Cardinale Müller / Promemoria per un conclave

Mentre la Chiesa affronta crisi sempre più profonde, il cardinale Gerhard Müller dichiara a LifeSiteNews che, al prossimo conclave, i cardinali non dovranno cercare un papa a immagine del suo predecessore, ma un vero successore di san Pietro che sostenga gli insegnamenti di Cristo senza compromessi.

Secondo Müller, quando eleggono un nuovo papa i membri del Collegio cardinalizio devono riflettere profondamente sulla natura “anticristiana” del mondo e sulla situazione della Chiesa: «Spero che nel Collegio cardinalizio si apra una riflessione più approfondita sulla situazione della fede e della Chiesa in questo mondo postcristiano o anticristiano, il mondo occidentale».

La riflessione del cardinale tedesco sui doveri dei cardinali e sulle responsabilità del papato costituisce il seguito di un’intervista la cui prima parte può essere letta qui.

Consapevole che il conclave è una parte normale della vita della Chiesa, Müller, settantasette anni, non fa supposizioni su quando potrebbe esserci un nuovo conclave, ma offre consigli ai suoi confratelli cardinali che avranno il compito di eleggere il prossimo papa. In particolare, mette in guardia dall’ascesa dell’Islam, del marxismo, dell’ideologia verde incentrata sul clima e del transumanesimo, senza dimenticare le influenze anticristiane esercitate da realtà come il Gruppo Rockefeller e da un pensatore come il filosofo Yuval Noah Harari.

I cardinali non dovrebbero cercare un candidato che sia in linea con il papa precedente, ma un uomo che sia in linea con san Pietro e con il compito affidatogli da Cristo: «Ogni pontificato deve sempre andare all’origine. L’origine è presente nell’ufficio di san Pietro, e quindi un papa siede sulla Cattedra di Pietro, non sulla Cattedra di Francesco o Benedetto. I papi precedenti sono solo i predecessori cronologici, ma ogni papa è un successore di san Pietro».

Come criterio nella ricerca del nuovo papa i cardinali devono mettere da parte il criterio della nazionalità del candidato e guardare invece a ciò che è il papato, così come è stato istituito da Cristo: «Non ci stiamo occupando di quali saranno le reazioni dei mass media che dicono “abbiamo bisogno di un papa che sia comunicatore in questo mondo”. Né dobbiamo preoccuparci di criteri secondari come “ora abbiamo bisogno di un africano o ora dobbiamo tornare a un italiano”. Tutti questi stupidi criteri non hanno nulla a che fare con il papato».

Dobbiamo invece guardare alla spiegazione che Gesù stesso ha dato del servizio e dell’ufficio di san Pietro, nelle parole che ha rivolto allo stesso Pietro: tu sei la roccia, io ti do le chiavi del regno dei cieli e tu devi confermare i tuoi fratelli nella fede perché sei il pastore della Chiesa universale.

di Michael Haynes

Haynes: Al momento di questa intervista papa Francesco si trova ricoverato in condizioni critiche. Nella Chiesa c’è una crisi evidente, ma vediamo anche una crisi simile nel mondo, un mondo molto anticristiano, molto ateo, molto a favore di tutto ciò che non è cristiano.

Guardando al futuro, quando giungerà il momento del prossimo conclave e del prossimo pontificato, quali questioni dovranno essere affrontate sia nella Chiesa sia nel mondo?

Müller: Spero che nel Collegio dei cardinali ci sarà una riflessione profonda sulla condizione e la situazione della fede e della Chiesa in questo mondo postcristiano o anticristiano, il mondo occidentale. Anche tenendo conto delle sfide rappresentate dall’Islam, dal marxismo in crescita in tutto il mondo in diverse forme, dal “movimento verde”, dal “genderismo” e del transumanesimo. lo

C’è un sentimento profondamente anticristiano contro la creazione, contro la rivelazione e contro la redenzione da parte di Dio. Le ideologie e i gruppi come la Open Society Foundations di George Soros o i Rockefeller stanno promuovendo una forte ideologia anticristiana. Anche il filosofo ebreo Yuval Harari è un profeta di questo desiderio anticristiano e antiteistico del mondo e della loro comprensione dell’esistenza umana. I cardinali devono essere consapevoli del fatto che non stiamo solo guardando a quali saranno le reazioni dei mass media che dicono: “Abbiamo bisogno di un papa che sia un comunicatore di questo tipo”. Non devono tener conto di criteri secondari come “ora abbiamo bisogno di un africano” oppure “dobbiamo tornare a un italiano”. Questi sono tutti criteri stupidi che non hanno nulla a che fare con il papato. Dobbiamo guardare alla spiegazione che Gesù stesso ha dato del servizio e dell’ufficio di san Pietro, nelle parole che ha detto a Pietro stesso: tu sei la roccia, io ti do le chiavi del regno dei cieli e tu devi confermare i tuoi fratelli nella fede perché sei il pastore della Chiesa universale. I cardinali devono anche guardare a Simone il pescatore che è, in virtù della sua grande vocazione di persona importantissima nella vita di Gesù, la seconda persona più menzionata nel Nuovo Testamento dopo Gesù, ma fu anche un uomo debole ed ebbe bisogno che san Paolo gli parlasse con fermezza. Sì, a volte è stato necessario che san Paolo parlasse molto duramente contro di lui, circa il fatto che i pagani battezzati fossero obbligati a osservare tutti i riti e le norme dell’Antico Testamento ebraico. Ecco perché il papa nella comprensione cattolica non è un oracolo di Delfi, ma un essere umano, e a volte è necessario parlarsi. Le obiezioni provengono legittimamente dai cardinali poiché i cardinali sono un sinodo del papa. Un papa ha tutta questa autorità data da Gesù, inclusa l’infallibilità in alcuni casi speciali. Ma d’altra parte, come essere umano, presenta lati buoni e lati cattivi. Quindi è necessario – per controllo ed equilibrio – che consulti, per quanto riguarda le decisioni importanti, specialmente riguardo alla dottrina, il Collegio dei cardinali e anche i vescovi, secondo la collegialità, al fine di evitare una comprensione o una pratica autocratica.

