“Duc in altum” sulla stampa russa / La Chiesa di Roma al bivio

di Anna Tsyba

È passato quasi un mese dal ricovero di papa Francesco in ospedale. Il pontefice si sente un po’ meglio, ma ha ancora bisogno della ventilazione meccanica. Gli esperti sono convinti che, anche se Francesco guarisse, non sarebbe più in grado di svolgere in modo indipendente i compiti del suo incarico. Cosa attende la Chiesa cattolica romana? Chi prenderà in mano le redini del potere in Vaticano? Octagon ha analizzato la situazione.

Le condizioni del pontefice 88enne non sono delle migliori: oltre ai problemi all’apparato muscolo-scheletrico, soffre di complesse patologie polmonari. I medici ritengono che, anche dopo le dimissioni dall’ospedale, avrà bisogno della maschera dell’ossigeno per il resto della vita. Molti ritengono che Francesco non sarà più in grado di svolgere pienamente i doveri papali e delegherà alcune funzioni ai suoi più stretti collaboratori.

Spiega il vaticanista Aldo Maria Valli, illustrando il funzionamento interno della Santa Sede: «Nessuno sa cosa accadrà. Tutto dipende dalle condizioni del papa e dalla durata della sua degenza in ospedale. Lo scenario più probabile: il papa torna a Santa Marta (la residenza del papa, N.d.R.), ma con possibilità estremamente limitate di lavorare a pieno ritmo, perché è molto debole e ha bisogno di cure. In questo caso, la responsabilità principale spetta alla Segreteria di Stato, quindi al segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, al responsabile degli Affari generali monsignor Peña Parra e al responsabile dei Rapporti con gli Stati monsignor Paul Gallagher. Sia il segretario di Stato che monsignor Parra hanno già visitato più volte il pontefice al Policlinico Gemelli. È importante anche capire quale ruolo avrà il cardinale Fernández, a capo del Dicastero per la dottrina della fede, il più importante dei “ministeri” vaticani»,

Valli ritiene che tutti i dicasteri vaticani continueranno a funzionare normalmente, ma non si rivolgeranno più direttamente al Papa, bensì al segretario di Stato Parolin, che fungerà da filtro per facilitare il lavoro di Francesco. Se le condizioni del pontefice dovessero rimanere gravi per lungo tempo, egli potrebbe prendere in considerazione la rinuncia, ma al momento il papa non sembra essere intenzionato a considerare questa opzione.

Le varie “fazioni” vaticane (progressisti, conservatori, centristi e altri) sono già “in movimento”.

Tra i candidati al papato, un rappresentante della cosiddetta “ala progressista” – il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi – sembra avere buone possibilità di essere eletto. Su richiesta di Francesco, ha visitato Mosca due volte e la sua visita rientrava ufficialmente nella missione papale volta a ristabilire la pace tra Russia e Ucraina. Il cardinale è venuto in Russia per rassicurare la gente sulla vicinanza delle religioni classiche. Secondo alcune fonti non confermate, durante la visita Zuppi avrebbe anche espresso il desiderio che un gruppo di cardinali romani si opponga congiuntamente alle nuove tendenze globali, alcune delle quali, come la promozione dei valori della comunità LGBT [1], sono proibite dalla legge in Russia.

Negli ultimi anni, la crisi dei fondamenti tradizionali e la perdita dell’antica autorità hanno colpito duramente la Chiesa cattolica romana, allontanando migliaia di fedeli. Il Vaticano è attualmente alla ricerca attiva di nuovi alleati capaci di rafforzare ideologicamente la posizione della Santa Sede nel mondo.

Il Vaticano è un’organizzazione antica e incredibilmente potente. A volte è difficile comprendere appieno i rapporti di causa ed effetto degli eventi a cui in un modo o nell’altro è legato, come la vittoria di Trump in America. Non è un caso che la prima partecipazione di un Papa al G7 sia avvenuta nel contesto della discussione sull’intelligenza artificiale. In proposito, la Santa Sede ha recentemente diffuso alcune linee guida che costituiscono un insieme di norme etiche. Se Stati Uniti e Cina si contendono la leadership economica e tecnologica in questo ambito, il Vaticano si è garantito una posizione di primo piano sotto il profilo morale ed etico in materia.

È quasi impossibile prevedere chi diventerà il nuovo Papa. La stampa mondiale ripubblica infinite liste di “papabili”, come sono chiamati i cardinali con le maggiori possibilità. Al momento, tra loro ci sono circa quindici candidati, sei dei quali sono membri della Curia romana (il principale organo amministrativo del Vaticano). Circa un terzo dei candidati sono italiani, tre sono americani, uno è del Congo, uno è delle Filippine e gli altri provengono da altri paesi europei. Ci sono solo due conservatori: l’ungherese Peter Erdő e l’olandese Willem Jacob Eijk .

Spiega Valli: «Il Vaticano è un’organizzazione piccola, ma molto complessa. Si stanno facendo molti nomi di possibili candidati al papato, ma è molto difficile fare previsioni al momento, perché sono tante le variabili che possono cambiare completamente il quadro. Se, ad esempio, la già poco invidiabile situazione economica del Vaticano dovesse peggiorare, la Santa Sede potrebbe orientarsi verso una persona in grado di affrontare problemi di questo tipo. Ho comunque l’impressione che la personalità e il carattere del nuovo ipotetico papa giocheranno un ruolo importante. In Vaticano sono stanchi di papa Bergoglio, sinodale a parole ma autoritario nei fatti. Il desiderio comune è di avere un papa rispettoso delle leggi, perché Bergoglio ha calpestato continuamente il diritto e la situazione nella Santa Sede è di grande confusione».

Gli scandali finanziari e morali degli ultimi anni hanno notevolmente ridotto sia la reputazione sia le riserve economiche del Vaticano. Ciò di cui il Vaticano ha bisogno ora è l’ordine e il ritorno dei fedeli.

[1] Il movimento LGBT internazionale è stato riconosciuto come estremista dalla Corte Suprema della Federazione Russa e le sue attività sono proibite sul territorio russo.

octagon.media

 

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