
Il poncho, Bobby Solo e le mantellate
di Fabio Battiston
Caro Aldo Maria,
ho letto gli articoli che Duc in altum ha dedicato [qui, qui, qui] all’ennesima trovata “vestitizia” di Bergoglio. Potrà sembrare strano, ma la vicenda mi ha lasciato quasi indifferente nell’ormai consolidata consapevolezza che nella fattispecie – come cantava Bobby Solo in una sua vecchia canzone – “Non c’è più niente da fare, è stato bello sognare”.
Il dado è da tempo tratto, la misura è non da oggi irreversibilmente colma. Che cosa possono aggiungere quelle foto e, soprattutto, quella consapevole scelta? Perché di questo si è trattato: di un gesto premeditato e fortemente voluto, in primo luogo dal porteños, per dare un altro colpo a un ruolo e a una istituzione che egli odia dal profondo. Ma questa robaccia mi è scivolata addosso senza ulteriori indignazioni e travasi di bile.
Concludo offrendo le prime due strofe tratte da Le mantellate, una canzone scritta da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi. È un brano, reso famoso dall’interpretazione di Ornella Vanoni e Gabriella Ferri, le cui parole mi paiono il giusto commento conclusivo a questa ennesima penosa performance di un altrettanto penoso personaggio. Le mura citate, nella nostra realtà, non sono quelle di un carcere ma di un’altra… Sede.
Le mantellate sò delle sore
Ma a Roma sò sortanto celle scure
Na campana sona a tutte l’ore
Ma Cristo nun ce sta drento a ‘ste mura.
Mo che parlate a fà
Mo che parlate a fà
Qua dentro ce sta solo infamità.