La storia ci mostra alcuni esempi di papi che hanno danneggiato la Chiesa esercitando in modo scorretto l’ufficio petrino. Noi, in quanto cattolici, accettiamo assolutamente la dottrina sul papato come appartenente alla nostra fede rivelata. Tuttavia non siamo costretti a giustificare tutto ciò che è accaduto durante i duemila anni di storia della Chiesa. Per quanto riguarda ciò che non appartiene all’infallibilità della Chiesa un papa può prendere decisioni sbagliate. Ad esempio Clemente V sciolse l’ordine dei Templari, con una decisione sbagliata e ingiusta, per pressione del re di Francia. Abbiamo avuto anche la soppressione dei gesuiti (il papa lo sa molto bene) su pressione dei re di Francia e Spagna. Non dobbiamo giustificare tutto ciò che è accaduto e si è detto e fatto lungo la storia, ma dobbiamo guardare al cuore della dottrina sull’autorità dei concili, dei concili ecumenici, del papa e dei vescovi. C’è un’autorità limitata in stretta relazione a Gesù Cristo, che è l’unico maestro, sommo sacerdote e mediatore della salvezza creata e della Chiesa.

Gran parte della preoccupazione che noto quando parlo con altri laici cattolici è che spesso, negli ultimi anni, sembra che molti cardinali stiano promuovendo questa confusione o la stiano tollerando silenziosamente. Qua è la sua valutazione del Collegio dei cardinali e quale il suo consiglio ai confratelli cardinali?

Ogni papa è successore di san Pietro, non del suo predecessore. Non deve copiare il suo predecessore: non può, per esempio, diventare un papa come Pio XII o a sua immagine. Ogni singolo papa è successore di San Pietro. Il suo orientamento e la sua autorità sono ciò che Gesù gli ha promesso e gli ha dato, nella sua stessa persona, per guidare la barca di Pietro – con l’aiuto della grazia di Dio e le preghiere di tutta la Chiesa – nel miglior modo possibile. Ora alcuni dicono: abbiamo bisogno che il prossimo papa sia come Benedetto XVI, deve diventare un nuovo Benedetto ed essere segno di contraddizione. Oppure: dobbiamo avere un Francesco II per continuare la sua dottrina. Ma non c’è la sua dottrina: c’è una sola dottrina di Gesù Cristo nella Chiesa. I papi non hanno l’autorità di sviluppare le proprie dottrine. Possono offrire solo un’interpretazione o applicazione dell’unica Parola di rivelazione, data una volta e per sempre e rivelata per noi in Gesù Cristo. Ogni pontificato deve sempre andare all’origine. L’origine è presente nell’ufficio di san Pietro, e quindi un papa siede sulla cattedra di Pietro, non sulla cattedra di Francesco o Benedetto. I Francesco e i Benedetto sono solo i predecessori cronologici, ma ogni papa è un successore di san Pietro.

Il papa deve guardare alle parole di Gesù che rivelano il senso interiore del papato. Gesù parlò a san Pietro dopo la risurrezione, indicando Pietro come capo del collegio dei vescovi e di tutta la chiesa a venire, di tutti i membri della chiesa. A Pentecoste, Pietro – a nome di tutti gli apostoli e di Gesù Cristo – alzò la voce e disse: “Il Gesù che avete crocifisso è rivelato da Dio Padre come Salvatore di tutti, il vero Messia, il vero Cristo”. Questa è la confessione di fede: tu sei Cristo, il Messia, il figlio del Dio vivente. E questo è il cuore della missione papale: ricordare a tutti i fedeli in ogni momento l’essenza cristocentrica della nostra fede e della Chiesa. Cristo è il capo, e da Gesù Cristo derivano ogni verità e grazia, e il papa è solo il principio e il fondamento permanente e visibile dell’unità della Chiesa: unità nella fede rivelata, non un’unità di due ali di un partito politico. Un buon manager fa compromessi per avere l’unità; ma l’unità nella grazia e nella verità di Dio è un riflesso e una rappresentazione dell’unità di Gesù Cristo, capo della Chiesa, con il Padre.

Il papa non è successore del suo predecessore, diciamo di Francesco o Benedetto, ma di Pietro. Ma oggi è piuttosto diffusa l’idea che solo la “cosa attuale” sia importante.

La gente dice che il Papa attuale è un papa molto moderno, il che sarebbe positivo per la Chiesa di oggi, ma questa è un’idea di moderno in senso mondano. In un mondo che pensa per categorie ideologiche (modernisti, progressisti, tradizionalisti, conservatori e tutto il resto), abbiamo visioni politiche e ideologiche per dividere le persone, non per unire i credenti verso la Verità rivelata in Gesù Cristo.

Fonte: LifeSiteNews

 

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