Corrorsera

di Fabio Battiston

Caro Aldo Maria,

stamane l’home page del Corriere della sera on line [qui] ci regala una presenza e un’assenza che danno la misura dell’orrore di ciò che oggi è l’Italia rappresentata da quello che fu il quotidiano in cui scrissero, tra i tantissimi grandi nomi, Ugo Ojetti, Luigi Einaudi, Indro Montanelli, Vittorio Messori, Luigi Barzini, Ada Negri e poi ancora Prezzolini, Pirandello, Fogazzaro, Soldati e molti altri.

All’inizio della home page campeggia un articolo della santa laica Milena Gabanelli la cui omelia è centrata sulla grande opportunità che per l’intero pianeta sarebbe rappresentata dal crollo delle nascite. E questa è la presenza. Se invece oggi, 10 febbraio, Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, vorrete leggere sull’argomento qualche grande pensiero di uno tra i diversi storici che albergano da anni nel quotidiano di via Solferino, la vostra ricerca sarà vana. E questa è l’assenza.

Per il più importante e “glorioso” giornale italiano, questa ricorrenza, semplicemente, non esiste.

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Caro Fabio,

anch’io questa mattina quando ho visto l’articolo della santona, che prende per oro colato le tesi dell’Onu sulla sovrappopolazione e si compiace del declino demografico in quanto sarebbe una “opportunità”, ho provato un moto di disgusto, ma soprattutto di tristezza. Non solo per le argomentazioni, ma per come è caduto in basso il giornalismo.

Tutto ciò mi rafforza nell’idea che l’unica possibilità per noi apoti, per noi che non ce la beviamo (Prezzolini dixit) è costruire di giorno in giorno la polis parallela, nella quale vige la regalità, anche sociale, di Nostro Signore Gesù Cristo.

Nessun margine di compromesso, nessun cedimento. E più siamo perseguitati, più dobbiamo sentirci confermati.

 

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