattolica, naturalmente, sia indefettibile, sostengo ora che Francesco ha compiuto la missione che gli era stata assegnata: deturpare la manifestazione temporale della Chiesa. Come aveva previsto l’arcivescovo Fulton Sheen, ora abbiamo la “scimmia della Chiesa, svuotata del suo contenuto divino”.

Direte: “Sei alquanto drammatico. Forse Francesco ha messo al bando la Messa tradizionale quando non stavamo guardando?”. Al che rispondo che ha fatto di peggio: ha messo al bando la ragione non solo della Messa tradizionale, ma di qualsiasi Messa.

Non c’è stato nessun annuncio importante, nemmeno un altro motu proprio. E il colpo finale non è stato inferto a Roma. È avvenuto a Singapore. Ne avete certamente sentito parlare, ma probabilmente non ci avete pensato molto.

Il 13 settembre 2024, in un discorso apparentemente improvvisato rivolto un gruppo eterogeneo di giovani in un college cattolico, Francesco ha detto: “Tutte le religioni sono un percorso per arrivare a Dio… C’è un solo Dio e ognuno di noi ha un linguaggio per arrivare a Dio. Alcuni sono sikh, musulmani, indù, cristiani, e sono percorsi diversi”.

Queste parole sono state duramente criticate da importanti esponenti cattolici perché Francesco sembra sostenere che una religione valga quanto un’altra. Una conferma di quanto scritto nel Documento sulla fratellanza umana, che il papa firmò ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 e in cui si dichiara che “il primo e più importante obiettivo delle religioni è credere in Dio” (non specificato quale) e “il pluralismo e le diversità di religione… sono una sapiente volontà divina”.

E ora eccoci qui: il leader di 1,390 miliardi di cattolici in tutto il mondo, il papa infallibile, il successore di san Pietro, durante una conversazione informale, affinché tutto il mondo possa sentire, lancia l’idea che per “arrivare a Dio” non c’è alcun bisogno della Chiesa cattolica.

Secondo me la notizia non sta in ciò che Francesco ha detto, bensì in ciò che non ha detto ma, come vescovo consacrato della Chiesa cattolica, aveva il dovere di dire. La rovina finale della Chiesa cattolica istituzionale è avvenuta quando Francesco ha detto a quei giovani che “c’è un solo Dio”, ma non ha spiegato quale.

Il messaggio era questo: Dio, il padre onnipotente, è lo stesso per tutte le religioni. Ma poiché Francesco, a differenza del Credo cattolico, non ha menzionato Gesù Cristo e lo Spirito Santo, le altre Persone divine del Dio trinitario, il messaggio è stato che Gesù Cristo e lo Spirito Santo non sono rilevanti per una discussione riguardante Dio.

Il messaggio completo è che la divinità di Gesù Cristo non ha importanza. Pertanto non hanno importanza la sua passione, morte e risurrezione. Non ha importanza la santa Eucaristia. Non ha importanza il sacerdozio. Non hanno importanza i sacramenti. Nessuna messa, riformata o tradizionale che sia, ha importanza. La stessa Chiesa cattolica istituzionale non ha importanza: è stata svuotata del suo contenuto divino.

Nel 2013 il cardinale Cormac Murphy-O’Connor disse: “Quattro anni di Bergoglio saranno sufficienti per cambiare le cose”. Nel 2017 l’ex cardinale Theodore McCarrick ammise che c’era un piano pre-conclave per eleggere Jorge Bergoglio, visto come colui che avrebbe potuto “riformare la Chiesa e in cinque anni rimetterci sulla giusta strada”. Da parte sua, il cardinale Donald Wuerl spiegò che, dopo il Concilio Vaticano II, i papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI avevano deviato, ma Francesco avrebbe riportato la Chiesa sulla strada giusta e profetizzò: “Il papato non sarà mai più come venticinque o più anni fa”.

Ora sappiamo che quella valutazione fu troppo restrittiva. Come Ross Douthat ha mostrato nel suo libro To Change the Church, Francesco non sta solo cambiando il papato, ma sta cambiando il cattolicesimo stesso. Ci sono voluti più di undici anni, ma alla fine anche la pietra angolare è stata rimossa. Francesco ha portato a termine la sua missione.

L’arcivescovo Sheen disse che siamo alla fine della cristianità, non alla fine del cristianesimo. Allo stesso modo, nel 1958, don Joseph Ratzinger osservò che le dimensioni della Chiesa sono diventate un ostacolo alla sua attività missionaria e fece una previsione: “Prima o poi, con o contro la sua volontà, essa diventerà esteriormente un piccolo gregge”.

Il nostro compito, oggi, è pregare per il ripristino della Chiesa istituzionale, restando parte del piccolo gregge in cui la divinità di Gesù, con ciò che ne deriva, è tutto ciò che conta.

Fonte: onepeterfive

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Nell’immagine, la copertina della rivista Time che nel 2013 proclamava Bergoglio “persona dell’anno”

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