I ballerini davanti a santa Maria Goretti? Fuori tempo, fuori luogo, fuori di testa

di Vincenzo Rizza

Caro Aldo Maria,

lo spettacolo [qui] gentilmente offerto da alcuni ragazzi in occasione dell’esposizione delle spoglie di santa Maria Goretti presso il santuario a lei dedicato a Corinaldo, sua città natale, conferma, se ve ne fosse ancora bisogno, lo stato di completo dissesto in cui verte la nostra amata Chiesa

Sarebbe fin troppo facile ironizzare sull’imbarazzante performance degli improvvisati ballerini resa non solo all’interno del santuario ma perfino attorno alla bara che conserva le spoglie della Santa. L’ironia, tuttavia, in questo caso deve cedere inevitabilmente il passo alla tristezza e alla constatazione delle gravi responsabilità non tanto di quei ragazzi (che suscitano in me tenerezza) ma di chi quei ragazzi avrebbe dovuto e dovrebbe aiutare ed educare in un percorso di fede che non può non partire dal rispetto per il luogo sacro e per la Santa che si vuole venerare.

Il rispetto è invece del tutto dimenticato e le chiese non sono più (solo) luogo di preghiera ma sale gioco, sale mensa, hamburgherie, pub, discoteche. D’altro canto, se un arcivescovo può liberamente dire che si può andare in una chiesa anche semplicemente per rilassarsi, perché non consentire a dei ragazzi di dare libero sfogo alla loro esuberanza per esibirsi in balli di gruppo?

Ci siamo lamentati qualche mese fa dell’approvazione del cosiddetto rito maya, che prevede preghiere che possono essere eseguite “con movimenti corporei accompagnati da musica appropriata”; in realtà da tempo la Chiesa ha sdoganato di fatto, anche in Occidente, celebrazioni che prevedono movimenti corporei più o meno opportuni accompagnati da musica appropriata e più spesso inappropriata; celebrazioni che assomigliano più a spettacoli di cabaret (con il sacerdote in veste di anchorman) o a musical che al Memoriale del Mistero pasquale di Cristo. E non credo, francamente, questo dipenda dal Concilio: non mi risultano atti conciliari che anche solo implicitamente autorizzino tali scempiaggini che dovrebbero far inorridire qualsiasi credente munito anche solo di un minimo di senso del sacro, per non parlare del buon senso.

C’è un tempo e un luogo per pregare e c’è un tempo e un luogo per mangiare, divertirsi e ballare; spero tanto che quei ragazzi (e i loro formatori) un giorno possano capire che ciò che hanno fatto non era solo fuori tempo (il riferimento, naturalmente, non è alle abilità tersicoree) ma anche e soprattutto fuori luogo.

 

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