L’ultima arma di Francesco contro il mondo tradizionalista

di Jaime Gurpegui

Se c’è una cosa che ossessiona papa Francesco è il tradizionalismo. Non il falso tradizionalismo dei nostalgici che idealizzano un passato inesistente, ma il vero cattolicesimo che continua a riempire le chiese, a formare famiglie e ad aggrapparsi alla stessa dottrina di sempre. Quello è il suo nemico. E lo combatte con tutte le armi a sua disposizione: il disprezzo, la caricatura, la censura e, ora, la diffamazione psicologica.

Nella sua ultima biografia, Francesco dimostra ancora una volta che non solo rifiuta la tradizione, ma la odia. Non perché la capisca e non sia d’accordo con lei, ma perché non la capisce e la teme. Per lui la liturgia preconciliare non è una legittima manifestazione di fede, ma una pericolosa “ideologia” che bisogna frenare con mano ferma. Celebrare la messa antica, secondo la sua logica, non è un diritto del fedele, ma un capriccio che richiede un’autorizzazione espressa del Dicastero. Perché, certo, la liturgia tradizionale può “diventare ideologia”, ma la pastorale liquida che egli promuove – dove la dottrina è adattata all’emozione e la verità è relativizzata in nome della “misericordia” – non è ideologia, ma “apertura”.

Ma Francesco non si ferma qui. Il suo attacco alla tradizione non è solo teologico, ma personale. Nel suo desiderio di screditare il mondo tradizionalista, arriva addirittura a suggerire che l’attrazione per la liturgia preconciliare risponda a squilibri psicologici, deviazioni emotive e problemi comportamentali. Nemmeno Lutero osò arrivare a tanto. Secondo lui, chi preferisce la messa tridentina non cerca il sacro, ma piuttosto una sorta di clericalismo mascherato, un’ostentazione vuota, un rifugio settario. La caricatura è così rozza che provoca imbarazzo.

È grottesco, ma prevedibile. Fin dall’inizio del suo pontificato, Francesco ha promosso l’immagine del tradizionalista come di un fariseo ossessionato dalle regole, incapace di amore e compassione. E ora un ulteriore passo avanti: se segui la tradizione, potresti ammalarti. Invece, se si benedicono le unioni omosessuali o si distrugge la morale sessuale cattolica, non si tratta di un’ideologia o di un problema comportamentale, bensì di “accompagnamento pastorale”.

E come se l’attacco non bastasse, aggiunge un’assurda falsità: com’è possibile che qualcuno si scandalizzi della benedizione degli omosessuali o dei divorziati, ma non dello sfruttamento del lavoro o dell’inquinamento? Perché sì, il papa ha deciso di introdurre l’ambientalismo nell’equazione, come se i fedeli che difendono la morale tradizionale fossero automaticamente a favore dello sfruttamento dei poveri e della distruzione dell’ambiente. È la solita vecchia tattica: se non sei d’accordo con il loro relativismo, sei un ipocrita insensibile all’ingiustizia sociale. Come se fosse incompatibile preoccuparsi della moralità sessuale e allo stesso tempo denunciare gli abusi sul posto di lavoro.

La cosa più ironica di tutte è che Francesco accusa la tradizione di essere un rifugio per gli “squilibrati”, mentre il suo pontificato è stato un’autostrada per chierici corrotti e ricattabili a causa di veri problemi comportamentali. Questo è il papa che ha protetto Zanchetta fino a quando lo scandalo è diventato insostenibile, lo stesso che ha promosso una cultura di epurazione ideologica nella Chiesa predicando inclusione e dialogo.

Ma ciò che più lo infastidisce, e spiega il suo odio viscerale per la tradizione, è che la liturgia preconciliare continua ad attrarre i giovani. E questo non può essere tollerato. Non può accettare che, in mezzo al crollo della Chiesa progressista, ci sia una generazione che cerca qualcosa di più solido delle omelie annacquate, delle messe banali e della dissoluzione dottrinale da lui promosse. Non può ammettere che ci siano cattolici che vogliono essere veri cattolici.

Francesco ci ha fatto capire chiaramente che non vuole riconciliarsi con la tradizione. Lui vuole distruggerla. Lui vuole screditarla. Vuole sradicarla. Ma la storia è ostinata: la Chiesa è già sopravvissuta a papi ostili in passato e sopravvivrà anche a lui.

Fonte: infovaticana

 

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