Tra bioetica e biopolitica nell’era dell’intelligenza artificiale
di Lorenzo Ricciardi Celsi*
Viviamo in un’epoca di straordinario cambiamento, una vera e propria trasformazione epocale in cui il progresso tecnologico sfida i confini tradizionali dell’etica, della politica e della filosofia. La crescente influenza dell’intelligenza artificiale (IA) solleva domande fondamentali su cosa significhi essere umani, quali siano i nostri limiti e come possiamo orientare le tecnologie verso il bene comune. In questo contesto, emerge con forza la necessità di un “nuovo umanesimo” che coniughi bioetica globale e biopolitica per affrontare le sfide del futuro.
L’intelligenza come caratteristica umana
L’intelligenza è un attributo strettamente umano, radicato nella carne e nel corpo, e non in una macchina. Le visioni futuristiche di robot dotati di intelligenza paragonabile a quella umana, capaci di prendere decisioni autonome, rimangono tuttora un prodotto della letteratura fantascientifica. Sebbene sistemi avanzati di calcolo e analisi dei dati possano suggerire soluzioni, essi non possiedono consapevolezza, intenzionalità o autonomia morale. Questo distingue radicalmente l’intelligenza artificiale dalle qualità che definiscono la mente umana.
Tuttavia, le reti computazionali stanno rapidamente evolvendo, promettendo di supportare l’umanità nei processi decisionali. Questo sviluppo richiede un approccio etico rigoroso e condiviso, che garantisca che le tecnologie siano progettate e implementate per servire il bene comune.
Ethics by design: progettare l’etica nelle tecnologie
La progettazione etica delle tecnologie, nota come ethics by design, è una priorità urgente. L’etica deve essere integrata fin dalle prime fasi dello sviluppo tecnologico, influenzando la programmazione, l’ingegneria e le applicazioni pratiche. Solo attraverso questo approccio possiamo garantire che i prodotti innovativi rispettino i valori e le norme della società.
Bioetica globale: superare i confini
Le sfide etiche sollevate dall’IA richiedono un’espansione della riflessione morale verso una bioetica globale. La pandemia e i conflitti internazionali hanno dimostrato come fenomeni apparentemente locali possano avere implicazioni planetarie, richiedendo risposte sistemiche e coordinate. La bioetica globale deve affrontare questioni che spaziano dalla manipolazione genetica alla regolamentazione delle tecnologie riproduttive, fino alla gestione dei dati personali e alle implicazioni dell’IA nelle decisioni cruciali per la vita umana.
In questo contesto, la biopolitica gioca un ruolo fondamentale, intrecciando le questioni della vita umana con la loro regolazione politica. La legislazione internazionale deve confrontarsi con i dilemmi etici posti dalle nuove tecnologie, promuovendo una governance capace di tutelare la dignità e i diritti degli individui.
L’umanesimo planetario: dall’io al noi
La globalizzazione ha messo in crisi la solidarietà umana, accentuando le disuguaglianze e alimentando la paura di un futuro incerto. Di fronte a queste sfide, è necessario un ritorno a un umanesimo planetario, che promuova una visione condivisa della nostra comune umanità. Questo nuovo umanesimo deve essere interdisciplinare, coinvolgendo scienziati, artisti, filosofi, leader politici e religiosi in un dialogo aperto per affrontare le grandi questioni del nostro tempo.
Nel riscoprire il legame tra uomo e creato, bisogna sottolineare l’importanza di un approccio responsabile e sostenibile alla tecnologia. Questo richiede una ridefinizione dei concetti di proprietà, privacy e responsabilità, nonché una riflessione profonda sulla relazione tra l’umanità e le macchine.
La regolamentazione dell’IA
La regolamentazione dell’IA è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Gli algoritmi già oggi influenzano decisioni fondamentali in settori come la finanza, l’assicurazione e la sanità, con implicazioni profonde per la vita e il futuro delle persone. Allo stesso tempo, lo sviluppo di robot umanoidi e sistemi di assistenza basati sull’IA solleva interrogativi etici su privacy, sorveglianza e disuguaglianza economica.
Un altro aspetto critico riguarda l’uso militare dell’IA, che potrebbe amplificare i rischi di conflitti e violazioni dei diritti umani. È essenziale stabilire norme internazionali che regolamentino l’uso delle tecnologie emergenti, garantendo che il loro impatto sia positivo e sostenibile.
Verso una nuova governance
La sfida dell’intelligenza artificiale non può essere affrontata con il pensiero del passato. Richiede creatività, collaborazione e una visione etica condivisa. È necessario promuovere una governance che bilanci progresso tecnologico e giustizia sociale, valorizzando la diversità delle prospettive culturali e religiose.
Un nuovo umanesimo deve emergere come risposta alle sfide della nostra epoca, radicato nella consapevolezza della nostra comune umanità e nel rispetto per il creato. Solo attraverso un dialogo aperto possiamo costruire un futuro in cui tecnologia e umanità si armonizzino per il bene comune, superando le divisioni e le incertezze che caratterizzano il nostro tempo.
*Ingegnere, esperto di intelligenza artificiale