La nuova chiesa in uscita e il sacro dissacrato

di Vincenzo Rizza

Caro Aldo Maria,

la neo-chiesa in uscita si diverte a rappresentare, giorno dopo giorno, la parodia di sé stessa e a Glasgow, nella cattedrale di Sant’Andrea, hanno ben pensato di accelerare il processo installando una croce giubilare dietro l’altare maggiore.

Un’enorme croce greca variopinta, con al centro, al posto del corpo di Cristo, una gigantografia del logo del giubileo.

Inevitabili le polemiche di chi ha visto nel nuovo arredo “sacro” e nei suoi colori sgargianti l’ennesimo spot in favore del mondo LGBTQ periodico; scontata la difesa a oltranza della arcidiocesi che ha sottolineato come i “colori scelti sono tratti dal logo ufficiale del Vaticano per l’Anno Santo. Non hanno assolutamente alcun significato LGBT o politico”.

A prescindere dalla natura LGBT o politica della croce, rilevo come il decadimento morale e spirituale si sia inevitabilmente riverberato anche nell’arte sacra, che di sacro ha ormai ben poco e di bello non ha più nulla. Le mostre di Carpi e di Linz, nuove chiese che sembrano enormi magazzini, ristrutturazioni delle antiche chiese in chiave moderna, nuovi altari minimal o con forme stravaganti, mascotte del Giubileo: tutto pur di dissacrare il sacro.

E ora anche un crocifisso senza Gesù, volto solo a esaltare il Giubileo 2025 e le innovazioni del nuovo corso del magistero e della sinodalità che vogliono spazzare via secoli non solo di tradizione ma anche di arte sacra.

Cimabue, Giotto, Velázquez, per citare qualche esempio, hanno dipinto magnifici crocifissi. Venendo a tempi più recenti, Salvador Dalì, pittore famoso per le sue rappresentazioni bizzarre e surreali, ha rappresentato il Cristo in modo non convenzionale, visto dall’alto, come lo vide il Padre, mostrando sempre rispetto per il mistero della crocifissione; e guarda, caso, quel crocifisso è conservato proprio a Glasgow, al Kelvingrove Art Gallery and Museum.

Oggi siamo alla parodia della Croce, rappresentata senza alcun esplicito riferimento a Cristo. Mi chiedo, allora, quale fedele potrebbe inginocchiarsi e pregare davanti a quell’“opera”, ma soprattutto, se nella chiesa di Brescello fosse stata istallata la croce giubilare di Glasgow il povero don Camillo sarebbe mai riuscito a parlare con Gesù?

 

 

I miei ultimi libri

Sei un lettore di Duc in altum? Ti piace questo blog? Pensi che sia utile? Se vuoi sostenerlo, puoi fare una donazione utilizzando questo IBAN:

IT64Z0200820500000400192457
BIC/SWIFT: UNCRITM1D09
Beneficiario: Aldo Maria Valli
Causale: donazione volontaria per blog Duc in altum

Grazie!