Don Camillo
Don Camillo: – Gesù, avete visto?
Gesù: – Che cosa, don Camillo?
Don Camillo: – Per la mostra Cento presepi, in Vaticano, ci sarà anche un’opera di Legno.
Gesù: – Mi sembra normale. Un presepe di legno…
Don Camillo: – No, Gesù, non legno, ma Legno. Simone Legno, lo stesso che ha ideato la mascotte del giubileo, Luce.
Gesù: – Si vede che è un buon… Legno.
Don Camillo: – Non ne sarei così certo. Sia la mascotte sia i personaggi del presepe hanno occhi inquietanti. Troppo grandi, troppo fissi. Da extraterrestri.
Gesù: – Forse il Vaticano vuole rivolgersi a tutte le galassie.
Don Camillo: – No, è che si è persa ogni nozione della vera arte.
Gesù: – Don Camillo, ora sei anche critico d’arte?
Don Camillo: – No, ma noto le cose. Avete mai visto gli occhi dei personaggi di Rupnik? E ora quelli di Legno? Occhi che mettono a disagio.
Gesù: – E tu non guardarli. Nessuno ti obbliga.
Don Camillo: – Avete ragione, Gesù, ma se penso all’arte cristiana di una volta e la paragono a questi bambocci…
Gesù: – Non cedere allo sconforto, don Camillo. Si può pregare anche davanti a un brutto presepe.
Don Camillo: – Ma un po’ di buon gusto!
Gesù: – E allora rendi più bello il tuo, di presepe. Ho notato che la capanna avrebbe bisogno di qualche ritocco…
Don Camillo: – Lo faccio subito, Gesù.
Gesù: – Bravo don Camillo! Corri! La mia nascita è alle porte. Ed è tutto ciò che conta.