Germania / Le affinità elettive, ed elettorali, del vescovo Bätzing. Tanto caro ai cattodem

di Fabio Battiston

Domenica prossima in Germania ci saranno le elezioni federali, appuntamento di estrema rilevanza non solo per Berlino ma per tutta la sedicente Unione europea. Infatti, l’attuale situazione politico-militare ed economica del continente – cui si è recentemente aggiunto lo tsunami provocato dall’elezione del duo Trump-Vance e dall’avvento della loro dottrina – non può non caricare di ulteriori significati questa tornata elettorale. Ma c’è un altro elemento che rende l’esito delle urne particolarmente importante e, per una parte del Paese e della politica tedesca, di grande criticità e preoccupazione: la possibile e impetuosa crescita delle destre la cui punta di lancia, l’Alternative für Deutschland (AfD) guidata da Alice Weiden, rivendica un ruolo non marginale nelle decisioni che orienteranno il futuro prossimo di quella nazione. Si tratta della definizione di indirizzi di governo su temi quanto mai attuali e urgenti: dal ruolo e posizionamento tedesco nell’Unione europea, ai temi della sicurezza interna e dell’immigrazione fino alle strategie su ambiente e nuovi assetti geo-politici e militari.

Su questo scenario ecco piombare le dichiarazioni di monsignor Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, alle cui convinzioni non ha mancato di dare spazio avvenire.it con un articolo-intervista intitolato I vescovi tedeschi: «Afd è incompatibile con democrazia e valori cristiani».

I toni sono quasi apocalittici, degni di una vera e propria crociata, meglio, di una sfida all’ O.K. Corral. La clava del porporato è pronta ad abbattersi su ogni cristiana disubbidienza, e l’incipit dell’articolo è tutto un programma: “La democrazia non è negoziabile e l’Afd non è conciliabile con i valori cristiani, i tedeschi scelgano partiti che vogliono una Germania che rispetti lo Stato di diritto, la libertà, la solidarietà”.

Ora, visto che l’esimio porporato indica la sola AfD come inconciliabile coi valori cristiani, va da sé che l’intero “arco costituzionale” (espressione tanto cara al duopolio partitocratico Dc-Pci che fece a pezzi l’Italia per quarant’anni) tedesco può essere considerato dalla Chiesa pienamente potabile per la sete di giustizia del cattolico di ogni Lander.

Per l’intervistatore, il vescovo Bätzing mette in guardia da pericolose polarizzazioni e lancia un appello ai partiti democratici e alle forze sociali, chiese incluse, affinché si uniscano per dare risposte alle paure dei cittadini di fronte a un mondo in subbuglio, paure che sarebbero all’origine della crescita dell’estrema destra. Insomma, una chiamata alla costituzione di una gioiosa macchina da guerra, al “tutti contro uno”, con la Chiesa cattolica rappresentata alla stregua di una semplice forza sociale, democratica, popolare e antinazifascista. Né poteva mancare l’insultante trattamento riservato a chi preferisce votare per l’odiato nemico: siccome il motivo è la paura, è in preda a sentimenti irrazionali e di sterile protesta. È il vecchissimo schema con cui il catto-marxismo ha sempre demonizzato gli avversari politici, e l’esimio vescovo lo applica alla lettera.

Non so se provare per costui più ribrezzo o compassione. Comunque, per tutti gli increduli che ritengono Bätzing vittima di una serie di fake-declarations si prega di leggere direttamente il testo dell’intervista sulla versione on-line del quotidiano vescovile.

Che dire? L’articolo nel suo insieme non fa che confermare l’attuale realtà di una Chiesa temporale in stato pre-agonico, nella quale la progressiva putrefazione di ogni elemento dottrinale, pastorale e magisteriale le fa ormai assumere i connotati di una qualunque organizzazione umana di stampo secolare e mondano. Ma c’è di più e di peggio: in questa trasformazione essa, senza alcuna vergogna, sostiene fattivamente coloro i quali – in politica, nell’etica e in economia – hanno fatto strame dei valori cristiani di cui tanto pomposamente e altrettanto ignobilmente si riempie la bocca il vescovo di Limburg. Infatti se si citano le forze di destra come le sole che un cattolico debba rifiutare, risultano per converso pienamente accettabili e sostenibili tutti i partiti e le politiche che hanno sgovernato la società tedesca in questi ultimi venti-trenta anni.

Per chi non se ne fosse accorto, ecco un piccolo campionario di cosa rappresenta il made in Germany da molto tempo a questa parte: riduzione ai minimi termini della fede e della partecipazione alla vita della Chiesa; ambientalismo-ecologismo talebano produttore di quella famigerata green economy che sta distruggendo il ceto medio europeo; sovranismo europeista che ha progressivamente strangolato le economie di molti paesi (vedi l’orrore perpetrato in Grecia dalla famigerata Troika, fortemente voluta dalla Germania, e lo spread-golpe con il quale nel 2011 fu fatto fuori un governo italiano democraticamente eletto); dilatazione e liberalizzazione – in particolare dal 2020 – delle pratiche eutanasiche; dibattito ormai apertissimo per l’inserimento in Costituzione del diritto all’aborto; transgenderismo e LGBTQ strabordanti. Per non parlare dei modi a dir poco truffaldini coi quali la Germania finanziò, a spese di molti Paesi europei, la propria unificazione.

Questi risultati, evidentemente, sono più che sufficienti agli occhi dei vescovi tedeschi per invitare la popolazione a votare ancora una volta per coloro che hanno prodotto simili scempi. Eccoli questi campioni: dai due partiti cosiddetti cristiani (Cdu, Csu) ai socialisti dell’Spd, dai famigerati Verdi alla sinistra neo-comunista, passando per i sedicenti liberali (Fdp), massima espressione del post-modernismo ateo e secolare. Tutti costoro sono invece pienamente compatibili coi valori cristiani, vero monsignor Georg Bätzing?

Nelle sue spericolate contorsioni politico-episcopali, questa specie di ridicolo Faust in talare è andato ben oltre le Affinità elettive di Goethe; per l’occasione si è inventato quelle… elettorali.

L’auspicio è che una parte non piccola del popolo tedesco, credente o meno, impartisca nelle urne una severissima lezione a questo sulfureo satrapo.

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Nella foto, Alice Weidel, leader di Alternative für Deutschland

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