
Lettera / No, l’IA in “Duc in altum” non la voglio
di Fabio Battiston
Caro Aldo Maria,
premetto che quanto ora esposto deriva solo dalla volontà di manifestare un mio forte dissenso, senza per questo volere o potere minimamente incidere sulle scelte di Duc in altum, frutto del tuo insindacabile ruolo di creatore e direttore di questa comunque splendida realtà.
Considero tuttavia un errore che sul blog si inizi, non da oggi, a dare spazio a contributi redatti da quella roba che si chiama AI. Spero che Vincenzo Rizza non consideri questa mia valutazione come un attacco alla sua persona. No, assolutamente; lo stimo e lo apprezzo per i molti e preziosi contributi che sta da tempo offrendo a tutti noi ma, al tempo stesso, non posso nascondere il profondo disagio che ho provato nel “prendere atto” del testo oggi pubblicato.
Se, come ho sempre pensato, la nostra agorà deve e può essere un argine contro quei mostri che si chiamano Deep State e pensiero unico, allora dobbiamo coerentemente combattere tutte quelle realtà, strumenti e risorse su cui questo nuovo mondo alimenta e rafforza il suo potere contro un’umanità – ormai sempre più ridotta – che rifiuta di essere lobotomizzata e irreggimentata nell’esercito dei sudditi ubbidienti. In tale scenario, l’intelligenza artificiale si propone come una delle risorse più potenti a disposizione di questo Blob globalista. Una risorsa – probabilmente definitiva nella sua potenza distruttiva – che arriva al momento giusto per essere gioiosamente e acriticamente accolta da un popolo planetario adeguatamente preparato (drogato?) da anni di uso mefitico della cosiddetta Information and Communication Technology. Un popolo che ha ormai acquisito tali tecnologie, come sosteneva McLuhan, alla stregua di una parte integrante del proprio corpo e dei propri sensi.
Non credo che le peraltro flebili titubanze manifestate da Rizza a chiusura del suo (?) contributo possano garantire, nel tempo, un continuo e attento controllo di una macchina che noi stessi stiamo, più o meno consapevolmente, contribuendo a mettere in moto. Prevale invece nel suo commento, questa almeno è la mia valutazione, un non so che di positiva e felice sorpresa nel constatare come la “macchina” abbia così perfettamente reso il suo pensiero, anche oltre le aspettative. Trovo questo stato d’animo (non chiamiamolo ancora entusiasmo) semplicemente terribile e ancor più poiché proviene da un “luogo di persone” particolarmente attente e sensibili alle grandi tragedie che questo mondo secolare sta apparecchiando per tutti noi. Figuriamoci cosa sta accadendo al di fuori del nostro piccolo contesto!
La chiudo qui sperando che nessuno, Vincenzo per primo, si senta offeso da ciò che ho scritto. Ma questo è ciò che avevo e ho in testa e nel cuore.
Sempre con grande sincerità.